Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca

Nuovi attacchi DDoS di NoName057(16) colpiscono l’Italia. Dal sito di Giorgia Meloni alla Consob nel mirino dei filorussi

Chiara Nardini : 21 Novembre 2023 11:28

Gli hacker di NoName057(16) riavviano le attività ostili contro diversi obiettivi italiani, con attacchi di distributed denial of a service (DDoS). Questa volta a farne le spese sono il sito di Giorgia Meloni, il sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la Consob, l’Assosim e l’AGCOM.

Messaggio pubblicato sul canale Telegram di NoName

Un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) è un tipo di attacco informatico in cui un grande numero di computer o dispositivi connessi a Internet (noti come botnet) inviano una grande quantità di traffico in una rete o su un sito web specifico, allo scopo di renderlo inaccessibile o di abbassarne le prestazioni.

Il risultato di un attacco DDoS è che il server o il sito web bersaglio diventa sovraccarico di richieste, in modo da non essere in grado di elaborare tutte le richieste valide, causando un rallentamento del servizio o addirittura il blocco completo dell’accesso. Ciò può causare interruzioni nei servizi online e nei siti web, causando danni finanziari, reputazionali o di altro tipo per le organizzazioni colpite.

FINO AL 31 DICEMBRE, sconti estremi sui corsi Red Hot Cyber

Affrettati!

Fino al 31 dicembre potrai acquistare a prezzi scontati i nostri corsi cliccando sui seguenti coupon:

  • NIS2 : Network and Information system 2 scontato del 25%
  • Dark Web & Cyber Threat Intelligence scontato del 50%

  • Per ulteriori informazioni, scrivi a [email protected] oppure su Whatsapp al 379 163 8765


    Supporta RHC attraverso:


    Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.

    NoName057(16) riportano quanto segue:

    Zelenskyj ha parlato al telefono con il primo ministro italiano Giorgia Meloni. 
    
    Discusse nuove sanzioni contro la Federazione Russa (ovviamente inutili) e ulteriore cooperazione in termini di utilizzo del denaro italiano per sponsorizzare i terroristi ucraini
    
    La Meloni ha ricevuto anche un invito personale da Zelenskyj al vertice “Grano dall'Ucraina” (che onore, vi sembra?)
    
    Certo, Georgia, vai a vedere in quali tasche affluiscono i soldi dei tuoi contribuenti, mentre l'Italia accumula nuovi problemi interni, e cresce sempre di più il crescente malcontento della popolazione locale!
    
    Andiamo al segmento italiano di Internet:
    
    Per prima cosa abbiamo forzato la chiusura del sito web di Georgia Meloni dagli IP stranieri:
    check-host.net/check-report/13632084kf19
    
    Sottosettori dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli:
    Servizio telematico doganale:
    check-host.net/check-report/136305e6kc6b
    check-host.net/check-report/13630d37k3c2
    
    Servizi di autorizzazione:
    check-host.net/check-report/136308f2k48
    check-host.net/check-report/13630ad6k379
    
    Domanda di adesione:
    check-host.net/check-report/13630f02k303
    
    Commissione per i titoli e gli scambi:
    check-host.net/check-report/136312e8ke9e
    
    Associazione degli intermediari finanziari:
    check-host.net/check-report/136316f7k4a0
    
    Commissariato Generale per il Mercato e la Concorrenza (chiuso da geo):
    check-host.net/check-report/13631b65k263
    
    SeguiciVersione russa|Progetto DDoS|Canale di prenotazione

    Il geolocking – anche noto come geoblocking – è una tecnica utilizzata per limitare l’accesso a contenuti online in base alla posizione geografica dell’utente. In pratica, il geolocking impedisce agli utenti (o a dei bot malevoli) di accedere a determinati contenuti o servizi online a meno che non si trovino in una determinata area geografica o regione specifica.

    Nel caso degli attacchi DDoS, abilitare il geolocking significa ridurre la potenza di attacco dei computer infetti che inviano richieste malevole verso il server target. Ne deriva che da una specifica posizione geografica non sarà più possibile accedere al servizio (sito web) sia da un client lecito che da uno illecito (bot).

    Chi sono gli hacktivisti di NoName057(16)

    NoName057(16) è un gruppo di hacker che si è dichiarato a marzo del 2022 a supporto della Federazione Russa. Hanno rivendicato la responsabilità di attacchi informatici a paesi come l’Ucraina, gli Stati Uniti e altri vari paesi europei. Questi attacchi vengono in genere eseguiti su agenzie governative, media e siti Web di società private

    Le informazioni sugli attacchi effettuati da NoName057(16) sono pubblicate nell’omonimo canale di messaggistica di Telegram. Secondo i media ucraini, il gruppo è anche coinvolto nell’invio di lettere di minaccia ai giornalisti ucraini. Gli hacker hanno guadagnato la loro popolarità durante una serie di massicci attacchi DDOS sui siti web lituani.

    Le tecniche di attacco DDoS utilizzate dal gruppo sono miste, prediligendo la “Slow http attack”.

    Che cos’è un attacco Distributed Denial of Service

    Un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) è un tipo di attacco informatico in cui vengono inviate una grande quantità di richieste a un server o a un sito web da molte macchine diverse contemporaneamente, al fine di sovraccaricare le risorse del server e renderlo inaccessibile ai suoi utenti legittimi.

    Queste richieste possono essere inviate da un grande numero di dispositivi infetti da malware e controllati da un’organizzazione criminale, da una rete di computer compromessi chiamata botnet, o da altre fonti di traffico non legittime. L’obiettivo di un attacco DDoS è spesso quello di interrompere le attività online di un’organizzazione o di un’azienda, o di costringerla a pagare un riscatto per ripristinare l’accesso ai propri servizi online.

    Gli attacchi DDoS possono causare danni significativi alle attività online di un’organizzazione, inclusi tempi di inattività prolungati, perdita di dati e danni reputazionali. Per proteggersi da questi attacchi, le organizzazioni possono adottare misure di sicurezza come la limitazione del traffico di rete proveniente da fonti sospette, l’utilizzo di servizi di protezione contro gli attacchi DDoS o la progettazione di sistemi resistenti agli attacchi DDoS.

    Occorre precisare che gli attacchi di tipo DDoS, seppur provocano un disservizio temporaneo ai sistemi, non hanno impatti sulla Riservatezza e Integrità dei dati, ma solo sulla loro disponibilità. pertanto una volta concluso l’attacco DDoS, il sito riprende a funzionare esattamente come prima.

    Che cos’è l’hacktivismo cibernetico

    L’hacktivismo cibernetico è un movimento che si serve delle tecniche di hacking informatico per promuovere un messaggio politico o sociale. Gli hacktivisti usano le loro abilità informatiche per svolgere azioni online come l’accesso non autorizzato a siti web o a reti informatiche, la diffusione di informazioni riservate o il blocco dei servizi online di una determinata organizzazione.

    L’obiettivo dell’hacktivismo cibernetico è di sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni importanti come la libertà di espressione, la privacy, la libertà di accesso all’informazione o la lotta contro la censura online. Gli hacktivisti possono appartenere a gruppi organizzati o agire individualmente, ma in entrambi i casi utilizzano le loro competenze informatiche per creare un impatto sociale e politico.

    È importante sottolineare che l’hacktivismo cibernetico non deve essere confuso con il cybercrime, ovvero la pratica di utilizzare le tecniche di hacking per scopi illeciti come il furto di dati personali o finanziari. Mentre il cybercrime è illegale, l’hacktivismo cibernetico può essere considerato legittimo se mira a portare all’attenzione pubblica questioni importanti e a favorire il dibattito democratico. Tuttavia, le azioni degli hacktivisti possono avere conseguenze legali e gli hacktivisti possono essere perseguiti per le loro azioni.

    La tecnica del “Slow Http Attack”

    L’attacco “Slow HTTP Attack” (l’articolo completo a questo link) è un tipo di attacco informatico che sfrutta una vulnerabilità dei server web. In questo tipo di attacco, l’attaccante invia molte richieste HTTP incomplete al server bersaglio, con lo scopo di tenere occupate le connessioni al server per un periodo prolungato e impedire l’accesso ai legittimi utenti del sito.

    Nello specifico, l’attacco Slow HTTP sfrutta la modalità di funzionamento del protocollo HTTP, che prevede che una richiesta HTTP sia composta da tre parti: la richiesta, la risposta e il corpo del messaggio. L’attaccante invia molte richieste HTTP incomplete, in cui il corpo del messaggio viene inviato in modo molto lento o in modo incompleto, bloccando la connessione e impedendo al server di liberare le risorse necessarie per servire altre richieste.

    Questo tipo di attacco è particolarmente difficile da rilevare e mitigare, poiché le richieste sembrano legittime, ma richiedono un tempo eccessivo per essere elaborate dal server. Gli attacchi Slow HTTP possono causare tempi di risposta molto lenti o tempi di inattività del server, rendendo impossibile l’accesso ai servizi online ospitati su quel sistema.

    Per proteggersi da questi attacchi, le organizzazioni possono implementare soluzioni di sicurezza come l’uso di firewall applicativi (web application firewall o WAF), la limitazione delle connessioni al server e l’utilizzo di sistemi di rilevamento e mitigazione degli attacchi DDoS.

    Chiara Nardini
    Esperta di Cyber Threat intelligence e di cybersecurity awareness, blogger per passione e ricercatrice di sicurezza informatica. Crede che si possa combattere il cybercrime solo conoscendo le minacce informatiche attraverso una costante attività di "lesson learned" e di divulgazione. Analista di punta per quello che concerne gli incidenti di sicurezza informatica del comparto Italia.