Redazione RHC : 26 Gennaio 2025 09:32
Il trojan QBot (Qakbot) attira nuovamente l’attenzione degli specialisti di sicurezza informatica. Il malware, attivo dal 2007, rimane uno degli esempi più persistenti di trojan bancari che si è evoluto in una potente piattaforma di attacco.
Nell’agosto 2024, le forze dell’ordine hanno condotto un’operazione su larga scala per reprimere le attività degli operatori QBot. Ora ZScaler ha scoperto una connessione tra la funzionalità di QBot e altre minacce, incluso il malware Zloader, che utilizza il tunneling DNS per trasferire segretamente i dati.
Durante l’analisi dei file dannosi i ricercatori hanno rivelato dettagli interessanti. Uno dei campioni rilevati, contenente un archivio “pack.dat“, includeva diversi componenti sospetti, inclusi file exe e dll che lavorano insieme per decrittografare un file PE nascosto che avvia ulteriori attività dannose.
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L’algoritmo di crittografia RC4 utilizzato indica un elevato livello di sofisticazione da parte dei criminali informatici.
Lo studio ha confermato che QBot si è evoluto, introducendo una nuova struttura modulare che consente di utilizzare il Trojan come piattaforma per l’esecuzione di altri moduli dannosi. Ad esempio, il nuovo modulo BackConnect è stato progettato per monitorare i processi e trasmettere informazioni sui sistemi infetti attraverso canali crittografati.
Gli esperti hanno scoperto che il modulo utilizza funzioni di basso livello per controllare i processi e accedere al registro di Windows, oltre che per aggirare i meccanismi di sicurezza standard e analizzare il funzionamento del sistema.
Un ulteriore monitoraggio ha rivelato che l’attività di QBot era correlata alla campagna ransomware BlackBasta. Le tattiche moderne come il sideloading consentono ai criminali di sviluppare attacchi e aggirare efficacemente i metodi di difesa tradizionali. I ricercatori avvertono che tali tecniche potrebbero essere utilizzate per ulteriori attacchi ransomware.
Per contrastare la minaccia, ZScaler ha pubblicato le regole YARA per identificare nuove versioni di malware. Tuttavia, l’efficacia delle misure dipende dalla velocità della loro attuazione nei sistemi di protezione.
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