Redazione RHC : 8 Maggio 2021 09:00
Il dibattito che ruota attorno all’intelligenza artificiale relativa al riconoscimento facciale, oramai sta diventando molto acceso.
Ecco che il nostro Garante della Privacy, chiede dei chiarimenti alla società Clearview AI, sull’utilizzo dei volti per allenare i suoi algoritmi di intelligenza artificiale.
Prova la Demo di Business Log! L'Adaptive SOC italiano
Log management non solo per la grande Azienda, ma una suite di Audit file, controllo USB, asset, sicurezza e un Security Operation Center PERSONALE, che ti riporta tutte le operazioni necessarie al tuo PC per tutelare i tuoi dati e informati in caso di problemi nel tuo ambiente privato o di lavoro.
Scarica ora la Demo di Business Log per 30gg
Clearview AI è una società americana di riconoscimento facciale che fornisce software ad aziende, forze dell’ordine, università e privati. Gli algoritmi di AI venduti dell’azienda, vengono allenati su dataset di immagini prelevate da Internet, comprese le applicazioni dei social media con lo scopo di essere sempre più efficaci nel riconoscimento facciale.
Ma i proprietari di questi volti, hanno acconsentito al loro utilizzo?
L’azienda recentemente era stata criticata dai no profit di Privacy Network, una organizzazione italiana che affronta le sfide dell’innovazione tecnologica per la tutela di privacy e dei diritti fondamentali, dove nello specifico, avevano richiesto il blocco delle tecnologie di riconoscimento facciale chiedendo al Garante di fare chiarezza.
Infatti, al centro della polemica risulta il fatto che l’azienda Clearview AI, acquisisce in modo automatizzato (data scraping) 3 miliardi di immagini dai social network, allo scopo di allenare le sue IA e sono numeri veramente allarmanti della vastità del fenomeno.
Si tratta di cifre mostruose presenti all’interno dei loro database e tutto questo non risulta in linea con il GDPR europeo, in quanto i dati devono essere trattati consentendo ai relativi proprietari di averne il controllo.
Nonostante le diverse critiche, lo scorso febbraio, l’amministratore delegato della società Hoan Ton-That, ha detto:
“La nostra tecnologia non è disponibile nell’Unione europea. Attendiamo di attivare un dialogo con il Data protection officer di Amburgo nell’ottica di rimediare alle loro preoccupazioni”.
Ma questa tecnologia, proprio in questi momenti sta sbarcando in Europa, e dunque anche in Italia. Ecco perché la situazione sembra ora interessare il Garante italiano.
L’azienda, attraverso la tecnica del data-scraping, ha raccolto e inserito nei suoi database anche i volti dei cittadini europei e anche di noi italiani.
Il tutto è avvenuto senza chiedere nessun consenso e, dunque, non tutelando la privacy dei diretti interessati.
Ma il Garante italiano ha indagato sulla faccenda dopo l’autorità di Amburgo, che ha ordinato all’azienda di cancellare le informazioni relative a qualsiasi cittadino tedesco e tutelare la sua stessa privacy, ma gli effetti sembra che siano stati insignificanti.
In un recente scambio con l’intelligenza artificiale Grok 3, è emerso un tema delicato e controverso: la pena di morte e chi, tra le persone viventi oggi in America, potrebbe meritarla per...
Negli ultimi giorni, il collettivo hacktivista italiano Anonymous Italia ha risposto agli attacchi informatici sferrati dal gruppo filorusso NoName057(16) colpendo una serie di obiettivi russi. Gli at...
Gruppo di ricerca MASSGRAVE ha presentato un Exploit chiamato TSforge che consente di attivare qualsiasi versione di Windows a partire da Windows 7, nonché tutte le edizioni di Microsof...
Su BreachForum un utente dallo pseudonimo EDRVendor ha venduto, dopo poche ore dall’annuncio, l’accesso ad una cassetta postale della polizia di stato italiana. Oltre alla mail viene off...
Team di intelligence sulle minacce di Google ha reso pubblica l’informazione sul gruppo di hacker Triplestrength, finora sconosciuto, attivo dal 2020. Il gruppo è composto da poc...
Copyright @ 2003 – 2024 REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006