Redazione RHC : 3 Marzo 2024 09:47
Due gruppi di hacker cinesi, noti come UNC5325 e UNC3886, hanno compromesso la sicurezza del software della rete privata virtuale (VPN) di Ivanti . Gli esperti Mandiant hanno scoperto che UNC5325 sfruttava la vulnerabilità CVE-2024-21893 nei prodotti Ivanti per ottenere l’accesso ai sistemi e installare software dannoso.
Il CVE-2024-21893 è presente nella componente SAML dei prodotti Ivanti: Connect Secure, Policy Secure e Neurons for ZTA. Durante gli attacchi gli aggressori hanno preso di mira un numero limitato di dispositivi.
Per penetrare nelle reti aziendali, gli hacker hanno combinato questa vulnerabilità con un’altra (CVE-2024-21887) per aggirare segretamente i meccanismi di sicurezza. Componenti legittimi venivano poi utilizzati per scaricare malware che consentivano il controllo remoto dei computer infetti, rubando dati e incanalando il traffico.
Iscriviti GRATIS ai WorkShop Hands-On della RHC Conference 2025 (Giovedì 8 maggio 2025)
Il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi (o persone di qualsiasi età) alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Il gruppo UNC3886 utilizzava in precedenza metodi simili, sfruttando le vulnerabilità 0-day nei software Fortinet e VMware per attaccare organizzazioni negli Stati Uniti e nella regione Asia-Pacifico. Come ha dimostrato l’analisi di Mandiant, UNC5325 dimostra una profonda conoscenza dei prodotti Ivanti e ne maschera abilmente le attività. Gli aggressori utilizzano attivamente le tattiche di living Off The land (LotL) introducendo moduli dannosi in strumenti legittimi.
Gli hacker hanno cercato di penetrare nelle reti violate, ma finora questi tentativi sono falliti a causa di errori nel codice del malware. Il plugin dannoso PITFUEL è stato utilizzato per scaricare il programma LITTLELAMB.WOOLTEA, che può rimanere presente nel sistema dopo aggiornamenti, patch e ripristini di fabbrica.
Tuttavia, LITTLELAMB.WOOLTEA non ha fornito la logica per gestire le mancate corrispondenze delle chiavi di crittografia. Per inserire il programma PITHOOK viene utilizzato un altro plugin PITDOG, anch’esso progettato per la presenza costante.
Si consiglia alle aziende di aggiornare regolarmente il software di rete e di utilizzare strumenti di sicurezza affidabili al fine di identificare tempestivamente attività sospette, comprese quelle associate ai gruppi UNC5325 e UNC3886.
Il CERT-AgID ha più volte segnalato attività di smishing a tema INPS che continuano a colpire il territorio italiano. L’obiettivo, come già evidenziato, è il furto di c...
Nella giornata di ieri, nel noto forum del dark web BreachForum, l’utente dallo pseudonimo Alcxtraze sostiene di aver trafugato un database del noto sito italiano di e-commerce eprice.it. La qu...
Oggigiorno il proliferare di dispositivi portatili, indossabili o comunque Smart hanno reso indispensabile lo scambio di dati, l’accesso alle risorse e la navigazione in rete. Questo appr...
Nelle ultime ore, Ama, l’azienda comunale responsabile della gestione dei rifiuti di Roma, ha subito un attacco informatico ai propri sistemi. La società ha attivato immediatamente tutte l...
Nella giornata di oggi, il gruppo di hacker noto come MoneroSHELL! ha compromesso diversi obiettivi web italiani, lasciando il proprio segno con una serie di defacement. L’attacco, reso noto at...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006