Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Redazione RHC : 30 Dicembre 2023 17:12
Ricercatori tedeschi hanno scoperto che il popolare Super Mario Odyssey, sviluppato per Nintendo Switch, riduce di quasi la metà i sintomi della depressione.
Lo studio, pubblicato su Frontiers in Psychiatry , ha anche scoperto che i partecipanti al gruppo di videogiochi 3D hanno mostrato livelli più elevati di motivazione all’allenamento.
Per dimostrarlo, i tedeschi hanno condotto un esperimento, dividendo 46 persone con depressione accertata in tre gruppi. Il primo gruppo ha giocato a Super Mario Odyssey per sei settimane di fila. Il secondo invece ha giocato con il programma per l’allenamento delle funzioni cognitive CogPack. Il terzo gruppo di soggetti è stato sottoposto a trattamento farmacologico e psicoterapia.
Sei un Esperto di Formazione?
Entra anche tu nel Partner program!
Accedi alla sezione riservata ai Creator sulla nostra Academy e scopri i vantaggi riservati ai membri del Partner program.
Per ulteriori informazioni, scrivici ad [email protected] oppure su Whatsapp al 379 163 8765
Supporta RHC attraverso:
Risultato: il primo gruppo ha ottenuto i risultati più alti. I giocatori di Mario hanno ottenuto una valutazione migliore del 50% rispetto a quelli che si sono allenati con CogPack. Le persone che si sono sottoposte al ciclo di trattamento classico non hanno mostrato alcun risultato positivo.
Attenzione: questo non significa che a chi soffre di depressione debbano essere prescritte sessioni di Super Mario Odyssey. Gli autori dello studio ritengono che gli effetti positivi di giocare a un videogioco 3D siano il risultato del duro lavoro dell’ippocampo e della memoria visuospaziale.
Gli scienziati suggeriscono che in futuro alle persone che soffrono di depressione potrebbe effettivamente essere consigliato di giocare a videogiochi più spaziali, ma il trattamento sarà più efficace se sarà accompagnato non solo dai giochi, ma anche da corsi di psicoterapia.
Redazione