Redazione RHC : 30 Ottobre 2024 07:24
Il governo italiano, in risposta agli sviluppi recenti, si appresta a varare una serie di iniziative volte a rafforzare la sicurezza delle banche dati, soprattutto all’interno di istituzioni come le forze dell’ordine e l’intelligence. Ma sembra che ci sono tensioni interne tra Palazzo Chigi e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e il decreto tarda ad essere emesso.
Questo pacchetto di misure nasce dalla necessità di arginare accessi non autorizzati e scambi impropri di informazioni riservate, che hanno generato preoccupazione a livello nazionale e internazionale.
Le nuove linee guida, attualmente in fase di definizione, si concentrano sull’aumento della consapevolezza di ogni utente che accede alle banche dati, dai poliziotti ai funzionari delle agenzie di intelligence. L’obiettivo è chiaro: sottolineare che anche un singolo accesso illecito rappresenta un reato.
Iscriviti GRATIS ai WorkShop Hands-On della RHC Conference 2025 (Giovedì 8 maggio 2025)
Il giorno giovedì 8 maggio 2025 presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terranno i workshop "hands-on", creati per far avvicinare i ragazzi (o persone di qualsiasi età) alla sicurezza informatica e alla tecnologia. Questo anno i workshop saranno:
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Inoltre, sarà enfatizzata la responsabilità dei supervisori, che potranno essere perseguiti per omessa vigilanza qualora non vigilino adeguatamente sugli accessi effettuati.
Tra le iniziative principali emergono:
L’implementazione di queste nuove linee guida richiederà un investimento significativo, stimato in decine di milioni di euro.
Tali risorse saranno destinate all’aggiornamento delle infrastrutture informatiche e alla formazione continua del personale, con l’obiettivo di garantire la tutela dei dati sensibili e prevenire future vulnerabilità.
Per affrontare situazioni di criticità nella cybersecurity, è fondamentale adottare misure tecniche di contenimento che solo un’operatività di basso livello può garantire. In scenari complessi e ad alto rischio, è l’azione diretta, sul campo, a fare la differenza, evitando l’inutile dispersione di energie in iniziative di alto livello poco incisive. Solo operazioni puntuali e immediate riescono infatti a ridurre le vulnerabilità, limitando l’impatto degli incidenti e preservando la sicurezza dei dati e delle infrastrutture sensibili.
Chi suggerisce di affrontare questi problemi con ulteriori sovrastrutture burocratiche o nuove misure di sicurezza sta percorrendo una strada sbagliata. Prima di sovraccaricare aziende e istituzioni con requisiti aggiuntivi, è fondamentale interrogarsi sulla reale capacità di tali requisiti di ridurre sostanzialmente il rischio. Oggi ci si trova a gestire centinaia di requisiti di sicurezza provenienti da infinite normative, che spesso vengono ridotti a una semplice riga in un file Excel.
Quando una riga Excel è uguale ad un’altra, si rischia di non focalizzare l’attenzione sulle cose importanti.
Sarebbe necessario quindi attribuire un peso a ciascun requisito, assicurando che le cose più rilevanti vengano implementati senza indugi. Solo così potremo garantire una protezione efficace e mirata, evitando la dispersione di risorse (soldi) su misure poco efficaci.
In sintesi, la cybersecurity in Europa e in Italia è complicata e spesso non viene compresa.
Per progredire realmente in questo ambito, è necessario ripensare il modello attuale, puntando su una semplificazione che consenta un approccio più mirato ai requisiti di sicurezza fondamentali. Solo attraverso questa ristrutturazione potremo affrontare in modo efficace le sfide emergenti e garantire una protezione adeguata delle informazioni sensibili.
Il ransomware HellCat è apparso nella seconda metà del 2024 e ha attirato l’attenzione degli analisti grazie all’umorismo delle sue dichiarazioni pubbliche. Ricordiamo l’...
Il 28 marzo 2025, un utente del noto forum di cybersecurity BreachForums, con lo pseudonimo ThinkingOne, ha rivelato quello che potrebbe essere il più grande data breach mai registrato nel mondo ...
Quando Jeffrey Goldberg dell’Atlantic ha fatto trapelare accidentalmente un messaggio di gruppo privato di alti funzionari statunitensi su un possibile attacco contro gli Houthi nello Yemen, ha...
Ogni mese diventa sempre più evidente: le password non funzionano più. Gli hacker hanno imparato a eludere anche la protezione a due fattori sfruttando sessioni rubate e milioni di dati comp...
La pseudonimizzazione è una tecnica di protezione dei dati definita dall’art. 4(5) del GDPR. Consiste nella trasformazione dei dati personali in modo tale che non possano più essere a...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006