Daniela Farina : 7 Gennaio 2023 09:07
Incel non è il titolo del romanzo di Stieg Larsson ma è purtroppo un fenomeno nato negli USA negli anni Novanta che si sta diffondendo anche in Italia e soprattutto in rete.
Cristiana Natali, docente di antropologia spiega che “sostanzialmente, gli aderenti a tale comunità si dichiarano brutti e credono che la loro bruttezza sia determinata da aspetti come la scarsa altezza, calvizie, sovrappeso, spalle piccole. Tutti temi che costituiscono una vera e propria ossessione. La loro solitudine è dunque legata al corpo brutto che impedisce loro di avere relazioni”
La pericolosità del fenomeno è aumentata con la pandemia ed il vero problema sono le discussioni veicolate dai forum di tale comunità che creano una nuova soggettività di genere ad impronta misogina ed anti – femminista.
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Il rischio di tale fenomeno sta nel fatto che alcuni aderenti ai valori del gruppo possano sfogare il proprio risentimento compiendo stragi, come avvenuto in America ed in Inghilterra, negli ultimi anni.
Incel è l’unione di due parole : involuntary e celibates , traducibili in “celibi involontari”.
Il termine è nato nel 1993 quando una studentessa universitaria canadese ha creato un sito web per discutere della sua mancanza di vita sessuale.
Ma perché ciò accade?
L’ansia sociale e la solitudine digitale stanno diventando sempre più un problema ed accanto al fenomeno tristemente noto come quello degli hikikomori sembra crescere quello degli Incel.
Lo stereotipo del celibe volontario creato oggi sul web è quello di un uomo rabbioso e vittimista, con tendenze misogine e forte spirito di autocommiserazione.
Eterosessuale, affetto da profonda sofferenza psicologica perché nonostante l’aspirazione ad una vita di coppia non riesce in concreto ad instaurare alcun tipo di relazione con l’altro sesso ed attribuisce il proprio insuccesso alle donne fonte della propria emarginazione.
Non fermiamoci all’apparenza, comprendiamo gli aspetti psicologici.
Gli incel hanno una radicale insicurezza, nascosta da una costante focalizzazione sul mondo esterno, come abbiamo appena detto.
Alla base di tutto ciò c’è l’ansia del giudizio sociale, legata alla sensazione di essere diversi dagli altri o comunque diversi e lontani dal modello vincente proposto dalla società. Tutti coloro che si discostano da tale modello tendono a subire gravi pressioni, legate ad esempio ad episodi di bullismo e cyberbullismo.
Il fenomeno degli incel come quello degli hikikomori nasce dalle difficoltà di adattarsi alla vita sociale ed è strettamente connesso alla difficoltà a relazionarsi con gli altri.
Gli incel concentrano la propria ansia su questa sorta di disagio relazionale, sessuale e sentimentale, sviluppando comportamenti disfunzionali come l’isolamento o l’aggressività finalizzata a colpire le donne e non solo.
Per lo psicologo Marco Crepaldi ”purtroppo non è così raro che un uomo che non riesce ad avere successo in questo ambito tenda a colpevolizzare l’altro sesso ed a sviluppare atteggiamenti che possono innescare meccanismi e problematiche pericolose. Alcuni Incel, accusano le donne di essere attratte esclusivamente dall’aspetto fisico, dai soldi e dallo status. È la teoria LMS ossia l’acronimo di look, money e status, secondo cui chi non eccelle in questi ambiti non avrà alcuna possibilità di risultare interessante agli occhi di una donna.”
Ansia del giudizio e invidia sociale costituiscono la base del problema e meritano attenzione poiché i livelli di sofferenza e di frustrazione che possono celarsi dietro a queste condizioni, come dimostrato da alcuni fatti di cronaca, non sono trascurabili e possono dare adito ad escalation sempre maggiori.
La dimensione sociale amplifica alcune patologie come la dismorfobia, la paranoia e la fobia sociale perché la competizione, il paragone, il concorrere per un risultato, il doversi comunque definire in mezzo ad una massa (o distinguersi, o tenere il passo degli altri eguagliandoli) è un fattore stressante che fa venire fuori disturbi affettivi, ansiosi e psicotici.
Non c’è quindi da stupirsi se certi temi si sono amplificati, negli ultimi anni, grazie al contesto virtuale. Quello degli incel non è altro che la punta dell’iceberg di un fenomeno complesso e multifattoriale.
La rete ha sicuramente un ruolo fondamentale nella polarizzazione delle idee e degli atteggiamenti espressi dagli incel ed è particolarmente allarmante la rapidità con cui cresce questa comunità online, tanto che sono stati studiati accademicamente come un mero fenomeno del web, prendendo in considerazione la loro versione estremizzata.
Come tutti i problemi psicologici maggiormente complessi e pericolosi, anche questo tende ad aggravarsi mano mano che passa il tempo ed il problema viene trascurato. In molti lo sottovalutano ignorando il fatto che non si tratta di un problema casuale bensì determinato da lacune nelle competenze emotive, sociali, relazionali nonché dipendenti da traumi e pensieri disfunzionali che devono essere elaborati, affinché si possano evolvere in senso positivo.
Gli incel fino al 2013 erano profondamente radicati nei blog ma poi hanno cominciato a diffondersi come gruppo ed a manifestare attivamente il proprio odio e la propria violenza.
La stragi di Elliott Rodger, Alek Minassian, Jake Davison e Antonio De Marco
Si pensi alla sparatoria di Isla Vista in California, avvenuta nel maggio 2014, per mano di un ventiduenne Elliott Rodger. Armato di fucile riuscì ad uccidere sei persone ed a ferirne quattordici e poi si tolse la vita. Pubblicò anche un video poche ore prima della strage all’interno del quale esplicitava il movente del suo gesto:” Domani è il giorno del Castigo, il giorno in cui avrò la mia vendetta contro l’umanità, contro tutti voi. Negli ultimi anni ho dovuto sopportare un’esistenza di solitudine, rifiuti e desideri insoddisfatti, tutto perché le ragazze non sono mai state attratte da me. Ho ventidue anni e sono ancora vergine e per questo vi punirò…”
Elliott Rodger divenne un simbolo per alcuni addirittura un eroe. Nei forum incel, ancora oggi, in molti utilizzano la sua foto come avatar o fanno riferimento al suo nome nel proprio nickname.
Il massacro di Isla Vista non fu l’unico attentato riconducibile al fenomeno e neppure il più cruento.
Il 23 Aprile 2018, a Toronto, il venticinquenne Alek Minassian alla guida di un camioncino si scagliò su un gruppo di pedoni nel centro della città e riuscì ad ucciderne dieci ed a ferirne sedici, alcuni molto gravemente. Anche in questo caso non sembra che l’uomo abbia voluto prendere di mira specificatamente le donne.
Il 12 Agosto 2021 a Plymouth in Inghilterra un altro attentatore ventiduenne Jake Davison sparò con un fucile a pompa su diversi passanti, uccidendo cinque persone e ferendone numerose altre.
Persino in Italia, nel 2021 a Savona un ragazzo ventiduenne è stato arrestato con l’accusa di progettare un attentato di terrorismo misogino ed a Lecce Antonio De Marco studente di ventuno anni ha ucciso a coltellate l’arbitro De Santis e la sua compagna. Il movente secondo le rivelazioni del giovane era il vedere gli altri nelle relazioni troppo felici e realizzati.
Agli incel non importa tanto e solo di vendicarsi contro le donne: il loro obiettivo è punire la società, colpevole di continuare a condurre la propria vita, ignorando completamente la loro sofferenza.
In sostanza, vedono gli altri come dei privilegiati che approfittano della propria condizione di vantaggio, senza preoccuparsi di chi non ha la loro stessa fortuna. Ritengono di avere corpi brutti e per questo si sentono esclusi dalla società, che è responsabile di farli sentire emarginati. Per loro diventa più semplice caricare la pistola piuttosto che vedersi sotto una luce migliore, rivolgendo tutta la loro rabbia verso l’esterno.
Gli attentati, in tutto nove dal 2009 al 2019, sono stati commessi in nazioni diverse, eppure le motivazioni espresse dagli assassini per giustificare il proprio gesto, risuonano drammaticamente sovrapponibili, come se si fossero messi d’accordo tra di loro. In quanto fenomeno sociale è inevitabile che i pensieri, le emozioni e le azioni messe in atto dai celibi involontari siano almeno in parte, sovrapponibili, poiché il disagio psicologico alla base è il medesimo, così come lo sono le dinamiche macro sociali da cui origina.
L’educazione dei ragazzi è fondamentale e deve essere finalizzata a dar loro strumenti adeguati per riconoscere e gestire le proprie emozioni. Fondamentale è l’intercettazione dei primi segnali di malessere. Secondo lo studio della Commissione Europea (2021) l’Italia sarebbe al quarto posto in Europa per consistenza e attività degli incel online, dietro a Germania, Regno Unito e Svezia. L’ansia sociale, lo stress post traumatico; il disturbo dell’adattamento, la depressione sono tutti fattori che sembrano concorrere ad alimentare il fenomeno. L’incessante ed ossessiva ricerca di relazioni che sembra riguardare molti giovani maschi non dipende solo da fattori biologici bensì da una forte pressione legata alle aspettative socioculturali.
La crescente mediatizzazione di tutti gli ambiti della nostra vita che interessa principalmente i giovani non favorisce il contatto tra le persone, ma fa crescere insoddisfazione, depressione e solitudine. L’obiettivo principale e dichiarato dei social network è mettere in contatto le persone ma la reale funzione è la pubblicità : il loro modello commerciale!
I pericoli delle dinamiche di amplificazione che hanno luogo sul web pescano nel grande bacino del disagio individuale, un bacino reso quasi inesauribile anche dalla forte presenza di inquinanti della socio sfera. Il confronto continuo tramite i social network alimenta la competizione sociale e la corsa verso la perfezione finisce per essere combattuta con qualsiasi mezzo : filtri, luci inquadrature e programmi di editing per il fotoritocco. La pressione per aderire ad elevati canoni estetici favorisce inevitabilmente tutte le patologie ansiose connesse.
Ebbene la competizione estetica frenetica non danneggia solo le donne ma contribuisce a generare dei modelli di bellezza irrealistici anche negli uomini. Nella teoria LMS (look, money e status) una delle componenti è per l’appunto l’attenzione sul fisico e sull’aspetto esteriore. Gli incel spesso finiscono per cronicizzare il proprio problema anche perché non riescono a trovare qualcuno con cui parlarne. Confidarsi con gli amici è molto difficile, dal momento che si ha paura di essere giudicati e scherniti.
Ricordiamoci che sono persone insicure, con bassa autostima spesso e qualora trovassero il coraggio di aprirsi con delle persone in grado di ascoltarli in maniera non giudicante, non è detto che esse abbiano la competenza adatta per supportarli concretamente. Gli adulti preposti a parlare ai giovani di sesso dovrebbero essere i genitori e gli insegnanti ma per diversi motivi entrambe le figure sembrano oggi fallire nel proprio contributo educativo. Oggi i giovani ricevono una educazione sessuale del tutto inadeguata e la rete in tal senso non li aiuta. Il rischio di ricercare aiuto online è rappresentato anche dai forti meccanismi di polarizzazione che si generano negli spazi chiusi e nei social network in particolare.
Se infatti abbiamo un certo tipo di orientamento, atteggiamento o ipotesi saremo naturalmente spinti a ricercare e seguire quelle fonti che confermeranno le nostre idee. Tali fonti ci appariranno come più credibili semplicemente perché assecondano il nostro bias di conferma e rafforzano le nostre supposizioni senza costringerci a riformulare l’interpretazione della realtà. L’essere umano funziona infatti secondo un principio di “economia cognitiva” e cerca istintivamente di preservare il più possibile le proprie risorse mentali.
In sintesi, credere ad una idea pregressa è più facile di ammettere di aver sbagliato e ristrutturare il proprio pensiero. Pensate quindi a quanto il bias della conferma possa trovare terreno fertile nei gruppi incel. Un ragazzo in difficoltà potrebbe entrarvi incuriosito e finire per essere completamente plagiato dalla narrazione che viene perpretata in questi spazi.
In ambito terapeutico si sta sperimentando sempre più l’utilizzo della realtà virtuale come strumento di contrasto dell’ansia sociale. Attraverso un visore è infatti possibile immergere il paziente in uno spazio digitale in grado di ricreare, almeno in parte, il contesto temuto o quello in cui si fatica nel cimentarsi, per esempio l’incontro con una ragazza. L’efficacia della realtà virtuale nel contrasto di diverse fobie comprese appunto quelle di natura sociale è già stata dimostrata da diversi studi scientifici con degli ottimi risultati anche a lungo termine.(Anderson) Anche nel caso degli incel questa tecnologia potrebbe rivelarsi estremamente utile. Infine, bisogna sempre ricordare che non bisogna diventare vittime passive, acritiche ed inconsapevoli di mode, di tendenze e di criminali informatici.
La rete rappresenta un nuovo modo di comunicare con gli altri, apre un mondo di relazioni, di emozioni, di scambio di informazioni e di apprendimento che offre in particolare ai giovani, opportunità di crescita senza precedenti. La tecnologia e i device digitali in termini di valori non sono cattivi.
Il fatto che vengano usati per scopi buoni o cattivi dipende dal carattere della persona che li possiede Una persona virtuosa può usarli per fare cose buone ed utili alla collettività, un individuo non molto virtuoso potrebbe usarli per causare grandi mali.
Che cosa ci dice questo?
Ci mostra che l’autentico valore, la fonte di ciò che è buono o cattivo risiede nel carattere della persona che lo possiede. Ci dice inoltre che occorre prestare molta attenzione al tema della sicurezza ed all’uso consapevole di tali strumenti.
In una società come la nostra, dobbiamo prestare la massima attenzione affinché tutte le minoranze caratteriali siano tutelate, dobbiamo proteggere i nostri giovani dai pericoli della Rete che spesso è l’unico mezzo di contatto degli incel con il mondo esterno e soprattutto dobbiamo porre attenzione sull’importanza della cyber security awareness per creare la necessaria consapevolezza sulle minacce informatiche emergenti.
La parola consapevolezza è una parola chiave nella cura di alcune problematiche sociali e psicologiche come nella sicurezza informatica.
Consapevolezza è presa di coscienza al fine di evolvere come esseri umani sia da un punto di vista esistenziale che da un punto di vista sociale.
Continuare a parlare e sensibilizzare quante più persone possibili, su certi temi ed in particolare su quella della consapevolezza in generale e sulla security awareness vuol dire assumerci la responsabilità di fare qualcosa e ognuno di noi può e deve fare qualcosa. Non dimentichiamocelo mai!