Redazione RHC : 3 Marzo 2023 14:46
Il think tank dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) ha affermato che la Cina è diventata leader nella ricerca su 37 delle 44 tecnologie critiche.
ASPI sostiene che la Cina ha gettato le basi per posizionarsi come la principale superpotenza scientifica e tecnologica del mondo, stabilendo un vantaggio sbalorditivo nella ricerca ad alto impatto nelle aree tecnologiche più critiche ed emergenti.
Per giungere a questa conclusione, gli esperti ASPI hanno condotto ricerche in settori quali difesa, spazio, robotica, energia, ambiente, biotecnologie, intelligenza artificiale, materiali avanzati e tecnologie quantistiche.
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ASPI ha raccolto e analizzato documenti di ricerca pubblicati tra il 2018 e il 2022 in campi tecnologici selezionati per identificare il 10% delle ricerche più citate.
È stato preso in considerazione anche l’H-index, un indicatore di performance utilizzato per analizzare l’impatto dei risultati scientifici, così come il numero dei principali istituti di ricerca del Paese.
Secondo il think tank, la Cina ha svolto più di 5 volte ricerche ad alto impatto rispetto al suo concorrente più vicino, gli Stati Uniti.
Su 37 aree, la Cina è prossima a diventare un monopolio sulle seguenti tecnologie:
ASPI ha riscontrato che gli Stati Uniti sono la seconda fonte di ricerca più avanzata nella maggior parte delle tecnologie e si sono classificati al primo posto su quelle che includono:
La Cina e gli Stati Uniti sono molto avanti rispetto agli inseguitori guidati da India e Regno Unito, oltre a Corea del Sud, Germania, Australia, Italia e Giappone.
In termini di istituti e università, l’Accademia cinese delle scienze ha ottenuto risultati particolarmente positivi, piazzandosi tra i primi cinque in 27 tecnologie su 44.
La Delft University of Technology nei Paesi Bassi si è distinta in una serie di tecnologie quantistiche. E i membri del gruppo americano Big Tech (Google , Microsoft, Facebook, Hewlett Packard e IBM) hanno mostrato buoni risultati nel campo dell’IA.
ASPI sta anche valutando se l’expertise di ricerca ad alto impatto si traduca in produzione. Gli autori del rapporto hanno notato che le capacità di produzione sono in ritardo rispetto ai progressi scientifici.
Il think tank capisce chiaramente perché la leadership cinese è un problema. A breve termine, non è auspicabile che uno o due paesi dominino industrie nuove ed emergenti, se non per garantire la sostenibilità delle catene di approvvigionamento.
A lungo termine, ciò potrebbe portare a uno spostamento – non solo dello sviluppo tecnologico, ma anche del potere e dell’influenza globali – verso la Cina, che l’ASPI definisce “uno stato autoritario in cui lo sviluppo, la sperimentazione e l’applicazione delle ultime tecnologie critiche e le tecnologie militari non sono aperte e trasparenti e dove non possono essere esaminate dalla società civile indipendente e dai media”.
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