
Gli scienziati australiani hanno sviluppato un nuovo tipo di fotocamera per robot che preserva la privacy elaborando e distorcendo le informazioni visive prima che vengano digitalizzate a tal punto da rendere le immagini irriconoscibili.
La ricerca è stata sviluppata congiuntamente dall’Università di Sydney e dalla Queensland University of Technology, mira a migliorare la privacy in un’era in cui le case e i luoghi di lavoro sono sempre più dotati di dispositivi intelligenti come robot aspirapolvere e droni per le consegne che registrano costantemente video e fotografie ambientali.
Le immagini distorte possono essere utilizzate dai robot per svolgere le loro funzioni, ma non contengono informazioni sufficienti per violare la privacy. Adam Taras, uno degli autori dello studio, sottolinea che i dispositivi intelligenti non dovrebbero diventare strumenti di sorveglianza.
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La particolarità dell’approccio proposto è che l’elaborazione delle immagini avviene a livello ottico e analogico dell’elettronica della fotocamera, il che rende le immagini protette dagli attacchi degli hacker ancor prima che vengano digitalizzate.
Tali telecamere possono essere utilizzate in una varietà di aree in cui la privacy e la sicurezza sono importanti, inclusi magazzini, ospedali, fabbriche, scuole e aeroporti. I ricercatori intendono anche creare prototipi fisici delle telecamere per dimostrare come funziona nella pratica la tecnologia.
Il professor Nico Zunderhauf, vicedirettore della Queensland University of Technology, ha affermato che spera che il nuovo design del sensore venga adottato dall’industria e trovi un uso diffuso.
Lo studio, pubblicato sul Journal of Responsible Technology, sottolinea l’importanza di sviluppare tecnologie robotiche che rispondano alle legittime preoccupazioni degli utenti in materia di privacy.
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