Roberto Campagnola : 24 Novembre 2021 16:29
Autore: Roberto Campagnola
Data Pubblicazione: 24/11/2021
Alle 7:21 ora italiana di oggi 24 novembre 2021, dalla base aerea di Vanderberg in California è partito una razzo Falcon9 di SpaceX con a bordo la sonda DART (Double Asteroid Redirection Test) e il satellite italiano LICIACube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids).
La missione, in cui il contributo italiano è fondamentale, ha l’obiettivo di studiare le nostre capacità di lanciare una sonda per cambiare l’orbita di un oggetto celeste potenzialmente pericoloso.
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All’interno del Sistema Solare sono numerosissimi gli asteroidi, la maggior parte si trova nella Fascia Principale, tra le orbite di Marte e di Giove, e sono oggetto di studio continuo, specialmente quelli con diametro dell’ordine di 100 metri o superiore, che potrebbero causare danni devastanti in caso di impatto.
Nel 1996 fu scoperto Didymos, asteroide di 780 metri di diametro classificato come NEO (Near Earth Object, oggetti che hanno un perielio di meno di 1.3 unità astronomiche, 1.3 volta la distanza Terra-Sole), e PHA (Potentially Hazardous Asteroids, asteroidi che,semplificando, hanno una distanza minima di .05 UA tra la loro orbita e quella terrestra, e la cui probabilità di impatto con il nostro pianeta è non nulla, magari infinitesima ma comunque diversa da 0) e quindi subito oggetto di forte interesse.
Bisogna ricordare che al momento, tra gli NEO-PHA monitorati nessuno ha una probabilità di impatto significativa nei prossimi 100 anni. Ulteriori osservazioni con il radiotelescopio di Arecibo confermarono la natura binaria di Didymos nel 2003: intorno all’asteroide, ad una distanza di circa 1 km, fu scoperta una luna più piccola del diametro di 170 metri chiamata Dimorphos, che rappresenta il bersaglio della missione.
Illlustrazione di DART, poco prima dello scontro con Dimorphos
Lo “scontro” tra DART e Dimorphos è pianificato per il settembre del 2022, un viaggio breve per gli standard medi dell’esplorazione spaziale.
La missione ha lo scopo di capire quanta energia cinetica è in grado di assorbire l’asteroide, studiare il tipo di impatto e la conseguente dinamica della piccola luna, valutare se le simulazioni dei parametri e dell’evoluzione dell’impatto sono corrette, insomma capire se e cosa dobbiamo fare nel caso venga scoperto un PHA che ha una probabilità di impatto con il nostro pianeta ritenuta inaccettabile.
Lo scontro sarà osservato sia dalla Terra, poiché cambiando l’orbita di Dimorphos intorno a Didymos, la luminosità di quest’ultimo varierà, ma soprattutto sarà monitorato dal satellite italiano che è partito nella stessa missione. LICIACube, il cubesat sviluppato da ASI, gestito dall’INAF e costruito dalla Argotec di Torino, osserverà l’impatto tra DART e Dimorphos da una distanza di circa 1000 km.
Si separerà dalla sonda madre 10 giorni prima dell’impatto e, dopo aver ripreso le immagini della collisione, proseguirà la sua missione con un sorvolo ravvicinato della piccola luna, fino ad arrivare ad una distanza di appena 50 km.
Il satellite italiano si occuperà anche di studiare la nube di polvere sollevata, per avere informazioni sulla struttura e la composizione di Didymos, oltre che gli effetti dinamici dell’impatto.
LICIACube all’arrivo all’Applied Physics Laboratory di Laurel, Maryland.
LICIACube, nonostante le dimensioni paragonabili ad una scatola di scarpe, è un sistema di altissima tecnologia: monta un sistema autonomo di navigazione, un sistema integrato di propulsione e due fotocamere dai nomi quantomeno familiari: LEIA (LICIACube Explorer Imaging for Asteroid), e LUKE (LICIACube Unit Key Explorer).
Tecnici NASA e ASI preparano l’alloggiamento per LICIACube
Lo scontro tra la sonda e la piccola luna avverrà ad una distanza di circa 11 milioni di km dalla Terra, ed è notevole pensare al livello di complessità raggiunto dalle missioni spaziali e alla bravura delle persone coinvolte, se siamo in grado di pianificare ed eseguire una missione che prevede lo scontro tra un “cubo” artificiale con spigolo di 2 metri e un corpo celeste di 800 metri di diametro ad 11 milioni di km da noi.
Alessandro di Paola (sx) e Silvio Patruno (dx), di ASI con la sonda DART e il supporto contenente LICIACube (centro)
Questa missione rappresenta una ulteriore dimostrazione delle capacità e dell’eccellenza dell’industria aerospaziale italiana, ed è la prima missione italiana nello spazio profondo, un altro passo del nostro Paese di cui andare orgogliosi.
Fonti
Credit: https://www.nasa.gov/feature/dart-launch-moves-to-secondary-window
Photo credits: https://www.nasa.gov/image-feature/stay-tuned-for-dart
https://www.nasa.gov/feature/dart-gets-its-cubesat-companion-its-last-major-piece/