Redazione RHC : 26 Novembre 2023 16:54
Meta, il proprietario di Instagram, è al centro di uno scandalo. L’azienda è accusata di aver violato il Children’s Privacy Act negli Stati Uniti. I ricorrenti hanno intentato un’azione legale collettiva contro la società da 33 stati. Secondo i documenti legali, dall’inizio del 2019 l’azienda ha ricevuto più di 1,1 milioni di reclami riguardanti utenti sotto i 13 anni, ma ha bloccato solo una “piccola parte” di tali account. Inoltre, Meta ha continuato a raccogliere informazioni personali sui bambini, tra cui posizione e indirizzi e-mail, senza il permesso dei genitori.
Le accuse derivano dal Children’s Online Privacy Act del 1998, che richiede il permesso verificabile dei genitori prima di raccogliere informazioni personali da bambini sotto i 13 anni. Le violazioni della legge comportano multe superiori a 50.000 dollari per incidente.
La causa contro Meta accusa l’azienda di non essere riuscita a creare sistemi efficaci per identificare ed escludere gli utenti più giovani perché considerava i bambini un gruppo demografico fondamentale per la sua crescita futura. Presumibilmente la società disponeva di molteplici indicatori che indicavano la presenza di utenti minorenni, inclusi rapporti interni e segnalazioni dei genitori.
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In un caso nel 2019, i dipendenti di Meta hanno discusso del motivo per cui gli account di una ragazzina di 12 anni non sono stati cancellati, nonostante le richieste e le lamentele di sua madre. La ragione di ciò era che i rappresentanti dell’azienda “non potevano determinare con precisione che l’utente fosse minorenne”.
Questa non è la prima volta che il social network deve affrontare accuse di violazione della privacy. Nel 2019, la società ha accettato di pagare la cifra record di 5 miliardi di dollari per risolvere le accuse di aver ingannato gli utenti riguardo al controllo sulla privacy.
Ora Meta si trova ad affrontare una nuova sfida poiché gli stati intentano accuse di violazione della privacy dei bambini, cosa che potrebbe essere più facile da dimostrare rispetto alle accuse di promozione della dipendenza dai social media tra i giovani.
Dal 2019, la Federal Trade Commission degli Stati Uniti ha avviato con successo azioni legali simili contro le principali società tecnologiche, tra cui Google, Amazon, Microsoft ed Epic Games.
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