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La Postale arresta un insegnante di Roma. Prestiamo attenzione ai deepfake

Redazione RHC : 19 Giugno 2022 08:10

I “deepfake” stanno diventano sempre più pericolosi e il cybercrime inizia ad utilizzarli sempre di più nei crimini informatici, pertanto occorre iniziare a conoscerli bene. Proprio recentemente abbiamo pubblicato un articolo che riporta come riuscire a riconoscerli per proteggerci meglio da attività di truffe online che sempre di più vedremo nel prossimo futuro.

Infatti, recentemente, la Polizia Postale ha avuto a che fare con un caso analogo che ci porta all’attenzione che occorre prestare sempre massima attenzione anche alle persone “insospettabili” e soprattutto al fenomeno in larga diffusione del “deepfake”.

A seguito di denuncia sporta presso la Polizia Postale di Brescia da parte della madre di una minorenne vittima di adescamento, è stata svolta una complessa attività investigativa che ha consentito di individuare l’autore del reato, ovvero un insegnante di una scuola primaria.

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    Le ricerche dell’indagato sono risultate estremamente laboriose in quanto l’uomo – un cinquantenne di origini piemontesi – è risultato per mesi irrintracciabile.

    Individuato nella città di Roma, è stato sottoposto a perquisizione domiciliare e informatica, al termine della quale gli è stato sequestrato uno smartphone all’interno del quale erano presenti 144 tra immagini e video a carattere pedopornografico. 

    L’analisi del dispositivo ha inoltre consentito di ricostruire ulteriori condotte di adescamento nei confronti di altre giovani vittime con le quali l’uomo intratteneva videochiamate a sfondo sessuale.

    L’indagato avrebbe registrato le videochiamate con le minori al fine di conservare le clip video, spacciandosi per un giovane ragazzo grazie all’utilizzo di un software in grado di modificare gli aspetti somatici del volto (c.d. “deepfake”).

    Considerate le fonti di prova acquisite, il G.I.P. di Brescia ha disposto la custodia cautelare a carico dell’insegnante, che è stato immediatamente trasferito in carcere.

    Le indagini, condotte dalla Polizia Postale di Brescia, con il supporto del CNCPO del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, ha impegnato anche i Compartimenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia, della Calabria e del Lazio, con il coordinamento delle Procure della Repubblica di Brescia e di Reggio Calabria.

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