Redazione RHC : 3 Marzo 2025 08:50
Il ransomware continua a rappresentare una delle minacce più pervasive e dannose nel panorama della cybersecurity globale. Secondo il report “DarkMirror” di DarkLab, relativo al secondo semestre del 2024, gli attacchi ransomware hanno mostrato un’evoluzione significativa sia nelle tecniche utilizzate che negli obiettivi colpiti. Questo report emesso dal collettivo DarkLab (il laboratorio sull’intelligence delle minacce di Red Hot Cyber) offre una panoramica delle principali tendenze emerse, con un focus sui dati quantitativi e sulle implicazioni per la sicurezza informatica.
Vengono analizzati i trend globali del ransomware nel secondo semestre del 2024, con un focus sulle tendenze emergenti, le tattiche dei gruppi criminali e l’impatto sui vari settori. Viene approfondita la situazione del comparto Italia, evidenziando le peculiarità del contesto nazionale. Si esplora inoltre il lato oscuro dell’intelligenza artificiale, utilizzata sempre più spesso dai cybercriminali per ottimizzare gli attacchi. Il report dedica ampio spazio ai Threat Actors, con un’analisi dettagliata della loro evoluzione e le nuove tecniche, tattiche e procedure (TTPs).
Non mancano approfondimenti sulle operazioni di law enforcement condotte a livello internazionale e un’analisi dell’economia del ransomware, inclusa una valutazione delle transazioni dei wallet criminali. Infine, il report include interviste ai Threat Actors (constantemente svolte da Red Hot Cyber) e una rassegna sui nuovi gruppi emersi nel panorama delle minacce.
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Il report è stato realizzato dal gruppo DarkLab e nello specifico da Pietro Melillo, Olivia Terrangi, Alessio Stefan, Carlo Mauceli, Inva Malaj, Luca Galuppi, Massimiliano Brolli, Edoardo Faccioli, Raffaela Crisci, Andrea Mario Muscarà.
Scarica il report DarkMirror : il Report sulla minaccia ransomware di H2 2024
Il fenomeno del ransomware nel 2024 ha continuato a rappresentare una minaccia persistente e in crescita (Come visto nell’estratto di Pietro Melillo, Andrea Mario Muscarà ed Inva Malaj), colpendo indistintamente sia economie sviluppate che in via di sviluppo. Secondo i dati raccolti da Dark Lab, sono state documentate 5333 vittime di attacchi a livello globale, un numero che rappresenta solo una frazione della reale portata del problema. Gli Stati Uniti si confermano il paese più colpito, con 2748 vittime documentate, seguiti da Canada (283), Regno Unito (277) e Germania (168). Questo dimostra che le nazioni con infrastrutture digitali avanzate sono tra i principali obiettivi dei cybercriminali.
L’industria e i servizi emergono come i settori economici più bersagliati dagli attacchi ransomware. Con 898 attacchi registrati, il comparto industriale è quello maggiormente colpito, a causa delle vulnerabilità presenti nelle sue infrastrutture IT. Il settore dei servizi segue con 777 attacchi, evidenziando rischi significativi nella gestione dei dati critici. Anche la costruzione (462 attacchi) e la tecnologia (424 attacchi) sono particolarmente esposte, dato il valore delle informazioni sensibili trattate.
La sanità rappresenta un altro settore chiave colpito, con 413 attacchi registrati, mettendo a rischio la sicurezza dei dati dei pazienti e la continuità operativa delle strutture sanitarie. I comparti del retail (325 attacchi), finanziario (288 attacchi) e pubblico (273 attacchi) mostrano anch’essi un’esposizione elevata, mentre settori come l’educazione (230 attacchi) e Hospital (192 attacchi) subiscono attacchi con impatti generalmente meno critici ma comunque rilevanti.
L’analisi dei dati conferma che il ransomware non risparmia alcun settore e si adatta alle vulnerabilità specifiche di ciascun comparto. La crescente sofisticazione delle tecniche di attacco, unite alla strategia della doppia estorsione, impongono misure di sicurezza più efficaci per proteggere le infrastrutture critiche e i dati sensibili. Investire in cybersecurity e resilienza digitale diventa sempre più essenziale per mitigare i danni causati da questa minaccia globale.
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L’analisi delle minacce ransomware in Italia nel 2024, rileva che c’è stata una importante flessione delle vittime che sono passate dalle 192 del 2023 alle 149 del 2024 (Come visto nell’estratto di Luca Galuppi e Marco Mazzola). Altresì evidenziamo una crescente concentrazione di attacchi in settori strategici, con l’industria che si conferma il bersaglio principale, seguita dal retail e dal comparto tecnologico. Gli attacchi rivolti alle infrastrutture critiche, come energia e sanità, pur rappresentando una percentuale inferiore, restano di particolare interesse per il loro potenziale impatto. Questo scenario sottolinea l’urgenza di strategie di difesa avanzate per proteggere i comparti chiave dell’economia nazionale.
Dal punto di vista degli attori malevoli, il gruppo RansomHub si distingue come il più attivo, con 18 attacchi documentati, seguito da 8Base e LockBit 3, entrambi con 12 attacchi. Altri gruppi di rilievo includono BlackBasta, Akira e Argoanuts, che continuano a rappresentare una minaccia significativa. Nonostante alcuni gruppi abbiano un numero inferiore di attacchi, come Hunters, Ciphbit, DragonForce e Meow, la loro attività non deve essere sottovalutata, in quanto spesso operano in modo mirato e con tecniche sofisticate.
Un elemento degno di nota è la variazione nella distribuzione degli attacchi tra i settori economici. Il comparto dei servizi mostra una crescita significativa negli attacchi subiti, mentre il settore tecnologico sembra registrare un lieve calo. Tuttavia, l’industria resta il principale obiettivo delle cyber gang, rendendo necessaria una risposta tempestiva per mitigare i rischi e rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche italiane.
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Proseguono nel secondo semestre 2024 complesse intrusioni multifase (come riportato dall’estratto di Olivia Terragni, Alessio Stefan, Pietro Melillo) di livello globale e nella scala operazionale si può notare sia il ‘declino’ di Lockbit sia una frammentazione, con l’emergere di nuovi ceppi ransomware in un’intensificazione di minacce significative distinte da pratiche sempre più intimidatorie e tecniche di attacco avanzate (utilizzate anche daI gruppi ATP) sempre più efficienti nell’eludere le difese.
Le nuove minacce nel panorama della cybersecurity stanno evolvendo rapidamente, con l’intelligenza artificiale (AI) che gioca un ruolo sempre più significativo (come riportato dall’estratto di Carlo Mauceli). L’AI non solo sta trasformando il modo in cui le organizzazioni si difendono dagli attacchi informatici, ma sta anche diventando uno strumento potente nelle mani dei cybercriminali. Questi ultimi stanno utilizzando l’AI per sviluppare malware più sofisticati, automatizzare attacchi e superare le difese tradizionali. La crescente accessibilità di strumenti di AI, come ChatGPT, ha sollevato preoccupazioni riguardo al loro potenziale utilizzo per scopi malevoli, tra cui la creazione di phishing più convincenti e la pianificazione di attacchi più mirati. Questo scenario richiede una risposta proattiva da parte delle forze dell’ordine e delle aziende di sicurezza per mitigare i rischi associati all’uso malevolo dell’AI.
Le operazioni internazionali di contrasto al ransomware hanno visto un’intensificazione negli ultimi anni, con sforzi coordinati tra agenzie di sicurezza, forze di polizia e unità specializzate in cyber intelligence. Operazioni come Cronos ed Endgame (come visto nell’estratto di Raffaela Crisci) hanno dimostrato l’efficacia di un approccio collaborativo, portando al smantellamento di infrastrutture critiche utilizzate dai gruppi ransomware e all’arresto di figure chiave. Ad esempio, l’Operazione Cronos ha colpito duramente il gruppo LockBit, sequestrando domini e compromettendo la loro infrastruttura interna. Queste operazioni non si limitano a semplici sequestri, ma includono tattiche di interferenza massiccia, come la diffusione di disinformazione all’interno delle reti criminali, minando la loro capacità operativa. Nonostante questi successi, i gruppi ransomware continuano ad adattarsi, sviluppando nuove varianti di malware e tecniche per eludere le autorità.
Un elemento di grande rilevanza all’interno del report sono le interviste ai Threat Actors condotte dal team DarkLab (come evidenziato nell’estratto di Massimiliano Brolli e Alessio Stefan). Nel secondo semestre del 2024, il gruppo è riuscito a intervistare diverse cyber gang ransomware, tra cui Ransom Cortex, RADAR, DISPOSSESSOR, Quilin, Lynx, Stormous e Interlock. Nel report precedente, invece, erano state pubblicate le interviste a Vari Group, Cicada6601 e Azzasec.
L’economia del ransomware è in costante crescita, con introiti che hanno superato il miliardo di dollari nel 2023. Le analisi condotte da DarkLab (come visto nell’estratto di Alessio Stefan ed Edoardo Faccioli) rivelano che, nonostante una diminuzione nel numero di transazioni, il saldo dei wallet collegati ai pagamenti ransomware è aumentato significativamente. Questo indica una strategia sempre più aggressiva da parte dei gruppi ransomware, che puntano su richieste di riscatto più elevate e su obiettivi di alto profilo. Le criptovalute continuano a essere il mezzo preferito per i pagamenti, grazie alla loro natura decentralizzata e alla difficoltà di tracciamento. Tuttavia, le forze dell’ordine stanno intensificando gli sforzi per monitorare e congelare i fondi illeciti, come dimostrato dal sequestro di oltre 30.000 wallet Bitcoin durante l’Operazione Cronos.
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Il report DarkMirror di DarkLab evidenzia come il ransomware continui a essere una delle minacce più devastanti nel panorama della cybersecurity globale. Nel secondo semestre del 2024, gli attacchi hanno subito un’evoluzione sia nelle tecniche che negli obiettivi, con un aumento della sofisticazione delle operazioni e una frammentazione del panorama dei Threat Actors. Le economie digitalmente avanzate restano i bersagli primari, con gli Stati Uniti in testa, mentre il settore industriale e quello dei servizi si confermano i più colpiti. La strategia della doppia estorsione e l’uso di tecnologie avanzate da parte dei cybercriminali impongono un rafforzamento delle misure di sicurezza per proteggere infrastrutture critiche e dati sensibili.
In Italia, il numero di attacchi ransomware è calato rispetto all’anno precedente, ma si registra una maggiore concentrazione su settori strategici come industria, retail e tecnologia. Il gruppo RansomHub emerge come il più attivo, seguito da 8Base e LockBit 3, mentre nuove cyber gang stanno guadagnando terreno. La sanità e le infrastrutture critiche restano a rischio, sottolineando l’urgenza di strategie di difesa più avanzate. Sebbene alcuni settori mostrino una leggera riduzione degli attacchi, il panorama delle minacce rimane dinamico e in continua evoluzione, rendendo necessarie azioni mirate per migliorare la resilienza delle organizzazioni italiane.
L’intelligenza artificiale sta giocando un ruolo sempre più rilevante sia nella difesa che negli attacchi informatici. I cybercriminali sfruttano l’AI per creare malware più sofisticati, automatizzare attacchi e rendere più efficaci le campagne di phishing. L’accessibilità di strumenti AI avanzati ha reso più semplice per le cyber gang sviluppare minacce sempre più difficili da rilevare, obbligando aziende e forze dell’ordine a potenziare le strategie di contrasto. Le operazioni di law enforcement hanno ottenuto successi significativi, con azioni coordinate come l’Operazione Cronos ed Endgame che hanno colpito duramente gruppi come LockBit, ma i criminali continuano ad adattarsi e a evolversi rapidamente.
Un elemento distintivo del report è l’analisi diretta dei Threat Actors, basata sulle interviste condotte dal team DarkLab con gruppi ransomware come Ransom Cortex, RADAR, DISPOSSESSOR, Quilin e Stormous. Queste conversazioni offrono uno spaccato unico sulle motivazioni, le strategie e le dinamiche interne delle cyber gang, contribuendo a una comprensione più approfondita delle minacce. La crescente specializzazione dei gruppi e l’intensificazione delle loro attività rendono essenziale un monitoraggio costante del dark web e delle nuove tattiche emergenti per anticipare le future evoluzioni del ransomware.
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