Olivia Terragni : 14 Ottobre 2024 00:32
Negli ultimi due giorni è in aumento un notizia circa un cyber attacco massivo in Iran: non si tratta di nuovi attacchi o di una notizia dell’ultimo minuto, ma questo non significa che domani non possa davvero accadere. Per ciò continuremo adaggiornarci.
Gli attacchi informatici citati dai vari media – anche indiani – sono un’informazione corretta ma fuori tempo: si tratta di vecchi attacchi subiti realmente dall’Iran ma in altro periodo. Chi ha seguito questi attacchi nel tempo sa già di cosa stiamo parlando: della fuga di notizie e dei leaks relativi alle centrali nucleari iraniane (2022, di cui esiste ancora una cartella di file su Google Drive e un attacco da parte del gruppo Black Reward con un leak di 50GB all’Atomic Energy Organization of Iran che avrebbe contenuto i piani di costruzione relativi a una centrale nucleare sostenuta dalla Russia), degli attacchi alle stazioni di benzina (2023 – reclamato dal gruppo Gonjeshke Darande or “Predatory Sparrow” e dal gruppo We Red Devils una settimana dopo, disabilitando il sistema che consentiva a milioni di iraniani di utilizzare carte emesse dal governo per acquistare carburante a un prezzo agevolato) del malware Stuxnet (2010) che ha distrutto forse più di 1.000 centrifughe nucleari e recentemente un report dei Paesi Bassi (NL Times) avrebbe portato alla luce il ruolo chiave di un agente dell’AIVD (l’agenzia di intelligence olandese) – tale Erik van Sabben – che avrebbe assistito all’attacco.
Ma questi sono i più famosi, andando indietro con l’orologio l’Iran è stato vittima di moltissimi attacchi informatici tra cui anche il leak dei documenti del Ministero della Difesa o sì anche recenti – agosto 2024, attacco ransomware che ha minacciato la stabilità del suo sistema bancario e costretto il regime del paese ad accettare un riscatto di milioni di dollari per impedire a un gruppo anonimo di hacker di rilasciare dati di conti individuali di ben 20 banche nazionali (non fu però il solo riscatto pagato ad IRLeaks che ha anche rubato i dati dei clienti di quasi due dozzine di compagnie assicurative iraniane e hackerato Snapp Food, un servizio di consegna). Anche quella volta la notizia fu data da Iran Intl a cui seguì un massaggio da parte del leader supremo dell’Iran che incolpò gli Stati Uniti e Israele di “diffondere paura” tra la sua gente, ma non riconobbe che le banche del paese erano sotto attacco. Questo però non significa che l’Iran non sia vittima di attacchi informatici da parte di attori statali e non statali che rappresentano fonte di preoccupazioni rese pubbliche tra l’ascesa del cyberterrorsimo e della guerra ibrida che trascendono i confini fisici.
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Così nell’agosto del 2024 sono state colpite numerose banche da IRleaks – tra cui la Bank of Industry and Mines, la Mehr Interest-Free Bank, la Post Bank of Iran, la Iran Zamin Bank, la Sarmayeh Bank, la Iran-Venezuela Bi-National Bank, la Bank Day, la Bank-e Shahr, la Eghtesad Novin Bank e la Saman, che ha filiali anche in Italia e Germania come dichiarato da Politico – e gli attori sono entrati nei loro server tramite una società chiamata Tosan – utilizzata come cavallo di Troia- che fornisce dati e altri servizi digitali al settore finanziario iraniano.
L’Iran ha subito numerosissimi attacchi alle sue infrastrutture soprattutto quelle nucleari come è stato accusato di averne compiuti altrettanti, non ultimo l’ingerenza nelle elezioni americane. Il cyberspazio è continuamente al centro di operazioni offensive o criminali, tuttavia l’informazione data deve essere corretta.
Dunque l’intervista a Abolhassan Firouzabadi – ha riportato alla ribalta la vulnerabilità del sistema informatico iraniano e l’attacco Stuxne – facendo ricondurre gli attacchi citati alla giornata del 12 ottobre anche se la fonte dalla quale è partito tutto non ha mai dichiarato la data esatta.
La prima fonte della notizia è Iran International che come si legge nel posto condiviso su X evidenzia che le date dei cyber attacchi non sono state date. Questo può aver fatto pensare che fossero recenti ma se si legge veramente il contenuto dell’articolo citato e non riportato le cose non erano cosi come presentate esattamente dal post di iran Intl.
Iran Intl (Iran International con sede a Londra) 11 ottobre 2024, 8:47 PM (tramite Twitter/X): “Quasi tutti e tre i rami del governo iraniano, la magistratura, la legislatura e l’esecutivo, sono stati colpiti da pesanti attacchi informatici e le loro informazioni sono state rubate”, ha affermato Firouzabadi, ex segretario del Consiglio supremo iraniano del cyberspazio, senza spiegare quando sono avvenuti tali attacchi. “Anche i nostri impianti nucleari sono stati presi di mira da attacchi informatici, così come reti come la distribuzione del carburante, reti municipali, reti di trasporto, porti e settori simili. Queste sono solo una parte di una lunga lista di varie aree in tutto il paese che sono state attaccate”.
Il post citava: “Quasi tutti e tre i rami del governo iraniano, la magistratura, la legislatura e l’esecutivo, sono stati colpiti da pesanti attacchi informatici e le loro informazioni sono state rubate”, ha affermato Firouzabadi, ex segretario del Consiglio supremo iraniano del cyberspazio, senza spiegare quando si sono verificati tali attacchi. “Anche i nostri impianti nucleari sono stati presi di mira da attacchi informatici, così come reti come la distribuzione del carburante, reti municipali, reti di trasporto, porti e settori simili. Questi sono solo una parte di una lunga lista di varie aree in tutto il paese che sono state attaccate“. Segue un articolo su JNS di Yaakov Lappin, che appunto cita “grandi” attacchi informatici subiti negli anni anche recenti.
Quindi la notizia è vera ma bisogna precisare che il post è stato ingannevole per molti e molti altri che non hanno che posto l’accento sulle vulnerabilità – attuali – e i vecchi leaks ancora disponibili in rete. Tuttavia, ancora una volta, non si sono verificati nuovi attacchi informatici, per lo meno così massivi e tutti insieme addirittura.
A evidenziare la misinformazione è stato anche Nariman Gharib, “Britain-based Iranian Activist – Cyber Espionage Investigator” – che ha creato il sito https://iranianthreatactors.com – affermando: “La notizia circolata su un *importante* attacco informatico alle strutture iraniane non è vera al momento. Un rapporto su attacchi informatici a settori importanti dell’Iran è stato rilasciato poche ore fa, che si riferisce a un’intervista di Abolhassan Firouzabadi con un sito web di notizie, e lui fa riferimento ad attacchi passati, non a un nuovo attacco informatico“.
Sarebbe interessante invece parlare delle capacità informatiche dell’Iran. Ne parleremo presto.
Una delle importanti informazioni (2018) che invece ci ha fornito l’ex Segretario del Consiglio supremo iraniano del cyberspazio Abolhassan Firouzabadi – ‘segnalato’ dall’organizzazione no profit United against Nuclear in Iran (UANI) – è che “In Iran sono in corso da tempo ricerche ad ampio raggio su tutti gli aspetti delle città intelligenti e anche se la ricerca sulla “sanità intelligente” è in una fase iniziale e a un livello elementare nel paese” Teheran si aspetta di “vedere un grande risultato in questo campo” grazie “ai suoi giovani e il suo buon potenziale accademico e con la sua popolazione assisterà a un futuro luminoso in questo campo”. Firouzabadi nel 2019 annunciò anche che il governo iraniano avrebbe cercato di regolamentare e limitare le reti private virtuali (VPN), diventata un’economia piuttosto redditizia e affermò: speriamo che nel paese vengano lanciati operatori VPN legali”. “Strategicamente- ha ribadito Middle East Forum – chiudere un occhio aveva senso anche per gestire la pentola a pressione”.
Tali paradossi tra i profitti derivanti dalla censura dell’IRGC e dalla vendita di tecnologia per aggirare la censura, dove i funzionari del regime si battono apertamente per un’intranet nazionale isolata dal mondo – fanno parte del’Iran, cosi come le mire sullo Starlink di SpaceX perchè non è che si tema soprattutto la libera informazione, ma anche perché l’IRGC risente del colpo finanziario.
Teheran – che ospita circa 8,9 milioni di abitanti – è una città in rapida evoluzione con una popolazione prevista in crescita fino a 10,24 milioni entro il 2030. Per affrontare le nuove sfide – inquinamento ambientale, congestione del traffico e qualità della vita urbana – il comune di Teheran ha lanciato STP nel 2019, con l’obiettivo di trasformare la metropoli in una città intelligente più sostenibile e vivibile per cittadini, turisti e aziende. Il Centro per lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione (Magfa) è una delle aziende la cui missione è sviluppare le tecnologie dell’informazione nel Paese.
Un esempio dello studio in materia di città intelligentiin Iran è “The contexts for realizing Iranian smart city; a study based on meta-synthesis“: In questa ricerca, sono state identificate otto categorie chiave, tra cui “sviluppare un modello nativo di città intelligente”, “Infrastrutture di tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni”, “infrastrutture manageriali-istituzionali”, “rafforzamento delle capacità nei settori basati sulla conoscenza e innovativi”, “trasporto intelligente”, “infrastrutture umane, sociali e culturali”, “economia intelligente”, e “ambiente intelligente” “I risultati della ricerca – viene citato – hanno mostrato che, sebbene la tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni sia considerata un contesto di empowerment per le città intelligenti iraniane, non è necessariamente il fattore più vitale. L’implementazione di infrastrutture nelle città intelligenti iraniane non è sufficiente, poiché l’aspetto “soft” delle città intelligenti crea una vera differenza. L’aspetto soft comprende l’innovazione nelle tecniche di governance, nell’elaborazione delle politiche, nonché negli argomenti culturali e sociali“.