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Sospesa l’estradizione di Julian Assange. Il Regno Unito chiede garanzie contro la pena di morte

Redazione RHC : 27 Marzo 2024 12:10

Il caso di estradizione del fondatore di WikiLeaks Julian Assange negli Stati Uniti è giunto a una nuova conclusione. L’Alta Corte di Inghilterra e Galles ha temporaneamente sospeso il processo di estradizione dell’uomo alle autorità americane, riferisce Reuters.

I giudici hanno stabilito che gli Stati Uniti devono fornire garanzie che Assange non sarà soggetto alla pena di morte. Altrimenti, il 16 aprile, gli sarà consentito presentare ricorso completo sulla questione dell’estradizione.

I pubblici ministeri statunitensi chiedono da anni l’estradizione del 52enne australiano per affrontare un processo su 18 capi di imputazione ai sensi della legge sullo spionaggio. Dopo che la Gran Bretagna ha dato il via libera alla sua estradizione lo scorso anno, gli avvocati di Assange hanno lanciato un disperato tentativo per contestare la decisione nei tribunali inglesi.

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La decisione della corte afferma che “Assange non sarà estradato immediatamente”. Il fondatore di WikiLeaks potrebbe presentare ricorso contro la decisione di estradizione del Regno Unito nel 2022 se Washington non fornirà alla corte “garanzie soddisfacenti” entro tre settimane.

La richiesta è il fatto che Assange abbia il diritto di invocare il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti (protegge la libertà di parola), e che avrà diritto alle stesse tutele dei cittadini statunitensi e non sarà condannato a morte.

A riprova di quest’ultima tesi sono state citate le parole dell’ex presidente Donald Trump. Nel 2010, commentando le pubblicazioni di WikiLeaks, disse: “Penso che questo dovrebbe essere punibile con la pena di morte o qualcosa di simile”.

Se il governo degli Stati Uniti non fornisce tali garanzie, Assange avrà il diritto di contestare la decisione del capo del Ministero degli Interni britannico sulla sua estradizione e la corte esaminerà nuovamente gli argomenti della sua difesa, che insiste sul fatto che la sua vita e la sua salute sarebbe in pericolo se estradato negli Stati Uniti.

Allo stesso tempo, i giudici hanno respinto altri due argomenti della difesa di Assange: la presunta motivazione politica del caso e l’impossibilità di un giusto processo contro Assange negli Stati Uniti. Ha inoltre respinto l’affermazione secondo cui le agenzie di intelligence statunitensi stavano pianificando il suo rapimento o omicidio.

Una nuova udienza è prevista per il 20 maggio. In caso di rifiuto definitivo, l’ultima risorsa di Assange sarà un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per bloccare la sua estradizione negli Stati Uniti. Ha già trascorso più di 13 anni nelle carceri britanniche e nell’ambasciata ecuadoriana, e i parenti dicono che la sua salute fisica e mentale sta rapidamente peggiorando.

In precedenza, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti stava valutando la possibilità di offrire al fondatore di WikiLeaks Julian Assange un patteggiamento che gli avrebbe permesso di essere rilasciato in cambio di una “dichiarazione di colpevolezza”.

Redazione
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