Olivia Terragni : 1 Agosto 2024 13:19
A seguito dell’assassinio del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh (rieletto nel 2021) nella capitale iraniana Teheran, è stato convocato ieri il Consiglio di Sicurezza: tra i membri si teme una seria e pericolosa escalation e non si è potuto che evidenziare la grave cirisi in atto, gli attacchi nel Golan occupato da Isreale, gli intensi scambi attravrso la Linea Blu che separa le forze armate di Libano e Isarele, lo sfollamento del 90% della popolazione dalla Striscia di Gaza e l’uccisione di 39.400 vittime, 91.000 feriti a Gaza dall’ottobre 2023, compresi la morte di civili israeliani e gli ostaggi israeliani, uccisi o morti sotto i bombardamenti, a cui si aggiungono le vittime delle regioni interessate sotto l’attacco mortale di droni armati, missili, “atroci crimini di guerra ed enormi violazioni dei diritti umani”.
L’appello è quello di una risoluzione diplomatica rapida ed efficace ma la riacutizzazione delle ostilità è evidente. Il momento è “estremamente delicato” ha ribadito il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, “la moderazione da sola non è sufficiente”. Nel frattempo gli Stati Uniti ribadiscono il sostegno ad Israele ma affermano di non volere in alcun modo un’escalation. Per quanto riguarda l’Iran probabilmente “ritiene di non avere altra scelta se non quella di rispondere per scoraggiare ulteriori attacchi israeliani, proteggere la propria sovranità e mantenere la propria credibilità presso i partner regionali”, ha affermato Ali Vaez, direttore iraniano dell’International Crisis Group secondo Israel Hayom.
“È interessante notare” evidenzia intelligentemente la Duhaime “che i riciclatori di denaro e la criminalità organizzata sanno di essere geolocalizzati se usano WhatsApp ma non Hamas”. _ Christine Duhaimem, Fusion Intelligence
FINO AL 31 DICEMBRE, sconti estremi sui corsi Red Hot Cyber
Affrettati!
Fino al 31 dicembre potrai acquistare a prezzi scontati i nostri corsi cliccando sui seguenti coupon:
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Iniziano a correre le voci sull’assasinio di Ismail Haniyeh nel territorio iraniano e una tra queste è quella del giornalista libanese Elijah J. Magnier che evidenzia l’alto livello di intelligence e di successo operativo nell’uccisione non solo del leader politico di Hamas nel cuore di Teheran, ma anche quella di Hajj Mohsen-Fouad Shukr – assistente del capo del Consiglio della Jihad di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah – ucciso al settimo piano della casa che occupava.
Noi non siamo assolutamente a conoscenza di come Haniyeh sia stato intercettato ci limitiamo in questo capitolo a presentare la teoria del rintracciamento dell’uomo tramite l’applicazione di messaggistica whatsapp, teoria apparsa su Reddit e X che sembra al momento fare parte di una “teoria del complotto” per prendere di mira Israele e di conseguenza il co-fondatore di Whatssap, Yan Borysovych Koum che però ha lasciato – annunciandolo – la compagnia nel 2018.
Secondo una fonte citata – media iaraniani – da Magnier, Israele avrebbe piazzato un sofisticato spyware – simile a Pegasus della NSO – tramite un messaggio WhatsApp inviato ad Ismail Haniyeh: questo avrebbe permesso di localizzare la sua posizione esatta all’interno del suo appartamento in seguito ad una conversazione avuta con suo figlio. L’utilizzo di questi software, secondo Magnier, sottolineerebbero non solo ancora una volta l’utilizzo di tattiche di guerra informatica nelle operazioni di intelligence, per la raccolta di informazioni, le uccisioni mirate e l’esecuzione di attacchi strategici ma notevoli preoccupazioni sulla privacy e l’uso improprio di questi software sbarcati anche sul mercato nero.
Il precedente, ha sottolineato Christine Duhaime di Fusion Intelligence – esperta di reati finanziari e una specialista certificata in antiriciclaggio – c’è. Si tratta di una tecnologia venuta alla luce la prima volta a Vancouver (Canada) nel 2017, quando la Cina stava cercando dei criminali fuggiti dal paese con centinaia di milioni di dollari, “È interessante notare” evidenzia intelligentemente la Duhaime “che i riciclatori di denaro e la criminalità organizzata sanno di essere geolocalizzati se usano WhatsApp ma non Hamas”. Questo ci dovrebbe far capire che la teoria whatsapp non regge moltissimo, soprattutto se esternata prima che le indagini ufficiali vengano compiute. Tuttavia le diverse narrazioni apparse dopo l’uccisione sembrano voler deviare l’attenzione dalla geo-localizzazione di Whatssap. Le informazioni vanno controllate e verificate. (La storia è in evoluzione. Seguono aggiornamenti).
Dall’altra parte però in un’indagine di Forbes (2022) viene evidenziato invece come le agenzie federali statunitensi utilizzino “una legge americana sulla sorveglianza vecchia di 35 anni per tracciare segretamente gli utenti di WhatsApp senza alcuna spiegazione del perché e senza sapere chi stanno prendendo di mira”. Nel gennaio del 2022 in Ohio, è emerso che nel novembre del 2021 gli investigatori della DEA avevano chiesto alla società di messaggistica di proprietà di Facebook di tracciare sette utenti con sede in Cina e Macao, monitorando i loro indirizzi IP ei numeri con cui comunicavano.
Nelle prime ore di mercoledì 31 luglio, Hamas Ismail Haniyeh e le sue guardie di sicurezza sono stati uccisi a Teheran, Iran, dove si trovavano per partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Un razzo li ha colpiti in modo diretto: i media statali iraniani IRNA, hanno avvisato che un “proiettile guidato aviotrasportato” aveva preso di mira l’edificio alle due di notte. Il New York Tmes invece ha pubblicato un rapporto – citando la fonte di “cinque funzionari mediorentali” – nel quale afferma che l’attentato sia avvenuto per mezzo di una bomba che si trovava da due mesi nell’appartamento e innescata a distanza, mentre IranIntl ha risposto che nel comunicato dell’agenzia di stampa Fars si legge che “Haniyeh è stato colpito da un drone oda un missilead alta precisione, in cui non si può escludere il coinvolgimento del regime sionista”. Quale è il motivo di due narrazioni così differenti? Come mai, se la bomba era li da mesi, Hanayeh è stato ucciso in un momento preciso? Riguardo invece il fallimento della sicurezza sussiste in entrambi i casi: è evidente e sottolineato anche dai media iraniani, tanto è che è stato chiesto “che alcuni funzionari politici, militari e della sicurezza si assumano le proprie responsabilità, suggerendo che ‘alcuni potrebbero dover essere licenziati'”.
Il 3 agosto 2024 il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha annunciato che il leader di Hamas Ismail Haniyeh è stato assassinato con un “proiettile a corto raggio con una testata di circa 7 chilogrammi”. Ciò contrasta ancora una volta la versione riportata dal Telegraph che ha affremato che l’agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, ha assunto agenti di sicurezza iraniani per piazzare esplosivi in tre stanze separate di un edificio dove alloggiava un leader di Hamas.
IranItl riporta: che l’analista dell’intelligence israeliano Ronen Solomon “ha sottolineato la vicinanza di Baku e Tel Aviv, nonché il confine comune dell’Azerbaigian con l’Iran. Ha suggerito che l’uso dello spazio aereo azerbaigiano per l’attacco è molto probabile a causa della breve distanza e della presenza di armi israeliane nella regione”.
Il gruppo palestinese Hamas ha emesso immediatamente una dichiarazione di cordoglio, “A Dio apparteniamo e a Lui ritorneremo. Ed è una lotta, una vittoria o un martirio”, accusando Israele. Tuttavia Israele non ha ancora confermato né smentito il suo coinvolgimento. L’ambasciatore degli Stati Uniti, Robert Wood e il vice rappresentante, hanno sottolineato il diritto di autodifesa di Israele, affermando che non è in alcun modo coinvolto negli attacchi al Libano o “nell’apparente” morte del leader di Hamas Ismail Haniyeh. Che fosse un target – insieme a Mohammed Deif (comandante dell’ala militare di Hamas, Brigate Izz el-Deen al-Qassam la cui morte è stata annunciata oggi), Marwan Issa, Yahya Sinwar o Khaled Meshaal – però è risaputo e secondo il canale televisivo France 24 Inoltre Haniyeh figurava dal 2018 nella lista americana dei terroristi globali appositamente designati (SDGT).
Questo è e rimane un evento significativo del conflitto attuale in Medio Oriente che ha portato ripercussioni su tutta la regione e su Teheran che innalzato la bandiera rossa: non a caso ieri la missione dell’Iran alle Nazioni Unite ha sollecitato l’urgente riunione del Consiglio di Sicurezza per “condannare in modo inequivocabile e forte gli atti di aggressione e gli attacchi terroristici da parte del regime israeliano alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Iran”.
Nella lettera che chiedeva l’urgente convocazione l’Iran ha precisato: “Questo atto” non sarebbe potuto avvenire senza l’autorizzazione e il supporto dell’intelligence degli Stati Uniti”, come alleato strategico e sottolineava l’attacco all’integrità del territorio iraniano., chiedendo al consiglio di punire questo atto con sanzioni per punire le ennesime violazioni del diritto internazionale. Parole che al Conisglio di Sicurezza sono state interpretate come ipocrite dall’ambasciatore israeliano Brett Jonathan Miller, poiché l’incontro è stato chiamato dallo “sponsor numero uno al mondo del terrorismo”.
Morte sembra richiamare morte all’infinito. Questa volta l’unione delle forze della regione sembra compatta. Iran, Iraq, Siria, Libano e Palestina hanno condannato l’assassinio di Ismail Haniyeh. Per quanto riguarda il grave crimine commesso nel Golan dove sono morti 12 bambini innocenti, l’ambasciatore siriano Koussay Aldahhak ha affermato che l’entità occupante israeliana “ha commesso un grave crimine” a Majdal Shams sulle alture di Golan occupate da Israele, che “è ed è sempre stato” territorio siriano sottolineando che una potenza occupante “non può affermare di difendersi ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”. L’ambasciatore del Libano, Hadi Hachem, invece ha affermato di non volere la guerra ma la fine dell’occupazione israeliana delle terre arabe è essenziale per ritornare alla stabilità. “La storia non risparmierà nessuno; ciò che inizia in Medio Oriente si diffonderà in tutto il mondo”, ha avvertito, invitando il Consiglio a prendere posizione “prima che sia troppo tardi”.
Se l’Asse non risponde – scrive oggi il giornalista libanese Elijah J. Magnier – è probabile che Israele aumenti i suoi attacchi e i suoi omicidi, ignorando tutte le linee rosse. Gli Stati Uniti puntano al cessate il fuoco per prevenire una guerra regionale più ampia.
Copyright @ 2003 – 2024 RED HOT CYBER
PIVA 16821691009