Stefano Gazzella : 2 Aprile 2023 09:18
Si tratta di un viaggio che molte organizzazioni – talvolta a sorpresa e sempre malvolentieri – sono costrette ad affrontare nel momento in cui subiscono un attacco informatico che impiega questo tipo di malware.
Abbiamo già parlato del fenomeno del silenzio degli indecenti annoverandolo come una delle peggiori modalità di incident response.
Inoltre, se la tendenza consolidata è oramai quella della tecnica di double extortion, allora è opportuno che la strategia del silenzio venga sostituita al più presto da un’adeguata capacità di gestione dell’incidente.
Vorresti toccare con mano la Cybersecurity e la tecnologia? Iscriviti GRATIS ai WorkShop Hands-On della RHC Conference 2025 (Giovedì 8 maggio 2025)
Se sei un ragazzo delle scuole medie, superiori o frequenti l'università, oppure banalmente un curioso di qualsiasi età, il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
E capire così se e quando si realizza un data breach.
Per quale motivo gestire un incidente di sicurezza? Innanzitutto, l’adozione di una procedura efficace per la gestione dell’incidente informatico è un obbligo richiamato da più norme. Alcuni esempi sono: il GDPR, che prevede di verificare la sussistenza di obblighi di notifica – e provvedere a riguardo – entro 72 ore; la NIS, con la notifica senza indebito ritardo al CSIRT ora rafforzato con la NIS 2 che prevede un early warning entro le 24 ore; le disposizioni relative al Perimetro Nazionale di Sicurezza Cibernetica che prevedono una notifica degli incidenti entro 72 ore. E se l’organizzazione non ha adottato delle misure tecniche e organizzative per la gestione della violazione di sicurezza non c’è possibilità alcuna di rispettare né i termini di notifica né tantomeno di avere un livello sufficiente di informazioni da comunicare alle autorità destinatarie.
Spostando lo sguardo al di là degli adempimenti agli obblighi dettati dalla legge, o anche in forza delle norme ad adesione volontaria (emblematica la ISO 27001:2022), si guarda su un piano pratico. E dunque ci si chiede se le organizzazioni abbiano interesse a proteggere i propri asset strategici, fra cui rientrano le basi dati. A onor del vero, prima ci si dovrebbe chiedere se hanno consapevolezza del valore strategico dei dati personali e non che detengono. E se così è – perché difficilmente può essere altrimenti – allora è necessario avere una capacità di rilevazione e analisi dell’incidente informatico, anche nell’ottica di reagire con una risposta efficace e realizzare quel lesson learned che fa parte del miglioramento continuo della sicurezza. In questo caso specifico nell’ipotesi di occorrenza di un evento critico.
Tanto considerato, e guardando l’attacco ransomware con gli occhiali del GDPR, qualora siano coinvolti dei database contenenti dati personali (anche comuni quali e-mail, nomi e cognomi, o numeri identificativi ricollegabili a degli operatori, o altrimenti account utenti di rete interna) allora è un data breach. Anche nell’ipotesi di indisponibilità temporanea, piena recovery dei dati e nessuna esfiltrazione. Semplicemente, se non si ravvede un rischio consistente (o “non improbabile”) per gli interessati, sarà necessaria soltanto una registrazione interna. Nelle ipotesi di rischio, o rischio elevato, dovranno adempiersi gli obblighi di notifica al Garante e comunicazione agli interessati. Anche perché, in caso di omessa registrazione interna non solo si va a violare l’obbligo di cui all’art. 33.5 GDPR, ma viene anche meno quella documentazione dell’incidente necessaria per applicare eventuali strategie e analisi di medio o lungo periodo.
Apple ha rilasciato patch di emergenza per correggere due vulnerabilità zero-day. Secondo l’azienda, questi problemi sono stati sfruttati in attacchi mirati ed “estremamen...
Quanto accaduto in questi giorni deve rappresentare un campanello d’allarme per l’Europa.Mentre il programma CVE — pilastro della sicurezza informatica globale — rischiava ...
Il 16 aprile 2025, Spotify ha subito un’interruzione del servizio che ha colpito numerosi utenti in Italia e nel mondo. A partire dalle ore 14:00, migliaia di segnalazioni sono state re...
Fourlis Group, il gestore dei negozi IKEA in Grecia, Cipro, Romania e Bulgaria, ha dichiarato di aver subito un attacco ransomware prima del Black Friday del 27 novembre 2024, che ha causato...
Noi di Red Hot Cyber lo diciamo da tempo: affidarsi esclusivamente a infrastrutture critiche gestite da enti statunitensi è un rischio per l’autonomia strategica europea. È anni che s...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006