Il termine “hacker” deriva dall’inglese “to hack”, parola del diciassettesimo secolo che significa intaccare, zappare, sminuzzare, aprirsi un varco, come un “vigoroso lavoratore” che falcia i campi con ostinate e ruvide oscillazioni della sua potente zappa.
L’hacker è un innovatore, un visionario, una persona che vuole superare gli ostacoli e i limiti che incontra, con arte, fantasia e ingegno, e la sua genesi vede la luce nel mondo accademico, precisamente all’MIT di Boston negli anni 50.
In quegli anni, alcuni ragazzi iniziarono a mettere mano sui primi calcolatori scrivendo programmi e condovidendoli per migliorarli, inventarono il primo videogioco, dei sistemi per giocare a scacchi e i più visionari, assieme ai loro professori, iniziarono a gettare le basi dell’intelligenza artificiale, ma anche per creare sistemi di automazione per controllare il grande plastico dei trenini del loro club.
Questo club dell’MIT si chiamava Tech model railroad club e da li prese vita l’hacking e i primi hacker della storia. La storia dell’hacking è molto affascinante. E’ una disciplina antica quanto l’umanità.
Siamo risolutori di problemi e dei creativi. Sfruttiamo le scappatoie, manipoliamo le cose e ci battiamo per ottenere influenza, potere, ricchezza, ma anche per aiutare il prossimo, migliorando il mondo nel quale viviamo. L’hacker nasce con una profonda etica, quindi la prossima volta che parliamo degli “hacker”, rispettiamoli.
Tutte le innovazioni che utilizziamo sono nate grazie a loro. In questi articoli, abbiamo voluto raccontarvi la storia dell’hacking, in modo da conoscerlo a fondo.
Copyright @ 2003 – 2024 RED HOT CYBER
PIVA 16821691009