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DarkRace rivendica un altro attacco informatico ad una azienda italiana. Colpita la Pluriservice Spa. 43GB di dati in possesso della gang

Chiara Nardini : 3 Giugno 2023 12:42

Dopo l’attacco alla CONATECO del quale abbiamo parlato ieri, la banda di criminali informatici di DarkRace, oggi revendica un altro attacco informatico ad una azienda italiana.

All’interno del Data Leak Site, la gang riporta che l’azienda Pluriservice è stata attaccata e che la cyber gang ha in mano 43GB di dati esfiltrati dalle infrastrutture IT dell’azienda.

La notizia è stata diramata dal ricercatore di sicurezza Pietro Melillo. Nel post, la cybergang criminale riporta che:

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    Pluriservice Spa nasce nel 1986, è leader nel settore Auto ID (codice a barre). Produce e commercializza un’ampia gamma di prodotti tecnologicamente avanzati e innovativi. È distributore in esclusiva per il territorio nazionale di alcuni dei brand più riconosciuti a livello mondiale nel settore Auto ID. 
    
    È proprietaria dei brand PLUS e APIX e produce soluzioni software con Storm Open Solutions, la software house nata nel 2001, depositaria nello sviluppo e rinnovo delle suite E2K per i settori hospitality e retail, con oltre 5000 clienti attivi. Pluriservice Solutions è il system integrator del gruppo che nel 2006 ha raggiunto 6 Mln di fatturato con i contratti di locazione attivi. 
    
    Raining Labels nasce nel 2005 e si occupa di realizzare etichette adesive standard e personalizzate, ad oggi ha realizzato oltre 5 milioni di m2 di etichette. La Proget Sistem Italia è dedicata alla progettazione e ingegnerizzazione dei sistemi di etichettatura e stampa

    Vengono riportati anche dei samples nel post che riportano dati inerenti il numero dei clienti i i fatturati i dati di bilancio, una serie di curriculum, dei contratti, la lista delle directory in possesso dei criminali informatici con informazioni sui clienti.

    Sembra che la gang abbia attaccato un’altra azienda italiana dal nome PESSI sempre nella giornata di oggi, anche se riporta il sito di una organizzazione non italiana.

    La cosa interessante è che i samples messi a disposizione da parte della cybergang, sono informazioni in lingua italiana e potrebbero far comprendere chi si sia trattato di un errore di obiettivo.

    Se questo fosse confermato, stiamo assistendo alla terza vittima italiana in 2gg da parte di DarkRace. SI tratta di una sola coincidenza?

    Come nostra consuetudine, lasciamo spazio ad una dichiarazione dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti su questa vicenda e saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.

    RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.

    Cos’è il ransomware as a service (RaaS)

    Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.

    Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.

    Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:

    Come proteggersi dal ransomware

    Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.

    Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:

    • Formare il personale attraverso corsi di Awareness;
    • Utilizzare un piano di backup e ripristino dei dati per tutte le informazioni critiche. Eseguire e testare backup regolari per limitare l’impatto della perdita di dati o del sistema e per accelerare il processo di ripristino. Da tenere presente che anche i backup connessi alla rete possono essere influenzati dal ransomware. I backup critici devono essere isolati dalla rete per una protezione ottimale;
    • Mantenere il sistema operativo e tutto il software sempre aggiornato con le patch più recenti. Le applicazioni ei sistemi operativi vulnerabili sono l’obiettivo della maggior parte degli attacchi. Garantire che questi siano corretti con gli ultimi aggiornamenti riduce notevolmente il numero di punti di ingresso sfruttabili a disposizione di un utente malintenzionato;
    • Mantenere aggiornato il software antivirus ed eseguire la scansione di tutto il software scaricato da Internet prima dell’esecuzione;
    • Limitare la capacità degli utenti (autorizzazioni) di installare ed eseguire applicazioni software indesiderate e applicare il principio del “privilegio minimo” a tutti i sistemi e servizi. La limitazione di questi privilegi può impedire l’esecuzione del malware o limitarne la capacità di diffondersi attraverso la rete;
    • Evitare di abilitare le macro dagli allegati di posta elettronicaSe un utente apre l’allegato e abilita le macro, il codice incorporato eseguirà il malware sul computer;
    • Non seguire i collegamenti Web non richiesti nelle e-mail;
    • Esporre le connessione Remote Desktop Protocol (RDP) mai direttamente su internet. Qualora si ha necessità di un accesso da internet, il tutto deve essere mediato da una VPN;
    • Implementare sistemi di Intrusion Prevention System (IPS) e Web Application Firewall (WAF) come protezione perimetrale a ridosso dei servizi esposti su internet.
    • Implementare una piattaforma di sicurezza XDR, nativamente automatizzata, possibilmente supportata da un servizio MDR 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo di raggiungere una protezione e una visibilità completa ed efficace su endpoint, utenti, reti e applicazioni, indipendentemente dalle risorse, dalle dimensioni del team o dalle competenze, fornendo altresì rilevamento, correlazione, analisi e risposta automatizzate.

    Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.

    La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.

    Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.

    Chiara Nardini
    Esperta di Cyber Threat intelligence e di cybersecurity awareness, blogger per passione e ricercatrice di sicurezza informatica. Crede che si possa combattere il cybercrime solo conoscendo le minacce informatiche attraverso una costante attività di "lesson learned" e di divulgazione. Analista di punta per quello che concerne gli incidenti di sicurezza informatica del comparto Italia.

    Lista degli articoli

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