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M-Trends 2024: Il Dwell Time Si Riduce, Ma L’Attacco di Ransomware Cresce

Antonio Capobianco : 2 Maggio 2024 09:06

Il “dwell time” è un termine chiave che si riferisce al periodo di tempo che intercorre tra il momento in cui un attaccante riesce a infiltrarsi in un sistema e il momento in cui viene rilevato.

Questo indicatore è di cruciale importanza perché, quanto più lungo è il dwell time, tanto maggiore è il danno potenziale che un attaccante può infliggere all’infrastruttura compromessa. Questo può includere il furto di dati sensibili, l’installazione di malware, e la preparazione di attacchi successivi, tra gli altri.

La sua riduzione è quindi un obiettivo fondamentale per le aziende che cercano di rafforzare le loro difese contro le minacce. Un tempo di permanenza ridotto significa che le intrusioni vengono scoperte e mitigate più rapidamente, limitando così il danno potenziale e aumentando la sicurezza complessiva.

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Il rapporto “M-Trends 2024” di Mandiant ha fornito alcune rivelazioni significative e numeri dettagliati riguardo alla situazione attuale di questa ed altre metriche di sicurezza. Ecco i punti salienti:

  • Riduzione del Dwell Time: Nel 2023, il tempo medio globale di permanenza degli attaccanti è stato il più basso registrato dal 2011, quando Mandiant ha iniziato a tracciare questa metrica. Il dwell time è diminuito di quasi una settimana, passando dai 16 giorni del 2022 ai 10 giorni del 2023. Questa diminuzione rappresenta un miglioramento significativo nelle capacità di rilevazione e risposta delle organizzazioni.
  • Miglioramento del Rilevamento Interno: Il rilevamento interno di intrusioni è migliorato nel 2023, con il tempo medio globale di rilevamento che è sceso a 9 giorni dai 13 giorni dell’anno precedente. Questo indica che le organizzazioni stanno diventando più efficaci nel rilevare gli attacchi internamente, senza dover dipendere esclusivamente da segnalazioni esterne.
  • Aumento dei Ransomware: Nonostante la riduzione del tempo di permanenza, il rapporto ha notato un aumento dell’attività di ransomware. Le indagini che coinvolgono questa piaga sono cresciute fino al 23% nel 2023, rispetto al 18% del 2022. Questo ritorna ai livelli già osservati nel 2021, dimostrando una persistente minaccia di ransomware nonostante i tentativi di mitigazione.
  • Focus sulle Tecniche di Evasione e sfruttamento dei Zero-Day: I criminali informatici stanno aumentando il loro focus su tecniche di evasione avanzate, incluso lo sfruttamento di vulnerabilità zero-day. Nel 2023, quando è stato identificato un vettore iniziale di intrusione, nel 38% dei casi era da attribuirsi ad un exploit zero day. Questo indica una crescente sofisticazione degli attaccanti che mirano a sfruttare vulnerabilità non ancora note o non patchate per portare avanti le loro operazioni.
  • Tendenze e Precauzioni: Il rapporto ha anche evidenziato un aumento nell’uso di tattiche “living off the land”, dove gli attaccanti utilizzano prodotti legittimi e strumenti esistenti all’interno dell’ambiente bersaglio per muoversi lateralmente e accedere a dati sensibili.

La cattiva notizia è che l’aumento dell’uso di exploit, specialmente quelli che sfruttano vulnerabilità zero-day, indica che gli attori delle minacce stanno diventando sempre più sofisticati e capaci di bypassare le misure di sicurezza tradizionali.

Questo impone alle organizzazioni di rimanere sempre all’avanguardia nella difesa delle loro infrastrutture critiche e nel garantire che le patch e gli aggiornamenti di sicurezza siano applicati tempestivamente.

Ma la buona notizia è che l’industria della sicurezza informatica sta rispondendo con miglioramenti significativi nelle tecnologie di rilevamento e risposta.

L’aumento delle capacità di rilevamento interno, come evidenziato dal calo del dwell time, dimostra che le organizzazioni non solo stanno diventando più veloci nel rilevare gli attacchi, ma stanno anche migliorando la loro capacità di intervenire efficacemente prima che gli attacchi possano causare danni gravi. Questi progressi sono essenziali per costruire una resilienza più forte contro le minacce future.

Antonio Capobianco
CEO e fondatore di Fata Informatica, collabora con università come Roma3 e Tor Vergata in master per ingegneri. Docente di Malware Analysis per l'Università Ecampus e conduttore del podcast "Cybersecurity & Cybercrime", ha lanciato CybersecurityUP nel 2017

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