Redazione RHC : 3 Dicembre 2024 17:09
A meno di un anno dalla fine della manutenzione di Windows 10, Microsoft conferma la possibilità di installare Windows 11 su PC non compatibili, specificando di non essere responsabile di ogni potenziale problema aggiungendo due piccoli dolorosi avvertimenti.
Dopo molti anni di servizio, Windows 10 verrà ritirato il 14 ottobre 2025, tra poco meno di un anno. Dopo tale data il sistema rimarrà ovviamente funzionante, ma non riceverà più alcun aggiornamento, né di qualità né di sicurezza. Continuare a utilizzare un computer con Windows 10 sarà quindi possibile, ma esporrà a maggiori rischi di pirateria informatica e potenziali problemi di stabilità.
Per i possessori di un computer che utilizza ancora questo sistema operativo sono possibili diverse soluzioni a seconda dei casi illustrati. Se il PC soddisfa i requisiti hardware, il modo più semplice è eseguire l’aggiornamento gratuito a Windows 11. Questo a condizione che il software di cui hai assolutamente bisogno funzioni con questa versione. Per i PC incompatibili, tuttavia, le cose sono un po’ più complicate.
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La soluzione consigliata da Microsoft, ma anche la più costosa, è investire in un nuovo computer compatibile con Windows 11. Per chi non vuole o non può permettersi un simile acquisto, Microsoft offre un programma di manutenzione estesa per Windows 10. Per la cifra di 30 dollari, ti permetterà di beneficiare di un ulteriore anno di mantenimento. Una tregua a breve termine che non vale davvero il prezzo.
Rimangono quindi due strade possibili: sostituire Windows 10 con una distribuzione Linux, come Ubuntu, Linux Mint o anche Fedora. Oppure forzare l’installazione di Windows 11 utilizzando una tecnica per aggirare i requisiti hardware del sistema. La manovra è abbastanza semplice e non richiede particolari conoscenze informatiche, ma presenta comunque alcuni inconvenienti, sui quali Microsoft insiste molto.
Come promemoria, quando è stato rilasciato Windows 11, Microsoft ha imposto un elenco di caratteristiche hardware che i PC che desiderano aggiornare devono soddisfare. Tra i requisiti, la presenza di un processore a 64 bit con una frequenza di almeno 1 GHz e che supporti le istruzioni POPCNT e SSE4.2, una RAM minima di 4 GB e un modulo di sicurezza TPM 2.0.
È proprio quest’ultimo punto che ha cristallizzato le frustrazioni degli utenti. Molti processori che si sono rivelati abbastanza potenti per far funzionare Windows 11 sarebbero sprovvisti di questo chip TPM 2.0. pertanto si ritroverebbero privati dell’ultima versione del sistema operativo. Da allora, sono stati sviluppati una moltitudine di tecniche e strumenti, dagli stessi utenti, per aggirare questo vincolo e installare Windows 11 su PC normalmente incompatibili.
Esistono diversi metodi di facile implementazione. Come l’utilizzo dello strumento Rufus, che offre un’opzione specifica per creare una chiave USB di installazione di Windows 11 che ignora la presenza di un modulo TPM 2.0. Oppure lo script FlyBy11 che consente l’aggiornamento di un modulo non compatibile con la versione 24H2 di Windows 11. La pratica è talmente diffusa che Microsoft fornisce addirittura un metodo per farlo nella sua pagina dedicata all’installazione di Windows 11, basato sulla modifica di una chiave di registro.
Se esistono soluzioni per aggirare la presenza di un chip TPM 2.0, non esiste però alcuna tecnica per installare Windows 11 su un PC dotato di processore che non supporta le istruzioni POPCNT e SSE4.2. Per queste macchine non c’è altra alternativa che continuare con Windows 10 o migrare a una distribuzione Linux.
Con l’avvicinarsi della fine vita di Windows 10 e di fronte all’ondata di metodi per aggirare i suoi requisiti hardware, Microsoft sembra quindi essersi arresa. Sta quindi cercando di bloccare l’installazione di Windows 11 su PC non compatibili. Questo anche se sconsiglia vivamente questa pratica, e ha voluto renderlo noto in maniera perfettamente chiara e alquanto invasiva.
Innanzitutto, nella sua pagina web dedicata all’installazione di Windows 11 su un computer che non soddisfa i requisiti hardware, Microsoft ha aggiunto un lungo paragrafo. Questo paragrafo funge da “disclaimer”. L’azienda tiene a precisare che declina ogni responsabilità in caso di problema, hardware o software, verificatosi su un PC che avrebbe forzato l’installazione di Windows 11.
Ma soprattutto, l’azienda indica in questa stessa pagina che ci sarà una filigrana inamovibile, la quale verrà aggiunta sul desktop dopo aver installato Windows 11 su un computer incompatibile. Sulla stessa linea, un messaggio di avviso apparirà inaspettatamente nelle Impostazioni di Windows, per ricordare regolarmente all’utente che il suo PC non soddisfa i requisiti minimi di configurazione.
Una pratica un po’ aggressiva ed invasiva, a cui purtroppo Microsoft è abituata nella comunicazione e promozione di questi prodotti. Non siamo sicuri che questo atteggiamento avrà l’effetto desiderato sui possessori di un PC ufficialmente non compatibile con Windows 11, ma non possiamo biasimare l’azienda per non aver avvisato i propri utenti dei rischi che comporta.
Una buona notizia, però: sempre sulla stessa lunghezza d’onda, Microsoft ora descrive in modo molto chiaro la procedura da seguire per effettuare il downgrade a Windows 10 in caso di problemi. Anche se la maggior parte delle persone che hanno installato forzatamente Windows 11 non riscontrano grossi problemi con il proprio PC, è sempre utile avere un modo conveniente per tornare indietro per coloro che potrebbero riscontrare difficoltà.
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