Olivia Terragni : 19 Dicembre 2022 12:29
Autore: Roberto Villani
La Gran Bretagna sta affrontando crescenti interferenze, minacce e influenza da parte di attori statali tra cui l’Iran, che Ken McCallum – capo dell’MI5, agenzia di controspionaggio e sicurezza interna del Regno Unito – afferma essere dietro a potenziali minacce verso i residenti del Regno Unito.
Il Ministro della Sicurezza Tom Tugendhat, ha affermato – al think tank londinese Policy Exchange – che le minacce alla sicurezza nazionale richiedono una risposta immediata. “Sono minacce non solo per la vita, sono minacce per il nostro modo di vivere”, ha detto Tugendhat la scorsa settimana “con un impatto su paesi di tutto il mondo” inclusi gli alleati e le cose potrebbero peggiorare.
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Non parliamo solo della nuova ondata di esecuzioni nel Paese, quindi, ma anche dei nuovi attacchi phishing degli hacker (APT 42) sostenuti dal governo iraniano che prendono di mira attivisti, giornalisti, ricercatori, accademici, diplomatici e politici che lavorano su questioni mediorientali e di nuovi attacchi che stanno migliorando nelle tecniche.
Le variazioni nell’attività di phishing da parte del gruppo APT Charming Kitten o TA453 (che si sovrappone anche ai gruppi Phosphorous e APT42), potrebbero essere utilizzate – secondo ProofPoint – per sostenere tentativi di “operazioni cinetiche” da parte dell’IRGC, inclusi omicidi su commissione e rapimenti. Nuove campagne di spear-phishing (MuddyWater) colpiscono anche diversi paesi asiatici tra cui Israele, Iraq, Egitto, Armenia, Qatar, Oman, Giordania, Azerbaigian, Tagikistan ed Emirati Arabi Uniti.
La situazione sociale in Iran sta diventando sempre più esplosiva, le notizie che ci arrivano in questi giorni riguardo le impiccagioni avvenute a Teheran, dove due ragazzi sono stati giustiziati perché coinvolti nelle rivolte contro il regime degli ayatollah, sono agghiaccianti.
Non meno terrificanti sono le dichiarazioni del regime iraniano che ha annunciato che verranno perseguiti gli oppositori al regime anche fuori dai confini della Repubblica islamica. In Italia risiedono diversi oppositori del regime ed in passato sono avvenuti molti casi di cronaca che hanno visto coinvolti gli oppositori iraniani, tra cui il più emblematico resta l’omicidio in via delle Egadi a Roma, del leader in Italia della resistenza Iraniana avvenuto il 16 marzo 1993.
Quell’omicidio ancora oggi risulta essere senza responsabili, le inchieste della magistratura italiana si sono scontrate contro il muro alzato dai temibili servizi segreti iraniani del Vevak, per nulla facile da abbattere. Molti nomi attuali del potere iraniano sembra risultino coinvolti in quell’omicidio avvenuto per le strade della capitale. Insomma il regime iraniano non è propriamente una Repubblica come noi intendiamo la Repubblica.
Nel corso degli anni poi, la forza iraniana ed il suo braccio armato Hezbollah, hanno nel mondo terrorizzato diverse città, aumentando la tensione. Ancora oggi legami internazionali, alleanze strategiche e collegamenti con una fitta rete di trafficanti di ogni materiale illecito, contribuiscono a sostenere il regime degli Ayatollah in Iran.
L’avanzata della tecnologia non è stata assolutamente sottovalutata dal regime di Teheran, e se noi ci vantiamo di avere eccellenze nei settori dell’IT, non da meno sono gli ingegneri iraniani che costringono molti paesi a tenere sempre alta la guardia, soprattutto il vicino Israele minacciato continuamente da Teheran di essere cancellato dalle cartine geografiche.
Minacce che a Tel Aviv non prendono sottogamba mai, anzi il Mossad e tutta le rete di protezione e sicurezza di Israele, sono costantemente impegnati in una lotta senza esclusione di colpi e se per molti cyber esperti il culmine di questa lotta è stato Stuxnet, molte altre cyber-battaglie avvengono ogni giorno tra Iran e Israele. In un recente documento il capo della difesa informatica di Tel Aviv, Gaby Portnoy aveva avvertito che era in atto una alleanza strategica tra Hamas ed Hezbollah sul fronte cyber. Hamas da sempre impegnata in Palestina contro gli esponenti di Fatah, vede nel sostegno di Hezbollah un forte alleato e la presenza nel cyberspace di esperti informatici legati ad Hamas, potrebbe dare un supporto maggiore alle esigenze politiche di Hamas. Israele si troverebbe quindi stretto in una morsa su due terreni di scontro.
Quello classico e quello cyber, dove Hamas e Hezbollah hanno sviluppato una crescita esponenziale di conoscenza, grazie anche al supporto di expertise nord coreane e cinesi, e possono infliggere seri danni a Tel Aviv. Ragione questa per cui l’unità 8200 dell’IDF (L’esercito Israeliano) è sempre operativa, 24 ore su 24. Il tentato attacco al sistema idrico di due anni fa, dimostra la potenzialità delle azioni che questi due gruppi terroristici vogliono portare contro Tel Aviv. Ma potrà mai terminare questa guerra che spesso noi europei dimentichiamo?
Secondo recenti analisti internazionali, il problema che dovranno risolvere gli Ayatollah almeno entro il 2050, è legato al calo demografico. L’attuale classe dirigente iraniana sembra non abbia sostituti giovani, e questo potrebbe portare a mosse estreme da parte degli Ayatollah che potrebbero alzare il livello degli attacchi per restare al potere. Il capo della ricerca dell’intelligence dell’IDF Amit Saar ha recentemente dichiarato: “Tehran lost the support of the fourth generation of the 1979 revolution. Iranian leadership will face deep problems even if it overcomes the current wave of protests” e questo risulta molto evidente dalle proteste senza sosta che avvengono in questi giorni, cui Teheran risponde con impiccagioni e brutali violenze dei suoi assassini al soldo del potere.
La crisi demografica è un punto debole in prospettiva economica – l’Italia sta pagando caro il calo della natalità – e questo potrebbe essere il punto di svolta della guerra Iran/Israele, perché all’opposto invece Tel Aviv registra una costante crescita demografica. Anche se divisa dalle scelte religiose all’interno della società Israeliana che vede molti ultra-ortodossi e relative famiglie non qualificarsi in settori scientifici come informatica e matematica perché materie non studiate , questi comunque difendono Israele e se i segnali sono ancora pochi, gli ultraortodossi si stanno avvicinando al cyberspazio per difendere Israele.
La crisi demografica iraniana, che gli esperti dell’intelligence stanno elaborando, restituirà certamente un prodotto utile per ogni tipo di azione di contrasto verso Tehran. Un prodotto di intelligence che potrà essere impiegato in ogni settore del cyberspazio, dallo spionaggio industriale ed economico, tecnologico e produttivo, perché se mancheranno i giovani, mancherà certamente ogni sviluppo per nuove opportunità di crescita.
Questo porterà l’Iran verso un costante periodo di disordini sociali, che perdurerà a lungo con pericolosi ed incerti sviluppi sul fronte della sicurezza globale. Non ci resta che attivare le nostre cyber-antenne e non lasciare soli i cyber soldati dell’unità 8200, per difendere e difenderci dai prossimi attacchi cyber che Teheran ordinerà come all’epoca ordinava gli omicidi dei suoi oppositori.
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