Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca

RipperSec rivendica un attacco DDoS alla Ferrari

Inva Malaj : 11 Agosto 2024 08:30

Recentemente il Gruppo Hacktivista “RipperSec” ha rivendicato di aver attaccato il sito globale di Ferrari in nome della giustizia per la Palestina.

Il gruppo hacktivista noto come “RipperSec” ha rivendicato la responsabilità di un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) che ha messo in disservizio parziale e per un breve periodo il sito web globale di Ferrari.

In un post condiviso su Telegram, il gruppo ha pubblicato uno screenshot che mostra il sito di Ferrari con un errore 500, evidenziando il successo del loro attacco.

FINO AL 31 DICEMBRE, sconti estremi sui corsi Red Hot Cyber

Affrettati!

Fino al 31 dicembre potrai acquistare a prezzi scontati i nostri corsi cliccando sui seguenti coupon:

  • NIS2 : Network and Information system 2 scontato del 25%
  • Dark Web & Cyber Threat Intelligence scontato del 50%

  • Per ulteriori informazioni, scrivi a [email protected] oppure su Whatsapp al 379 163 8765


    Supporta RHC attraverso:


    Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.

    Al momento, il sito risulta essere perfettamente online.

    Il messaggio di “RipperSec” non si limita solo a rivendicare l’attacco, ma include anche un forte messaggio politico: “Aprite gli occhi, questo è genocidio, non autodifesa”, accompagnato dagli hashtag #FreePalestine e #ForJustice.

    Questo chiarisce che l’azione del gruppo è motivata da una protesta contro quella che percepiscono come un’ingiustizia verso il popolo palestinese.

    A sostegno delle loro affermazioni, il gruppo ha condiviso un link a un report su “check-host.net” che sembra fungere da prova dell’attacco riuscito.

    Il logo utilizzato da RipperSec, che include un teschio coronato e due leoni rampanti, rafforza l’immagine di un’organizzazione pronta a combattere per le proprie convinzioni di hacktivismo.

    Il caso evidenzia ancora una volta come, in un contesto dove le motivazioni politiche e sociali possono innescare azioni di cyber-attivismo su larga scala, le aziende globali possono essere vulnerabili a questo genere di attacchi.

    Sembra che il gruppo RipperSec non si fermerà qui e potrebbe già avere in mente nuovi obiettivi per portare avanti la loro campagna.

    Come nostra consuetudine, lasciamo sempre spazio ad una dichiarazione da parte dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti sulla vicenda. Saremo lieti di pubblicare tali informazioni con uno specifico articolo dando risalto alla questione.

    RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono utilizzare la mail crittografata del whistleblower.

    Inva Malaj
    Studente con una solida formazione in gestione delle minacce di sicurezza informatica, intelligenza artificiale, etica dell'AI e trasformazione digitale. Attualmente impegnata in uno stage curriculare di 800 ore in Security Threat Management presso TIM, che è parte integrante del corso di formazione "Digital Transformation Specialist" presso l'ITS Agnesi a Roma. Ho completato il corso di Dark Web - Threat Management e sono parte attiva del Team DarkLab di Red Hot Cyber.