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Gli scienziati hanno hackerato la telecamera di una sonda solare per poter osservare meglio il nostro sole

Redazione RHC : 12 Ottobre 2023 07:28

Gli scienziati che lavorano sulla sonda spaziale per l’osservazione solare hanno applicato un semplice trucco a una delle sue telecamere, consentendo loro di studiare regioni dell’atmosfera solare raramente osservate.

Grazie a una piccola modifica all’Extreme Ultraviolet Imager (EUI) di Solar Orbiter, il team è stato in grado di registrare parte dell’atmosfera del Sole a lunghezze d’onda ultraviolette estreme. 

Questa modifica prevedeva l’aggiunta di una piccola sporgenza che bloccasse la luce intensa proveniente dal Sole, consentendo di vedere la luce più debole della sua atmosfera.

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Frédéric Oscher, astrofisico dell’Istituto di Astrofisica dell’Università di Parigi-Sud e membro del team dell’EUI, ha dichiarato : “È stato un vero hack. Avevo l’idea di realizzarlo e vedere se avrebbe funzionato. In realtà è una modifica molto semplice allo strumento.”

L’EUI produce immagini ad alta risoluzione di strutture nell’atmosfera solare. Il risultato è stato un’immagine ultravioletta della corona solare. Un’immagine ultravioletta del disco solare è stata sovrapposta al centro, in un’area lasciata vuota, ha affermato l’Agenzia spaziale europea (ESA).

La corona è solitamente nascosta dal riflesso della superficie solare ed è visibile soprattutto durante un’eclissi solare totale. L’hack della fotocamera crea un effetto simile a un’eclissi bloccando la luce del sole. La temperatura della corona raggiunge 1,8 milioni di gradi Fahrenheit (1 milione di gradi Celsius), che è uno dei più grandi misteri della nostra stella.

Daniel Müller, scienziato del progetto ESA per Solar Orbiter, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che il metodo funziona così bene che ora si può prendere in considerazione un nuovo tipo di strumento in grado di acquisire simultaneamente immagini del Sole e della sua corona”.

Il Solar Orbiter dell’ESA è stato lanciato nel 2020 con l’obiettivo di fotografare il Sole ad una distanza ravvicinata, utilizzando sei strumenti per svelare i misteri della stella.

Redazione
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