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Il primo Robot umanoide General Purpose munito di AI sta entrando nel mondo del lavoro. La rivoluzione è alle porte

Redazione RHC : 21 Maggio 2023 10:00

Era solo questione di poco tempo, come più volte avevamo accennato, ed infatti questo momento è arrivato. Oggi sarebbe impressionante guardare un robot che scarica frutta e la mette in bella mostra nel nostro supermercato preferito, ma non abbiate paura. Tutto questo è alle porte.

La startup tecnologica Sanctuary AI ha svelato recentemente che sta lavorando ad un robot generico progettato per eseguire molte attività sul posto di lavoro attualmente gestite da persone.

I robot hanno lavorato a fianco delle persone per decenni e, tradizionalmente, sono stati incredibilmente specializzati: un robot su una catena di montaggio della General Motors, ad esempio, potrebbe spostare pezzi di metallo da un posto all’altro più e più volte al giorno.

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Ciò significava che gli imprenditori avrebbero dovuto acquistare più robot (solitamente costosi) se volevano automatizzare una catena di montaggio in quanto questi robot erano specializzati e programmati per uno specifico compito.

I robot per uso generico, quelli in grado di essere programmati per specifiche attività, consentirebbero ai datori di lavoro di automatizzare tutto ciò che è necessario giorno dopo giorno. Ma costruire un robot che può fare questo è molto più complesso che costruire un robot che fa una cosa sola.

Ci ritroviamo nell’ennesima rivoluzione tecnologica di questi secolo, come quando venne creato l’ENIAC, il primo computer general purpose ancora nell’epoca delle valvole termoioniche. Sappiamo tutti come fu andata, pertanto c’è da aspettarsi una nuova rivoluzione che coinvolgerà sia la tecnologia che il mondo del lavoro.

Infatti Sanctuary AI, con sede in Canada, è una delle numerose aziende che tentano di superare la sfida e portare sul mercato un robot multiuso, e il 16 maggio ha presentato il suo robot di sesta generazione, un umanoide alimentato dall’intelligenza artificiale chiamato “Phoenix”.

“Abbiamo progettato Phoenix per essere l’umanoide più ricco di sensori per consentire all’intelligenza artificiale in rapida crescita della nostra piattaforma AI di eseguire la più ampia serie di attività lavorative possibili”, ha affermato Geordie Rose, co-fondatrice e CEO della startup.

Phoenix  pesa 155 libbre ed è in grado di sollevare fino a 55 libbre. Le sue mani simili a quelle umane hanno 20 gradi di libertà e sensori tattili che gli consentono di eseguire attività che richiedono destrezza e precisione, come etichettare pacchi o raccogliere frutta.

Secondo Sanctuary, Phoenix ha anche un’intelligenza simile a quella umana grazie a un sistema di controllo AI proprietario chiamato Carbon. Funge da “cervello” del bot e può essere addestrato per completare nuove attività attraverso simulazioni al computer.

In alternativa, Phoenix può “imparare attraverso una dimostrazione”. Con questo approccio, un essere umano utilizza un visore VR per vedere cosa vede il bot e un rig speciale per guidarlo attraverso il completamento di una nuova attività potrà insegnare quale compito ripetitivo dovrà andare a svolgere.

Questa configurazione può essere utilizzata anche per il controllo remoto, che potrebbe consentire alle persone di lavorare da casa, prevenire infortuni dovuti al lavoro fisico e aumentare il numero di posti di lavoro disponibili per le persone con disabilità.

La domanda è: il mondo oggi è preparato per questo tipo di tecnologia?

Saremo in grado di utilizzarla per ridistribuire ricchezza oppure sarà l’ennesima tecnologia utile ad aumentare il divario tra il ricco e il povero oltre ad essere pericolosa per tutto il genere umano?

Purtroppo conosciamo la “bestia” umana, e tutto questo non lascia per nulla pensare a qualcosa di buono per il nostro futuro. Ma siamo tutti pronti a ricrederci!

Redazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.