Massimiliano Brolli : 21 Ottobre 2024 10:45
Una settimana fa, nell’articolo intitolato ‘Dall’Olivetti al Nulla: L’Italia che Vive di Nostalgia e ha Perso la Bussola per l’Innovazione‘, abbiamo analizzato come l’Italia stia mancando di slancio e innovazione. Il nostro paese si trova in una condizione di rassegnazione, adottando un atteggiamento passivo nei confronti del progresso tecnologico, osservando il mondo che evolve attorno a sé senza intraprendere azioni significative.
Abbiamo portato in evidenza come l’Italia, una volta all’avanguardia nel settore tecnologico grazie a imprese come Olivetti, abbia progressivamente perso il passo. Questo declino non riguarda solo l’industria, ma è profondamente radicato nel nostro sistema educativo, che non sembra fornire ai giovani le competenze necessarie per competere in un mondo sempre più digitale. Tuttavia, ciò che è ancor più preoccupante è la mancanza di un investimento nella formazione tecnologica dei più piccoli sin dalla tenera età, affinché possa germogliare quella scintilla che accende la passione per le materie STEM, essenziali per l’innovazione tecnologica del paese.
Dato che la nostra esistenza si sta spostando sempre più verso una dimensione digitale, l’informatica è diventata una competenza imprescindibile per l’innovazione e per restare al passo con i rapidi progressi tecnologici. Per questo motivo, abbiamo dato una sbirciatina (anche se con i limiti linguistici del caso) relativamente alle differenze tra i sistemi educativi italiani e quelli di alcuni dei principali paesi tecnologicamente avanzati. Ho cercato di focalizzare l’attenzione sull’insegnamento dell’informatica nelle scuole di nazioni leader nel settore, come Stati Uniti, Cina e Russia, per confrontarli con il modello italiano e comprendere meglio dove si colloca il nostro paese rispetto a queste potenze globali.
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E come immaginavo …
In Cina, l’istruzione pubblica è gratuita per i nove anni obbligatori, che comprendono la scuola elementare (dalla 1ª alla 6ª classe) e la scuola secondaria di primo grado (dalla 7ª alla 9ª classe). La scuola elementare dura sei anni, seguita da tre anni di scuola secondaria di primo grado, entrambi i livelli sono obbligatori e privi di costi. Dopo il completamento di questi nove anni, gli studenti possono scegliere di proseguire negli studi nella scuola secondaria di secondo grado, ma a questo livello possono essere richieste tasse di iscrizione.
In Cina, l’insegnamento dell’informatica è regolamentato a vari livelli e si è evoluto negli ultimi anni per rispondere alle crescenti esigenze di competenze digitali nella società moderna. Il Ministero dell’Istruzione della Repubblica Popolare Cinese ha emesso linee guida che enfatizzano l’importanza della tecnologia e dell’informatica nel curriculum scolastico, incoraggiando l’insegnamento di competenze di programmazione e pensiero computazionale fin dalla scuola primaria. Le nuove linee guida promuovono anche la cittadinanza digitale e la sicurezza online. Per approfondire le normative e le linee guida, puoi consultare il documento ufficiale del Ministero dell’Istruzione: 教育部关于加强中小学信息技术课程教学的指导意见 in cinese (utilizza il traduttore ovviamente).
In Cina, l’insegnamento dell’informatica è parte integrante del sistema educativo e viene introdotto fin dalle scuole elementari, con una progressiva complessità man mano che gli studenti avanzano nei vari livelli scolastici.
La Cina, dunque, ha un approccio sistematico e lungimirante all’insegnamento dell’informatica fina dalla scuola primaria, con un’enfasi crescente sulla preparazione dei giovani alle sfide tecnologiche del futuro.
In Russia, l’istruzione pubblica è gratuita fino al completamento dell’istruzione secondaria, che di solito avviene alla fine della 9ª classe (circa 15-16 anni). L’insegnamento dell’informatica viene ritenuto di fondamentale importanza. Nei primi cinque anni, gli studenti acquisiscono competenze di base, come l’uso del computer e software essenziali.
Ricordiamo che in Russia, c’è sempre stato un grande sviluppo nella matematica applicata e della programmazione nel Paese, introdotto ai tempi della guerra fredda dall’Urss per scavalcare gli Stati Uniti e i suoi alleati nella corsa al nucleare. Questo ha portato alla creazione del Centro per le Olimpiadi di Matematica presso la Higher School of Economics di Mosca. Ovviamente tali stimoli hanno una grande ricaduta nelle materie STEM e quindi anche sull’informatica.
Le scuole russe offrono quindi un percorso informatico solido, che diventa particolarmente intensivo nelle fasi più avanzate dell’educazione, rispecchiando l’importanza che il governo russo attribuisce alla tecnologia e alla sicurezza informatica.
Negli Stati Uniti, l’istruzione pubblica è gratuita e finanziata dallo stato fino al termine della scuola superiore, che di solito corrisponde alla 12ª classe (Grade 12). Negli Stati Uniti, l’insegnamento dell’informatica e delle competenze digitali nelle scuole elementari è regolato da diverse normative federali. Una delle più significative è il Every Student Succeeds Act (ESSA), firmato nel 2015, che promuove l’integrazione della tecnologia nell’istruzione e richiede che gli stati sviluppino piani per garantire che gli studenti acquisiscano competenze digitali. Questa legge riconosce l’importanza della tecnologia per preparare gli studenti al futuro, e puoi trovare il testo completo della legge qui: Every Student Succeeds Act.
Un altro documento cruciale è il National Educational Technology Plan (NETP), pubblicato dal Department of Education degli Stati Uniti. Il NETP fornisce linee guida su come integrare la tecnologia nell’insegnamento e nell’apprendimento, evidenziando le competenze necessarie per gli studenti in un mondo sempre più digitale. Questo piano sottolinea l’importanza della cittadinanza digitale e della sicurezza online. Maggiori dettagli sono disponibili qui: National Educational Technology Plan.
L’insegnamento dell’informatica è sempre più integrato nel sistema scolastico K-12, dall’asilo alle superiori. Le politiche variano da stato a stato, ma in generale, l’informatica sta assumendo un ruolo sempre più importante.
Molti stati stanno introducendo normative per rendere obbligatorio l’insegnamento dell’informatica nelle scuole, cercando di ridurre il divario digitale e garantire che tutti gli studenti abbiano le stesse opportunità.
In Italia, l’insegnamento dell’informatica ha cominciato a prendere piede nella scuola secondaria di primo grado, ma il curriculum è ancora piuttosto superficiale. Molto spesso si assiste a piccoli programmi introduttivi fin dalla scuola primaria ma solo in ambito privato e all’interno di scuole virtuose nell’ambito pubblico.
Nonostante alcuni progressi negli ultimi anni, l’Italia rimane molto indietro rispetto ad altri paesi in termini di preparazione informatica nelle scuole. La mancanza di un curriculum strutturato e coerente in tutti gli indirizzi scolastici limita le opportunità per i giovani di acquisire le competenze necessarie per affrontare il mondo del lavoro moderno.
Ancora più grave è la scarsa attenzione rivolta a queste discipline, che finisce per spegnere nei più giovani l’interesse verso l’innovazione, indirizzandoli a diventare semplici consumatori di tecnologia anziché creatori.
Come già accennato nel precedente articolo, la classe dirigente di oggi si è formata nei banchi di scuola circa 20 / 30 anni fa, e per formare una nuova classe dirigente che abbia una formazione digitale, ne occorreranno altri 20 o 30.
Se oggi iniziamo a colmare il gap, non solo potremo formare una nuova generazione di giovani innovatori con competenze tecnologiche avanzate, ma potremo anche trasformare la nostra classe dirigente in individui capaci di guidare l’innovazion in modo prospettico e strategico.
Paese | Età d’inizio | Livello di preparazione | Focus principali |
---|---|---|---|
Cina | 6 anni | Avanzato, da elementari a superiori | Programmazione, AI, sicurezza informatica |
Russia | 6 anni | Solido nelle scuole superiori | Programmazione, IT, corsi tecnici |
Stati Uniti | 6 anni | Crescente, soprattutto alle superiori | Programmazione, sviluppo software |
Italia | 11-12 anni | Variabile, poco strutturato | Software di base, poca programmazione |
Per evolvere davvero nel progresso tecnologico, dobbiamo andare oltre la semplice gestione delle emergenze. È cruciale sviluppare un piano di lungo termine per promuovere l’innovazione e valorizzare il talento. Perdere talenti non significa solo vedere i nostri “cervelli” andare all’estero, ma peggio ancora non riuscire ad accendere la scintilla della passione per il digitale nelle nuove generazioni. Spesso questo accade perché nelle scuole non se ne parla o meglio dire perché la scuola non è preparata a parlarne.
Durante i nostri workshop all’interno delle nostre conferenze, notiamo come i giovani si entusiasmino scoprendo come creare o hackerare la tecnologia. Alcuni insegnanti ci hanno raccontato che molti studenti, tornati a casa, hanno sviluppato da soli percorsi di approfondimento e si sono appassionati alla tecnologia vedendola da dentro, non solo come utilizzatori. Questo è ciò che significa far nascere una passione e non perdere i talenti.
Per cambiare davvero le cose, dobbiamo ripensare le scuole, formando insegnanti capaci di introdurre l’educazione civica digitale, l’informatica e la sicurezza informatica fin dalle scuole primarie. Solo così potremo superare un approccio baroccheggiante dell’insegnamento e guardare verso un futuro di innovazione.