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Mondo vero e mondo fittizio : analisi psicologica e filosofica di Matrix film del 1999 di Lana e Lilly Wachowski

Daniela Farina : 27 Novembre 2022 09:00

Autore: Daniela Farina

Fin troppe volte abbiamo detto che al giorno d’oggi, i social network sono diventati parte integrante della nostra vita quotidiana: è ormai naturale contattare un conoscente con un messaggio Whatsapp, postare una foto ricordo su Instagram o condividere con gli amici di Facebook i propri pensieri del momento, dedicando una quantità non indifferente del nostro tempo davanti ad uno schermo.

Innumerevoli sono gli studi che mostrano le conseguenze negative di un’esposizione prolungata ai social e con l’arrivo del metaverso potrebbero assumere proporzioni ben più grandi. Per questa ragione,ho deciso di partire proprio dal film Matrix, un capolavoro che già nel 1999 non soltanto racconta di un futuro distopico,anticipando il metaverso ma è ricco di metafore ed interpretazioni diventando subito un cult anche per l’impatto sulla cultura e l’immaginario collettivo.È figlio della paranoia di fine millennio, dell’isteria di massa e della paura verso il futuro e le nuove tecnologie: prima su tutti Internet.

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Thomas A. Anderson (Keanu Reeves)  è un anonimo dipendente di una azienda informatica, che passa le sue notti al computer ed è una celebrità tra gli hacker con il soprannome di Neo.

Neo entra in contatto con altri hacker (o presunti tali) che gli rivelano che la nostra realtà altro non è che un programma generato da macchine.

MORPHEUS “Matrix è ovunque, è intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’ avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la veritàNEO: Quale verità?MORPHEUS: Che tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene. Sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha muri, che non ha odore. Una prigione, per la tua mente”

Matrix ha generato una serie infinita di riflessioni in moltissimi ambiti e non solo tra gli appassionati di fantascienza. 

Vediamo da vicino, ad esempio alcune metafore.

La metafora usata esplicitamente nel film è quella di Alice, il personaggio di Lewis Carroll che, all’inizio del romanzo “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, ruzzola nella tana del Bianconiglio e finisce in un mondo pieno di stranezze. Quelle avventure segneranno la formazione di Alice e il suo passaggio nell’età adulta.In Matrix Alice è Thomas Anderson e anche lui alla fine del film non sarà più lo stesso: sarà passato completamente alla sua identità di Neo. Anche Thomas/Neo segue un coniglio bianco, come gli suggerisce una scritta apparsa improvvisamente sullo schermo del suo computer. Neo il cui nome nel mondo del film è Thomas Anderson, vive tormentato da varie domande sull’esistenza e sulla realtà avvertendo, come capita a pochi eletti, che qualcosa in ciò che lo circonda non torna.

MORPHEUS :“Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d’affari, insegnanti, avvocati, falegnami…. le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo”

Matrix è la realtà virtuale che è ovunque, intorno a noi.

Thomas Anderson è un uomo che vive nella costante sensazione di non sapere se è sveglio o sta sognando. Ha una doppia vita: da un lato è un programmatore informatico in una grande azienda, dall’altro un hacker che nell’ambiente si fa chiamare Neo e che ha commesso molti illeciti. Per conoscere cosa è Matrix e fare luce sulle sue sensazioni strane, Neo deve scegliere se vuole conoscere una crudele verità. La scelta si concretizza tra la pillola rossa e la pillola blu.

MORPHEUS “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più”.

Il film rappresenta la nostra vita ed è un film geniale, divertente, inquietante, in sintesi, la  metafora dell’asservimento dell’uomo alla tecnologia, alle macchine, al quarto potere, a se stesso.

Un film d’azione ma profondamente filosofico perchè ripropone alcuni temi delle correnti di pensiero della filosofia antica e moderna. Vediamo insieme gli aspetti filosofici

Si parte dal mito della caverna di Platone. Il film ruota sulla dicotomia tra realtà e finzione; Neo è il prigioniero che lascia la caverna, per liberarsi delle illusioni e dalla finzione che essa genera. Una volta accettata la dura realtà, rientra nella caverna (in questo caso in Matrix) per liberare gli altri, come Morpheus ha fatto con lui. Il contrasto tra Matrix (il mondo sensibile e percepito) e l’arido mondo reale richiama anche il velo di Maya di Arthur Schopenhauer ovvero la rappresentazione, una realtà illusoria, che nasconde la verità.

Le intelligenze artificiali che coltivano e sfruttano gli esseri umani come fonti di energia per la propria sussistenza sono come la Volontà, il cieco impulso di vivere che inganna l’umanità, di cui parla il filosofo tedesco, secondo cui, per liberarsi dal dolore servono persone eccezionali, geni e santi, oltre all’arte, e alla pietà. In Matrix questa persona eccezionale è Neo: uomo, amico, innamorato, eroe, salvatore, che alla fine può compiere imprese eccezionali, perché è pienamente consapevole di se stesso.

E poi c’è René Descartes (Renato Cartesio) e il suo cogito ergo sum. Neo, come Cartesio, mette in dubbio tutto (sono sveglio o sto sognando?) anche la sua stessa esistenza, perché, prima di essere liberato, il suo pensiero è dentro il mondo di Matrix, esiste solo lì. Matrix è una traduzione narrativa del dubbio metafisico, Neo è un soggetto pensante e proprio per questo la sua non è un’esistenza semplice.

Ma troviamo anche  Soren Kierkegaard con il tema della scelta e il legame tra possibilità e libertà, centrale nel pensiero del filosofo, come in tutto il film. Non solo nel dilemma iniziale tra pillola rossa o pillola blu, ma anche nel momento in cui Neo deve capire se è l’Eletto o meno e gli viene spiegato che solo lui può saperlo. Neo dunque si sveglia dal sonno profondo in cui è stato immerso e riesce a liberarsi, evadendo e spezzando le catene. Quel sonno rappresenta la condizione comune di noi uomini, la dicotomia tra realtà ed ambiente virtuale

Conclusione

Il messaggio fondamentale è uno: la scelta è sempre e solo nostra, come ci viene rimarcato a caratteri cubitali in un lapidario scambio di battute tra Morpheus e Neo, poco prima che questo scopra la verità sulla sua esistenza

MORPHEUS: “Tu credi nel destino, Neo?

“NEO: “No.”

MORPHEUS: “Perché no?”

NEO: “Perché non mi piace l’idea di non poter gestire la mia vita

La presa di coscienza da parte nostra, è sempre molto dura, tanto da non capire cosa sia reale e cosa sia un sogno ma ricordiamocene non è impossibile!  

La consapevolezza è il primo passo e sicuramente il più importante per essere liberi e non schiavi!

L’essere consapevole di ciò che si è e di ciò che si fa, deve essere un processo continuo e soprattutto deve portare l’individuo a cambiare i propri comportamenti.È spesso sinonimo di coscienza.

Esser consapevoli vuol dire essere coscienti, essere svegli !

Molto spesso non lo siamo ed al mattino attiviamo prima di uscire di casa il cosiddetto “pilota automatico” che ci porta a non essere vigili.

Dobbiamo quindi avere maggiore consapevolezza nella nostra vita e non dimentichiamoci mai di avere anche maggiore consapevolezza informatica, dal momento che i nostri dati sono un bene supremo da proteggere.

Le minacce informatiche hanno avuto una vera e propria escalation negli ultimi anni e sebbene il tema della cybersecurity sia stato posto sempre più all’attenzione del legislatore nazionale ed europeo, emerge ancora la mancanza di un’adeguata consapevolezza nei confronti delle minacce informatiche.

Tutti ormai oggi sentono parlare di sicurezza informatica ma bisogna essere consci, vigili, consapevoli dei rischi provenienti dalla rete perchè come dice Morpheus :” Una cosa è conoscere la strada giusta, altra cosa è imboccarla”

Riflettiamoci sempre ogni giorno nelle piccole e grandi cose della vita.

Stay tuned

Daniela Farina
Laureata in Filosofia e Psicologia, counselor professionista, appassionata di work life balance e di mindfulness, Risk Management Specialista in FiberCop S.p.a.