Gabriele Bertolini : 15 Agosto 2024 16:24
Microsoft ha avvisato gli utenti di una vulnerabilità critica TCP/IP che consente l’esecuzione di codice remoto ( RCE ) su tutti i sistemi Windows con IPv6 abilitato per impostazione predefinita.
Si tratta del CVE-2024-38063 (punteggio CVSS: 9,8), una vulnerabilità di Integer Underflow che può essere sfruttata dagli aggressori per causare un buffer overflow ed eseguire codice arbitrario su sistemi Windows 10, Windows 11 e Windows Server vulnerabili. Il bug è stato scoperto da un ricercatore di sicurezza del Kunlun Lab conosciuto con lo pseudonimo di XiaoWei.
XiaoWei ha sottolineato che, data la gravità della minaccia, non rivelerà ulteriori dettagli nel prossimo futuro. Il ricercatore ha inoltre osservato che il blocco di IPv6 attraverso il firewall locale di Windows non impedirà lo sfruttamento della vulnerabilità, poiché il bug viene attivato prima che il firewall elabori i pacchetti.
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Microsoft ha spiegato nella sua comunicazione ufficiale che gli aggressori possono sfruttare il bug da remoto inviando ripetutamente pacchetti IPv6 appositamente predisposti. Il problema è caratterizzato da una bassa complessità di sfruttamento, che aumenta la probabilità del suo utilizzo negli attacchi. L’azienda ha notato che vulnerabilità simili sono state in passato oggetto di attacchi, il che rende questo errore particolarmente attraente per gli aggressori.
Per coloro che non possono installare immediatamente gli ultimi aggiornamenti di sicurezza, Microsoft consiglia di disattivare IPv6 per ridurre il rischio di attacchi. Tuttavia, l’azienda avverte che la disattivazione di IPv6 potrebbe causare il malfunzionamento di alcuni componenti di Windows , poiché il protocollo è una parte obbligatoria del sistema operativo.
Trend Micro ha definito ilCVE-2024-38063 una delle vulnerabilità più gravi risolte da Microsoft nell’ambito dell’attuale aggiornamento di sicurezza. L’azienda ha sottolineato che la vulnerabilità ha lo status di “wormable“, il che significa che può diffondersi tra i sistemi senza l’interazione dell’utente, in modo simile ai worm informatici. Trend Micro ha inoltre ricordato che IPv6 è abilitato per impostazione predefinita su quasi tutti i dispositivi, il che rende difficile prevenire gli attacchi.