Redazione RHC : 3 Maggio 2022 09:25
La famigerata banda ransomware Lockbit 2.0, ha colpito di nuovo una azienda italiana. Oggi è il turno dell’italiana ErediRiva, che si trova a combattere con il ransomware.
Lockbit ha avviato il suo consueto “countdown”, dove tra 3 giorni pubblicherà i dati trafugati dalle infrastrutture IT dell’azienda nel darkweb.
Questo, come sanno i lettori di RHC, generalmente avviene quando l’azienda è reticente a pagare una forma di riscatto,. In questo modo, minacciando la pubblicazione dei dati in loro possesso, aumenta la pressione verso l’organizzazione violata, sperando che il pagamento avvenga più velocemente.
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La direttiva NIS2 rappresenta una delle novità più importanti per la sicurezza informatica in Europa, imponendo nuovi obblighi alle aziende e alle infrastrutture critiche per migliorare la resilienza contro le cyber minacce. Con scadenze stringenti e penalità elevate per chi non si adegua, comprendere i requisiti della NIS2 è essenziale per garantire la compliance e proteggere la tua organizzazione.
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La data di pubblicazione è il 06 di Maggio alle 22:15 ora UTC.
Sul sito dell’azienda viene riportato:
“Entusiasmo, spirito di iniziativa, intraprendenza ed imprenditorialità, uniti ad un fortissimo senso si unità familiare hanno quindi caratterizzato per gli oltre 80 anni la vita della nostra azienda ed insieme alla grossa esperienza maturata costituiscono i fondamenti del successo raggiunto. L’arrivo della terza generazione, orgogliosa di quanto raggiunto dai propri padri e desiderosa di mettere a disposizione le proprie capacità ed il proprio impegno sicuramente costituisce nuovo impulso a continuare sulla strada finora percorsa nella speranza di poter raggiungere traguardi ancora più ambiti.”
RHC monitorerà la questione in modo da aggiornare il seguente articolo, qualora ci siano novità sostanziali.
Nel caso in cui l’azienda volesse effettuare una dichiarazione, saremo lieti di pubblicarla all’interno di questa pagina, magari avendo informazioni di cosa si sta facendo per rispondere all’attacco informatico.
Potete contattarci tramite la sezione contatti, oppure in forma anonima utilizzando la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
LockBit 2.0 è una cyber gang criminale che adotta il modello ransomware-as-a-service (RaaS), anche se la sua struttura presenta variazioni che la differenziano da un tipico modello di affiliazione.
LockBit ransomware è un malware progettato per bloccare l’accesso degli utenti ai sistemi informatici in cambio di un pagamento di riscatto. Questo ransomware viene utilizzato per attacchi altamente mirati contro aziende e altre organizzazioni e gli “affiliati” di LockBit, hanno lasciato il segno minacciando le organizzazioni di tutto il mondo di ogni ordine e grado.
Si tratta del modello ransomware-as-a-service (RaaS) dove gli affiliati depositano del denaro per l’uso di attacchi personalizzati su commissione e traggono profitto da un quadro di affiliazione. I pagamenti del riscatto sono divisi tra il team di sviluppatori LockBit e gli affiliati attaccanti, che ricevono fino a ¾ dei fondi del riscatto.
E’ considerato da molte autorità parte della famiglia di malware “LockerGoga & MegaCortex”. Ciò significa semplicemente che condivide i comportamenti con queste forme consolidate di ransomware mirato ed ha il potere di auto-propagarsi una volta eseguito all’interno di una rete informatica.
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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