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Un viaggio nel cervello umano e le differenze di genere

Daniela Farina : 14 Settembre 2022 07:43

Autore: Daniela Farina

La carenza di professionisti nel campo della cybersecurity è preoccupante. Dati i costi crescenti che le violazioni possono avere sui profitti e sulla reputazione delle organizzazioni, occorre affrontare la sfida legata al recruitment impegnandosi nella diversity. In particolare, reclutando le donne che dimostrano continuamente il valore della loro preparazione abbinate a pragmaticità e capacità di analisi tipicamente femminili ma che nel settore informatico hanno una percentuale di impiego molto bassa.
Vediamo insieme le differenze fra il cervello degli uomini e quello delle donne per capire meglio se ci sono delle ragioni di questo gender gap

Le neuroscienze hanno fatto in questi anni progressi ma è molto complesso ed appassionante il funzionamento del cervello. Cercherò di spiegare con parole comprensibili e semplici, evitando se possibile l’oscuro linguaggio scientifico, quanto sia articolato e prezioso il funzionamento del cervello e come tutto ciò che caratterizza la nostra vita ed il progresso che l’accompagna sia possibile proprio grazie a lui. 

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Ci sembra naturale che nel mondo esistano i colori ed i suoni; ci sembra naturale ritornare con la memoria alla nostra infanzia o vivere fantasie nei nostri sogni; ci sembra naturale che uomini e donne agiscano in modo diverso. In realtà, tutto quello che facciamo, per quanto semplice sembri, è il risultato dello straordinario assemblaggio di miliardi di cellule cerebrali. 

Francis Crick, uno degli scopritori del DNA diceva

“Voi, le vostre gioie, i vostri dolori, i vostri ricordi e le vostre ambizioni e la vostra libera scelta non siete altro che il risultato di un vasto assemblaggio di cellule nervose e delle loro molecole collegate”

Un neurone del cervello umano

Il cervello delle donne

Parlare del cervello delle donne e quindi delle differenze con il cervello dell’uomo e delle basi scientifiche che spiegano queste differenze, significa superare preconcetti sviluppatisi nei secoli e per la grande maggioranza non suffragati da basi scientifiche. 

“Maschi e femmine si nasce, ma uomini e donne si diventa”

La realtà è che non esiste un cervello fotocopia tra maschi e femmine. 

Il cervello maschile e quello femminile sono diversi fin dalla nascita, oltre che nell’anatomia anche nel loro modo di funzionare. Si tratta di differenze realizzatesi nel corso di millenni che coinvolgono la genetica, gli ormoni, i comportamenti. 

Le differenze non implicano alcun giudizio di superiorità o inferiorità, di maggiore o minore intelligenza, ma sono semplicemente il risultato del fatto che nel corso dell’evoluzione, uomini e donne hanno svolto ruoli diversi.

Gli uomini e le donne stimano diversamente il tempo, giudicano in modo differente la velocità, sono frequentemente ma non sempre diversamente abili nell’effettuare calcoli matematici, orientarsi nello spazio e nel tempo e visualizzare gli oggetti in tre dimensioni.

Statisticamente le donne sono più brave nella gestione delle relazioni umane e nel riconoscimento delle sfumature emotive come il linguaggio verbale e nella pianificazione dei compiti. 

Perché?

Cominciamo a vedere in cosa differiscono i due cervelli, partendo dalla genetica. Il codice genetico femminile per più del 99 per cento è identico a quello maschile. Tuttavia sappiamo che differenze anche in pochi geni chiave possono avere profonde influenze sulle dimensioni e l’organizzazione del nostro cervello. Le conoscenze di oggi ci dicono che il cervello della donna pesa circa il 12% in meno di quello dell’uomo. Tuttavia se si fa la misura non assoluta ma relativa al peso corporeo, la differenza si annulla. Il quoziente intellettivo, per quanto valga è identico. La realtà è che le intelligenze dell’uomo e della donna sono diverse e complementari.

Nel cervello della donna è stato rilevato un maggior spessore di due strutture che facilitano la comunicazione tra i due emisferi il corpo calloso e la commissura anteriore; le connessioni sono soprattutto trasversali e vanno dall’emisfero destro a quello sinistro e viceversa.In questo modo il cervello femminile, ogni volta che deve interagire con la realtà esterna riesce a reclutare sinapsi in maniera massiva da entrambi gli emisferi, facilitando la comunicazione tra pensiero analitico e pensiero intuitivo. Conseguenza di questo diverso atteggiamento delle fibre è che nelle donne la comunicazione interemisferica è facilitata ed il nostro cervello ha una modalità di funzionamento più globale, più idonea alla comprensione intuitiva dei problemi, anche complessi, rispetto alla procedura razionale e sequenziale, più tipica del sesso maschile. I maschi, al contrario, hanno meno connessioni trasversali e tendono a usare un solo emisfero per volta; nel loro cervello le connessioni corrono soprattutto dalla fronte alla nuca lungo lo stesso emisfero.  In linea di massima, l’uomo possiede un cervello che segue schemi logici più basati sulla razionalità

Nella donna il funzionamento cerebrale sarebbe maggiormente intuitivo mentre nell’uomo il funzionamento dei circuiti nervosi è più rigido. Tutto questo spiegherebbe come le donne siano risultino più brave nel multitasking, ovvero nel fare più cose insieme, realizzino una migliore analisi dei problemi, abbiano migliori abilità sociali, siano più intuitive, dimostrino maggiore empatia, siano più abili a comprendere le espressioni del viso, gli stati d’animo e gli umori altrui.

Da uno studio di risonanza magnetica, è emerso che le donne posseggono fra 14 e 16 aree del cervello destinate alla valutazione del comportamento degli altri, mentre gli uomini ne hanno soltanto da 4 a 6. Altre aree più sviluppate nelle donne sono l’ippocampo, principale centro di formazione dei ricordi e delle aree di emozioni. Ciò spiega perché le donne abbiano più facilità nell’esprimere verbalmente le emozioni e nel ricordare i dettagli degli eventi. 

Una differenza importante per le ripercussioni funzionali che ne possono derivare è quella relativa ad un’area considerata custode delle emozioni l’amigdala, il centro cerebrale della paura, della rabbia, dell’aggressività, caratteristiche maggiormente rappresentate negli uomini. Ciò perché nei due generi, l’amigdala funziona in modo molto diverso. L’amigdala nelle donne viene attivata più facilmente da sfumature emotive più sottili che sanno cogliere prima e meglio.

Gli ormoni sessuali infine giocano un ruolo determinante nelle differenze di genere di cui vi ho parlato. La secrezione di estrogeni è necessaria a stimolare lo sviluppo delle ovaie e del cervello a scopi riproduttivi, allo stesso tempo stimola lo sviluppo dei circuiti cerebrali differenti, sollecita la crescita di neuroni, incrementa ulteriormente i centri deputati all’osservazione, alla comunicazione e perfino alla protezione. 

I meccanismi del cervello non sono cambiati molto in un milione di anni, ma l’epoca moderna ha comportato in due secoli profondi cambiamenti del contesto ponendo nuove sollecitazione e sfide che stanno mutando profondamente e rapidamente i ruoli nella società e di conseguenza, i ritmi fisiologici. Ma cambierà allora prima o poi anche il nostro cervello? 

È probabile che in futuro, i due cervelli, quello maschile e quello femminile, per adattarsi alle nuove condizioni, diventino diversi da come sono oggi. Il cambiamento è sempre positivo e non è mai doloroso come si pensa, solo la resistenza al cambiamento lo è!

Un tuffo nel passato : il cervello delle donne

Grace Murray Hopper è stata una pioniera nel campo dell’informatica, la sua curiosità fu per lei la spinta motivazionale della sua carriera e del raggiungimento dei suoi traguardi

Grace Hopper, pioniera nel campo dell’informatica

E di donne come lei, in grado di mettersi in gioco, con coraggio e determinazione ne citiamo di seguito alcune.

Esse cavalcando il cambiamento e hanno dato il proprio contributo all’umanità

  • Ada Lovelace Byron (1815-1852) la prima programmatrice che elaborò un algoritmo per la macchina analitica, che avrebbe consentito di calcolare i numeri di Bernoulli;
  • Hedy Lamarr (1914-2000) che oltre ad essere una diva del cinema fu una grande inventrice. Ha sviluppato un sistema di guida a distanza per siluri;
  • Katherine Johnson scienziata e fisica (1918 – 2020) che contribuì allo sviluppo dell’aereonautica ed ai programmi spaziali della NASA;
  • Karen Sparck Jones (1935- 2007). che dopo una laurea in filosofia, si dedicò al mondo dei computer, divenendo docente di informatica a Cambridge e fu l’ideatrice alla base dei moderni motori di ricerca;
  • Margaret Hamilton (1936-1992) direttrice del Software Engineering Division del MIT Instrumentation Laboratory  che sviluppò il programma di bordo per il programma spaziale Apollo;
  • Margherita Hack astrofisica, accademica (1922-2013) La prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987.

Conclusioni 

Siamo arrivati alla fine del nostro straordinario viaggio nel cervello e dopo aver visto quali sono le differenze tra i due cervelli ed aver ricordato che alcune donne, in passato, grazie alle proprie capacità mentali sono riuscite a fare la differenza apportando un contributo scientifico e tecnologico, abbiamo compreso anche che non ci sono differenze sostanziali tali da impedire alle donne di mettersi in gioco nella cybersecurity. Uomini e donne si completano a vicenda nelle loro capacità, attitudine al rischio e alla collaborazione, portando prospettive diverse sul posto di lavoro. Il campo della sicurezza informatica, può trarre solo vantaggio da uno spazio di lavoro diversificato e inclusivo

L’uomo non è solo intelligenza. L’uomo è anche emozioni! 

Cuore e cervello: sono davvero “nemici”? – la luce interiore

E come ripeteva Rita Levi Montalcini “Rare sono le persone che usano la mente poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambi.” 

Non dimentichiamoci mai che siamo esseri piccolissimi al limite della vastità dell’universo e che dobbiamo considerare la vita e la nostra intelligenza umana miracoli preziosi. Speriamo che questo limiti il nostro desiderio di onnipotenza non ci spinga a cercare al di fuori di noi stessi coscienze artificiali, surrogati di una realtà già bellissima, e che l’umanità affidandosi alla filosofia della sua lunga vita, mantenga sempre il controllo sulle tecnologie perché i protagonisti di questa storia siamo tutti noi! 

Prossimamente approfondiremo insieme anche il meraviglioso mondo delle emozioni ed in particolare delle 5 emozioni che sfruttano gli hacker per colpirci. 

Stay tuned 

Daniela Farina
Laureata in Filosofia e Psicologia, counselor professionista, appassionata di work life balance e di mindfulness, Risk Management Specialista in FiberCop S.p.a.