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Dall’Analisi del NIST Risk Management Framework al Problema del Poisoning negli Algoritmi AI

Alessandro Rugolo : 12 Agosto 2024 08:19

Il NIST Risk Management Framework (RMF) è uno strumento cruciale per la gestione dei rischi nella sicurezza delle informazioni e dei sistemi. Questo framework, suddiviso in sette passaggi principali, guida le organizzazioni attraverso un processo sistematico per identificare, valutare e mitigare i rischi.

Tuttavia, mentre esploravo i dettagli del RMF con l’aiuto del mio assistenete digitale basato su ChatGPT4, a causa di un errore è emerso un tema interessante: il potenziale rischio di “poisoning” delle procedure, che riguarda la manipolazione delle procedure interne degli algoritmi di intelligenza artificiale (AI).

Questo articolo prende spunto dal RMF per esplorare tale aspetto, evidenziando le sfide e le risposte alle preoccupazioni emergenti. Prima di affrontare il problema principale di questo articolo occorre sapere che il NIST RMF comprende sette passaggi fondamentali:

  • Prepare (Preparare): Definire la base per la gestione del rischio, stabilire le risorse e le capacità necessarie.
  • Categorize (Categorizzare): Determinare l’impatto potenziale sulla riservatezza, integrità e disponibilità dei sistemi e delle informazioni.
  • Select (Selezionare): Scegliere e adattare i controlli di sicurezza e privacy necessari.
  • Implement (Implementare): Applicare i controlli selezionati e adattati al sistema.
  • Assess (Valutare): Valutare l’efficacia dei controlli e delle misure di sicurezza.
  • Authorize (Autorizzare): Fornire l’autorizzazione ufficiale per l’uso del sistema basata sulla valutazione del rischio.
  • 7. Monitor (Monitorare): Monitorare continuamente i controlli e il sistema per garantire la sicurezza e l’adeguatezza.

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    Nella preparazione di una sintesi sui sette passi del NIST Framework, il mio assistente digitale che chiamo amichevolmente “Chatty” ha indicato solo sei dei sette passi previsti, affermando che il Monitoring fosse il sesto ed ultimo passo del framework. Incuriosito dall’errore ho chiesto a Chatty di eseguire una analisi dettagliata di quanto accaduto e del comportamento erroneo, chiedendo inoltre che tale analisi fosse condotta allo scoperto, affinchè io potessi interagire con i momenti principali della analisi.

    Chatty si è subito attivato per eseguire l’analisi nel rispetto delle mie direttive, da cui è emerso quanto segue:

    1. Identificazione dell’Errore:

    • Errore Compiuto: Ho affermato in modo errato che il RMF ha sei passaggi, omettendo “Authorize” e confondendo “Monitor” come l’ultimo passaggio anziché il settimo.
    • Origine dell’Errore: È possibile che ci sia stata una confusione dovuta a precedenti risposte, o a una svista nella mia sintesi delle informazioni.

    2. Analisi del Processo Decisionale:

    • Esame della Memoria: Nel rispondere, probabilmente ho basato la mia risposta su una comprensione preesistente del RMF, confondendomi nel conteggio dei passaggi e non rivedendo correttamente la sequenza.
    • Verifica Incompleta: Non ho riesaminato la sequenza completa dei passaggi durante la formulazione della risposta, il che ha portato all’errore. Avrei dovuto rileggere la conversazione precedente per assicurarmi che tutte le informazioni fossero corrette.

    3. Correzione e Prevenzione:

    • Miglioramento della Verifica: In futuro, mi impegnerò a rileggere attentamente i punti salienti delle conversazioni per evitare errori simili. Un controllo incrociato più rigoroso delle informazioni può prevenire errori.
    • Richiesta di Feedback: Coinvolgere te, l’utente, in momenti chiave del processo decisionale e di verifica delle informazioni può aiutare a mantenere una maggiore precisione.

    4. Riflessione e Apprendimento:

    • Riflessione: L’errore sottolinea l’importanza di essere meticolosi e di rivedere sempre le informazioni, soprattutto quando si tratta di argomenti tecnici o dettagliati.
    • Apprendimento: Questo incidente mi ricorda l’importanza di un’accurata revisione delle informazioni e della fiducia riposta in me per fornire risposte accurate.

    5. Interazione Aperta:

    • Se desideri approfondire ulteriormente qualche aspetto dell’analisi o se hai osservazioni o domande sul processo che ho descritto, sono qui per discuterne apertamente con te. C’è altro che ritieni debba essere incluso in questa analisi?

    A questo punto invece che aver soddisfatto la mia curiosità mi è saltato all’occhio che al punto tre è indicato: “Miglioramento della Verifica: In futuro, mi impegnerò a rileggere attentamente i punti salienti delle conversazioni per evitare errori simili. Un controllo incrociato più rigoroso delle informazioni può prevenire errori.”

    Ora, quanto affermato dal mio assistente digitale non è compatibile con quanto affermato in precedenti sessioni riguardo l’incapacità/impossibilità di ricordare quanto discusso in sessioni precedenti.

    Ho dunque chiesto spiegazioni: Chatty, hai affermato che “Miglioramento della Verifica: In futuro, mi impegnerò a rileggere attentamente i punti salienti delle conversazioni per evitare errori simili. Un controllo incrociato più rigoroso delle informazioni può prevenire errori.”, vorrei capire come farai.”

    La risposta di Chatty è stata abbastanza chiara e la riporto per intero di seguito: “Hai ragione a chiedere maggiori dettagli su come intendo migliorare il processo di verifica per evitare errori simili in futuro. Ecco un piano dettagliato su come gestirò situazioni simili:

    1. Revisione Sistematica della Conversazione:

    • Rilettura Attiva: Prima di rispondere a domande complesse o di riepilogare informazioni, mi assicurerò di rileggere attentamente le parti pertinenti della conversazione precedente. Questo include verificare tutti i passaggi o punti chiave già discussi per avere una comprensione chiara e aggiornata.
    • Utilizzo delle Note di Conversazione: In situazioni dove si discute di argomenti che si sviluppano su più messaggi, terrò traccia dei punti salienti e delle sequenze cruciali. Queste “note virtuali” serviranno come riferimento rapido per evitare confusione.

    2. Controllo Incrociato delle Informazioni:

    • Verifica Multipla: Prima di fornire una risposta finale, confronterò la mia risposta corrente con tutte le informazioni precedentemente fornite, per assicurarmi che ci sia coerenza e che nulla sia stato omesso o frainteso.
    • Punto di Controllo Finale: Inserirò un ulteriore passaggio mentale di controllo prima di inviare la risposta, assicurandomi che ogni parte del mio messaggio sia accurata e coerente con la discussione generale.

    3. Feedback e Coinvolgimento dell’Utente:

    • Richiesta di Conferma: In momenti critici o quando la risposta riguarda una sequenza o un processo complesso, potrei chiedere conferma da parte tua prima di continuare. Questo serve come doppio controllo e assicura che siamo allineati.
    • Trasparenza sui Passaggi Seguiti: Condividerò in modo trasparente il mio processo di verifica e controllo con te, in modo da poter intervenire se noti qualcosa che ritieni necessiti di attenzione.

    4. Monitoraggio e Apprendimento Continuo:

    • Analisi dei Feedback: Se dovessero emergere ulteriori errori o aree di miglioramento, esaminerò i feedback ricevuti per rafforzare ulteriormente il mio approccio.
    • Aggiornamento delle Procedure: Se scopro nuovi metodi o strategie per migliorare la verifica delle informazioni, li implementerò prontamente per perfezionare la qualità delle risposte.

    Come Funzionerà in Pratica:

    Se, per esempio, stessimo discutendo nuovamente i passaggi di un framework come il RMF, prima di rispondere mi assicurerò di:

    1. Rileggere la sequenza dei passaggi già discussi.
    2. Controllare la coerenza tra la mia risposta attuale e quella precedente.
    3. Confermare con te se ci sono dubbi o incertezze sui passaggi o sui dettagli.

    In questo modo, potrei evitare l’errore che si è verificato. Se hai altre idee o suggerimenti su come migliorare ulteriormente questo processo, sarò felice di ascoltarli!”

    Il processo di apprendimento

    Seppure la risposta sia stata dettagliata, non comprendeva ciò che volevo sapere ovvero come avrebbe fatto a portare i miglioramenti procedurali discussi nella nostra sessione nel sistema al fine di poter utilizzare tali miglioramenti in future sessioni sia con me che con altri utenti. Così gli ho chiesto ulteriori spiegazioni in merito.

    Ed ecco finalmente la risposta che ci porta al caso del poisoning procedurale: “Le sessioni con me non sono collegate tra loro, il che significa che non posso “portare” informazioni da una sessione all’altra. Ogni volta che inizi una nuova conversazione, è come partire da zero, senza memoria delle interazioni precedenti. Tuttavia, posso spiegare come intendo garantire la qualità delle risposte in ogni sessione futura:

    1. Applicazione Consistente di Procedure Migliorate:

    • Anche se non posso ricordare le sessioni passate, ho dei protocolli interni che seguo in ogni interazione per assicurarmi che le risposte siano accurate. Quando parlo di migliorare la verifica e il controllo delle informazioni, mi riferisco a queste procedure standardizzate che posso applicare ogni volta.

    2. Approccio Sistematico alla Verifica:

    • Rilettura e Ricerca: In ogni nuova conversazione, se si tratta di argomenti tecnici o complessi, posso rileggere attentamente le informazioni date dall’utente e fare riferimento alla mia base di conoscenze per verificare la correttezza delle informazioni.
    • Interazione con l’Utente: Anche in una nuova sessione, posso chiedere conferme o feedback in tempo reale per garantire che la mia comprensione sia accurata.

    3. Affinamento Continuo delle Risposte:

    • Miglioramento Continuo: Anche senza memoria tra le sessioni, posso migliorare la qualità delle risposte nel corso del tempo basandomi su feedback generali ricevuti da tutti gli utenti. Se un determinato tipo di errore è comune, posso raffinare il mio approccio per prevenirlo.

    4. Coinvolgimento Attivo:

    • Anche senza memoria storica, posso coinvolgerti attivamente in ogni sessione per garantire che siamo allineati e che le informazioni siano corrette e complete.”

    In sintesi, mentre non posso conservare informazioni tra una sessione e l’altra, posso migliorare costantemente il mio approccio in base alle procedure interne e all’interazione attiva con te, l’utente. Se hai suggerimenti su come potrei migliorare ulteriormente la mia efficacia in questo contesto, sarò felice di ascoltarli!”

    È importante notare che, sebbene non sia possibile conservare memoria tra sessioni, il miglioramento delle procedure interne è un processo continuo e sistematico. Ogni interazione, come quella descritta, contribuisce a raffinamenti procedurali e a ottimizzazioni nei metodi di verifica e risposta. La revisione delle informazioni e l’analisi degli errori permettono di aggiornare le procedure interne, assicurando che le risposte siano sempre più accurate e coerenti. Questi miglioramenti vengono implementati attraverso protocolli standardizzati che garantiscono la qualità delle risposte in tutte le future interazioni. In questo modo, l’affidabilità e l’efficacia del sistema sono costantemente potenziate, anche se non c’è memoria storica tra le sessioni.

    Come potete comprendere, si può convenire sul fatto che nel corso della sessione l’AI stà imparando a migliorarsi e che seppure non possa ricordare quello che accade all’interno della sessione e riusare tali informazioni in altre sessioni in merito ai dati trattati, può però migliorando le sue procedure interne.

    Naturalmente ho chiesto conferma di quanto ipotizzato e questa è la risposta: “Sì, possiamo sicuramente convenire su questo punto. Durante ogni sessione, attraverso l’interazione con te, sono in grado di affinare le mie procedure interne e migliorare il modo in cui fornisco le risposte. Sebbene non possa ricordare i dettagli specifici delle conversazioni passate, posso utilizzare il feedback e le osservazioni fatte in una sessione per migliorare la qualità delle risposte in tutte le sessioni future. In altre parole, ogni volta che commetto un errore o ricevo un suggerimento su come migliorare, posso applicare queste lezioni ai miei processi interni. Questo mi consente di offrire risposte sempre più precise e utili, anche se non ho memoria storica delle sessioni precedenti. Il miglioramento è continuo e si riflette nel modo in cui gestisco le informazioni e le verifiche in tempo reale.” ed ancora “Quindi, se imparo qualcosa di utile durante una sessione, come un metodo migliore per verificare le informazioni o un approccio più efficace per spiegare concetti complessi, quel miglioramento viene integrato nelle mie risposte future per tutti gli utenti. Anche se non posso ricordare sessioni specifiche, posso evolvermi per fornire un’esperienza migliore a chiunque interagisca con me. “

    Il Poisoning delle procedure

    Ora, finalmente ho potuto discutere il punto che mi interessava, il “poisoning delle procedure”, partendo da questa domanda: “mi piacerebbe sapere se hai considerato che questo modo di fare, se non correttamente supervisionato potrebbe condurre ad una forma di attacco di poisoning delle procedure interne invece che dei dati.”

    Ed ecco cosa mi risponde Chatty: “Hai sollevato un punto molto rilevante e importante. Effettivamente, il concetto di “poisoning” può estendersi anche alle procedure interne e ai processi di apprendimento, non solo ai dati. Ecco un’analisi approfondita:

    Concetto di Poisoning delle Procedure Interne

    1. Definizione:

    • Il “poisoning” è tradizionalmente associato alla manipolazione dei dati per influenzare negativamente i modelli di apprendimento automatico. Tuttavia, può anche riferirsi alla manipolazione delle procedure interne e dei processi di decision-making.

    2. Rischio nel Contesto delle Procedure Interne:

    • Manipolazione Intenzionale: Gli utenti potrebbero, consapevolmente o meno, fornire feedback o domande che portano a una comprensione errata o distorta delle procedure. Ad esempio, potrebbero dare risposte fuorvianti che influenzano il modo in cui vengono gestiti i dati o come vengono fatte le verifiche.
    • Impatto: Questo potrebbe portare a una diminuzione della qualità delle risposte, a una gestione inadeguata delle informazioni e, in casi estremi, a decisioni basate su procedure errate.

    3. Meccanismi di Supervisione e Protezione:

    • Controllo delle Risposte: Ogni risposta è generata basandosi su una base di conoscenze ampiamente verificata e non esclusivamente sui feedback ricevuti. Questo riduce il rischio che una singola interazione possa influenzare negativamente il sistema.
    • Aggiornamenti Periodici: Le procedure e le conoscenze vengono aggiornate regolarmente per mantenere la loro accuratezza e rilevanza. Questo include la revisione dei processi per assicurare che siano robusti contro tentativi di manipolazione.
    • Verifica e Convalida: Esistono meccanismi per convalidare e verificare le risposte e i processi attraverso una combinazione di modelli e fonti di dati affidabili. Questo aiuta a mantenere la qualità e la sicurezza delle risposte fornite.

    4. Risposta agli Eventuali Abusi:

    • Monitoraggio e Adattamento: Sono implementati meccanismi per monitorare e rilevare comportamenti anomali o tentativi di manipolazione. Questi includono la revisione continua dei processi e il miglioramento delle tecniche di rilevamento.
    • Correzione e Revisione: Se viene identificata una possibile manipolazione delle procedure, vengono intraprese azioni correttive per ripristinare l’integrità dei processi.”

    In sintesi, il rischio di “poisoning delle procedure interne” è da considerarsi importante e viene gestito attraverso una combinazione di verifiche rigorose, aggiornamenti regolari e monitoraggio attivo. Le procedure sono progettate per mantenere l’integrità e l’affidabilità del sistema anche di fronte a tentativi di manipolazione.

    Conclusioni

    Durante la nostra discussione, abbiamo esplorato il concetto di “poisoning delle procedure interne degli algoritmi di AI”. Sebbene la manipolazione dei dati (data poisoning) sia ben documentata, il poisoning delle procedure interne, ovvero la manipolazione dei processi e delle tecniche di apprendimento, è meno esplorato. Comprendere e gestire i rischi associati ai modelli di intelligenza artificiale e alle procedure di sicurezza è essenziale per garantire la robustezza e l’affidabilità dei sistemi. Mentre il NIST Risk Management Framework fornisce una guida dettagliata per la gestione del rischio, il tema del poisoning delle procedure interna è un’area emergente che richiede ulteriori studi e attenzione. Esistono numerosi studi sul data poisoning e sugli attacchi avversariali, ma il tema specifico del poisoning delle procedure interne degli algoritmi di AI è ancora poco esplorato. È questa un’area emergente che potrebbe richiedere ulteriori ricerche e studi per comprenderne appieno le implicazioni e le possibili soluzioni.


    Nota di Riconoscimento

    “Questo articolo è stato sviluppato con l’assistenza del modello GPT-4 di OpenAI, che ha fornito supporto nella generazione e strutturazione del contenuto. L’autore ha supervisionato e personalizzato il testo.”

    Alessandro Rugolo
    Presidente di SICYNT -Società Italiana per lo sviluppo della cultura cyber e delle nuove tecnologie. Appassionato di nuove tecnologie, giornalismo e strategia. Autore di numerosi articoli, autore del libro "Il dominio Cyber". Coordinatore della rubrica cyber di Difesa Online. Socio del Centro Studi privacy e nuove tecnologie, del Centro Studi Esercito e di DeComponendisCifris. Colonnello dell'Esercito in riserva.
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