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Fuga di dati militari USA: 385.000 informazioni sui soldati e contractor all’asta nel Dark Web

Pietro Melillo : 6 Novembre 2024 10:30

Un utente di alto livello di BreachForums, noto come “GOD”, avrebbe messo in vendita un presunto database appartenente al Militare USA, che conterrebbe i dati di oltre 385.000 membri del personale e contractor. Questo database sarebbe stato acquisito nel novembre 2024 e comprenderebbe informazioni personali e di servizio di valore critico.

Al momento, non possiamo confermare la veridicità della notizia, poiché l’organizzazione non ha ancora rilasciato alcun comunicato stampa ufficiale sul proprio sito web riguardo l’incidente. Pertanto, questo articolo deve essere considerato come ‘fonte di intelligence’.

Dettagli del Possibile Breach

Il database, se autentico, conterrebbe diversi campi di dati sensibili,

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che potrebbero essere suddivisi nei seguenti headers:

  • EDIPI: Identificativo univoco del personale.
  • Nome: Nomi completi dei soggetti.
  • Email: Indirizzi email associati.
  • Telefono: Numeri di contatto.
  • Servizio: Ramo delle Forze Armate di appartenenza (Esercito, Marina, Aeronautica, etc.).
  • Componente: Specifica dell’unità di appartenenza (es. attivo, riserva).
  • Primary MOS: Codice dell’occupazione principale (Military Occupational Specialty).
  • Billet MOS: Specializzazione specifica all’interno della posizione assegnata.
  • Billet Desc: Descrizione dettagliata del ruolo all’interno della struttura.
  • Unit Info: Informazioni sull’unità operativa.
  • Company: Azienda o reparto di appartenenza.
  • Platoon: Plotone assegnato.
  • Work Section: Sezione specifica di lavoro.
  • Indirizzo: Comprende sezione, indirizzo stradale, città/stato/zip.

Implicazioni di Sicurezza Potenziali

Se confermata, questa fuga di dati potrebbe rappresentare un grave rischio per la sicurezza nazionale, in quanto metterebbe a disposizione informazioni sensibili di membri delle Forze Armate USA. Dettagli come il codice MOS e le informazioni sul plotone potrebbero facilitare attività di spionaggio, phishing mirato e altre operazioni di cyber-attacco. I dati potrebbero essere sfruttati per profilare personale in posizioni chiave, aumentando il rischio di attacchi di ingegneria sociale avanzati.

Le fughe di dati militari costituiscono una preoccupazione critica per le agenzie di sicurezza nazionale. Incidenti di questo tipo esporrebbero non solo il personale attivo ma anche i contractor, che spesso operano su progetti sensibili per il governo USA. Qualora questa fonte di intelligence fosse verificata, un database di tali dimensioni e contenente questi dettagli rappresenterebbe un obiettivo importante per attori malevoli e gruppi di spionaggio stranieri.

Conclusioni

Questa potenziale violazione rappresenterebbe una minaccia significativa per la sicurezza del personale militare e contractor statunitense. Sebbene i dettagli esatti dell’acquisizione del database non siano confermati, la comunità di sicurezza informatica dovrebbe rimanere vigile per mitigare i rischi associati. Fino a ulteriori verifiche, questa informazione rimane una fonte di intelligence da considerare con cautela.

Come nostra consuetudine, lasciamo sempre spazio ad una dichiarazione da parte dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti sulla vicenda. Saremo lieti di pubblicare tali informazioni con uno specifico articolo dando risalto alla questione.

RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono utilizzare la mail crittografata del whistleblower.

Pietro Melillo
Membro e Riferimento del gruppo di Red Hot Cyber Dark Lab, è un ingegnere Informatico specializzato in Cyber Security con una profonda passione per l’Hacking e la tecnologia, attualmente CISO di WURTH Italia, è stato responsabile dei servizi di Cyber Threat Intelligence & Dark Web analysis in IBM, svolge attività di ricerca e docenza su tematiche di Cyber Threat Intelligence presso l’Università del Sannio, come Ph.D, autore di paper scientifici e sviluppo di strumenti a supporto delle attività di cybersecurity. Dirige il Team di CTI "RHC DarkLab"