Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca
Red Hot Cyber Academy

Un’Europa digitale verso la disconnessione dei servizi made in USA?

Stefano Gazzella : 2 Agosto 2022 07:00

AutoreStefano Gazzella

La decisione della Commissione europea relativa al Privacy Shield, che riconosceva il livello di protezione adeguato degli Stati Uniti e per l’effetto consentiva l’esportazione dei dati personali in conformità all’art. 45 GDPR, è venuta meno per effetto della nota sentenza Schrems II due anni or sono.

Ora, l’onda lunga della sentenza sta producendo effetti apprensibili non solo dagli esperti di data protection o dagli attivisti dei diritti digitali europei, bensì sta diventando un fatto di cronaca e un elemento che le organizzazioni dovranno necessariamente valutare.

Iscriviti GRATIS ai WorkShop Hands-On della RHC Conference 2025 (Giovedì 8 maggio 2025)

Il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi (o persone di qualsiasi età) alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:

  • Creare Un Sistema Ai Di Visual Object Tracking (Hands on)
  • Social Engineering 2.0: Alla Scoperta Delle Minacce DeepFake
  • Doxing Con Langflow: Stiamo Costruendo La Fine Della Privacy?
  • Come Hackerare Un Sito WordPress (Hands on)
  • Il Cyberbullismo Tra Virtuale E Reale
  • Come Entrare Nel Dark Web In Sicurezza (Hands on)

  • Potete iscrivervi gratuitamente all'evento, che è stato creato per poter ispirare i ragazzi verso la sicurezza informatica e la tecnologia.
    Per ulteriori informazioni, scrivi a [email protected] oppure su Whatsapp al 379 163 8765


    Supporta RHC attraverso:


    Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.

    Nell’ultimo anno, sollecitate per lo più dai reclami di NOYB (l’associazione di attivisti della privacy e dei diritti digitali fondata dallo stesso Maximilian Schrems), le autorità di controllo europee hanno iniziato ad indicare l’illiceità di molti servizi che comportano una possibilità di trasferimento dei dati negli Stati Uniti nonostante la presenza di clausole contrattuali standard predisposte da parte dei fornitori.

    Il motivo?

    In generale, l’inadeguatezza delle misure supplementari predisposte secondo le indicazioni dell’EDPB.

    Infatti, per il trasferimento dei dati verso un paese come gli Stati Uniti che non solo è privo di decisione di adeguatezza ma si è visto dichiarare da una sentenza della CGUE l’inadeguatezza della propria legislazione (in particolare: l’Executive Order 12333 e l’art. 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act, ma è bene notare come anche il Cloud Act ponga le medesime criticità) a presentare tutele analoghe a quelle stabilite dal GDPR non possono essere ritenute sufficienti le sole garanzie adeguate previste dall’art. 46 GDPR.

    Per questo motivo le misure supplementari che sono state predisposte non sono state valutate come sufficienti in ragione della possibilità di accesso ai dati personali trattati dall’importatore (e dunque: il fornitore di servizi) da parte delle Autorità governative e dalle agenzie di intelligence statunitensi con una compressione sproporzionata dei diritti degli interessati.

    La vicenda è un crescendo dal momento che fino ad oggi l’ondata ha investito i servizi di Cloudflare da parte dell’autorità di controllo portoghese, Google Analytics per le autorità di controllo francese, austriaca e italiana, e Google Workspace con un recente provvedimento dell’autorità di controllo danese.

    Si attende uno statement condiviso da parte dell’EDPB a riguardo, che auspicabilmente non dovrebbe tardare ad arrivare al fine di fornire una coerenza all’applicazione della norma in tutti gli Stati membri.

    Ma più che alla valutazione dei singoli servizi oggi si deve guardare all’orizzonte che si profila in seguito al principio di diritto che si sta cristallizzando attraverso i singoli provvedimenti: il fatto che la legislazione statunitense ponga delle “deroghe alla normativa in materia di protezione di dati che eccedono le restrizioni ritenute necessarie in una società democratica”, citando le parole del Garante Privacy.

    Allo stato dei fatti, l’orizzonte che si profila è la disconnessione dai servizi made in USA.

    Salvo che gli Stati Uniti non recedano proprio sulle deroghe previste per l’applicazione della normativa di sicurezza nazionale. O che si raggiunga un nuovo accordo, destinato poi a naufragare con una sentenza Schrems III ovviamente.

    Stefano Gazzella
    Privacy Officer e Data Protection Officer, specializzato in advisoring legale per la compliance dei processi in ambito ICT Law. Formatore e trainer per la data protection e la gestione della sicurezza delle informazioni nelle organizzazioni, pone attenzione alle tematiche relative all’ingegneria sociale. Giornalista pubblicista, fa divulgazione su temi collegati a diritti di quarta generazione, nuove tecnologie e sicurezza delle informazioni.
    Visita il sito web dell'autore

    Articoli in evidenza

    DarkLab intervista HellCat Ransomware! La chiave è “assicurarsi che tutti comprendano la cybersecurity”

    Il ransomware HellCat è apparso nella seconda metà del 2024 e ha attirato l’attenzione degli analisti grazie all’umorismo delle sue dichiarazioni pubbliche. Ricordiamo l’...

    X/Twitter nel Caos! Un Threat Actors pubblica 2.8 Miliardi di Account Compromessi

    Il 28 marzo 2025, un utente del noto forum di cybersecurity BreachForums, con lo pseudonimo ThinkingOne, ha rivelato quello che potrebbe essere il più grande data breach mai registrato nel mondo ...

    Signal è abbastanza sicuro per la CIA e per il CISA. Lo è anche per te?

    Quando Jeffrey Goldberg dell’Atlantic ha fatto trapelare accidentalmente un messaggio di gruppo privato di alti funzionari statunitensi su un possibile attacco contro gli Houthi nello Yemen, ha...

    Addio alle password! La rivoluzione della sicurezza informatica è già iniziata

    Ogni mese diventa sempre più evidente: le password non funzionano più. Gli hacker hanno imparato a eludere anche la protezione a due fattori sfruttando sessioni rubate e milioni di dati comp...

    Alla scoperta della Pseudonimizzazione: Tra definizione e valore giuridico

    La pseudonimizzazione è una tecnica di protezione dei dati definita dall’art. 4(5) del GDPR. Consiste nella trasformazione dei dati personali in modo tale che non possano più essere a...