Redazione RHC : 6 Maggio 2024 10:21
Il ricercatore di sicurezza indipendente Pedro Baptista del team HackerHood di Red Hot Cyber, ha rilevato il 9 marzo 2024 una grave vulnerabilità su Telegram, che ha messo a rischio la sicurezza degli utenti utilizzatori della versione web della piattaforma.
Fortunatamente, Telegram ha risposto prontamente, correggendo il problema appena due giorni dopo.
La vulnerabilità, identificata con il codice CVE-2024–33905, era presente nella versione 2.0.0 (486) e precedenti di Telegram WebK. Coinvolgeva le cosiddette “Mini App” di Telegram, che permettono agli utenti di eseguire applicazioni web direttamente nell’interfaccia di messaggistica. Tuttavia, questa funzionalità si è rivelata essere una superficie d’attacco vulnerabile.
Vorresti toccare con mano la Cybersecurity e la tecnologia? Iscriviti GRATIS ai WorkShop Hands-On della RHC Conference 2025 (Giovedì 8 maggio 2025)
Se sei un ragazzo delle scuole medie, superiori o frequenti l'università, oppure banalmente un curioso di qualsiasi età, il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Una Mini Web App dannosa poteva eseguire codice JavaScript arbitrario nel contesto principale di web.telegram.org, portando al dirottamento della sessione degli utenti. Questo exploit XSS (Cross-Site Scripting) è stato attivato utilizzando il tipo di evento web_app_open_link
tramite postMessage
.
L’attaccante avrebbe creato una Mini App con un URL dannoso, che sarebbe stato eseguito quando l’utente apriva la Mini App.
Il payload dannoso sfruttava il fatto che l’evento web_app_open_link
apriva una nuova scheda con l’URL specificato, consentendo al codice JavaScript dannoso di rimanere nel contesto della finestra principale, compromettendo così la sessione dell’utente.
Fortunatamente, Telegram ha risolto prontamente il problema. L’11 marzo 2024, è stata rilasciata una patch che ha corretto la vulnerabilità. La patch ha introdotto una nuova funzione safeWindowOpen
, che sostituiva la funzione precedente per gestire l’apertura di nuove schede.
Questa nuova funzione implementava misure di sicurezza aggiuntive, come l’utilizzo dell’argomento noreferrer
, che impediva alla finestra appena aperta di rimandare l’intestazione Referer alla pagina originale. Inoltre, la nuova finestra è stata isolata dal contesto della finestra principale, inclusa la sua esecuzione JavaScript.
La risposta rapida e efficace di Telegram a questa vulnerabilità critica dimostra l’importanza di avere programmi di bug bounty robusti e di rispondere prontamente alle segnalazioni degli utenti. Tuttavia, questa scoperta solleva anche interrogativi più ampi sulla sicurezza delle applicazioni web e sulla necessità di continuare a sviluppare e implementare misure di sicurezza sempre più sofisticate per proteggere gli utenti da minacce sempre più complesse.
La sicurezza informatica è una sfida in continua evoluzione e richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti. Grazie alla collaborazione tra ricercatori di sicurezza e fornitori di servizi online, possiamo fare progressi significativi nella protezione delle informazioni e nella difesa contro le minacce digitali.
Il ransomware HellCat è apparso nella seconda metà del 2024 e ha attirato l’attenzione degli analisti grazie all’umorismo delle sue dichiarazioni pubbliche. Ricordiamo l’...
Il 28 marzo 2025, un utente del noto forum di cybersecurity BreachForums, con lo pseudonimo ThinkingOne, ha rivelato quello che potrebbe essere il più grande data breach mai registrato nel mondo ...
Quando Jeffrey Goldberg dell’Atlantic ha fatto trapelare accidentalmente un messaggio di gruppo privato di alti funzionari statunitensi su un possibile attacco contro gli Houthi nello Yemen, ha...
Ogni mese diventa sempre più evidente: le password non funzionano più. Gli hacker hanno imparato a eludere anche la protezione a due fattori sfruttando sessioni rubate e milioni di dati comp...
La pseudonimizzazione è una tecnica di protezione dei dati definita dall’art. 4(5) del GDPR. Consiste nella trasformazione dei dati personali in modo tale che non possano più essere a...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006