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Così Ti Elimino gli Spioni! Ecco le Linee Guida del Governo, Ma occorre un Focus sulle cose Essenziali

Redazione RHC : 30 Ottobre 2024 07:24

Il governo italiano, in risposta agli sviluppi recenti, si appresta a varare una serie di iniziative volte a rafforzare la sicurezza delle banche dati, soprattutto all’interno di istituzioni come le forze dell’ordine e l’intelligence. Ma sembra che ci sono tensioni interne tra Palazzo Chigi e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e il decreto tarda ad essere emesso.

Questo pacchetto di misure nasce dalla necessità di arginare accessi non autorizzati e scambi impropri di informazioni riservate, che hanno generato preoccupazione a livello nazionale e internazionale.

Le nuove linee guida, attualmente in fase di definizione, si concentrano sull’aumento della consapevolezza di ogni utente che accede alle banche dati, dai poliziotti ai funzionari delle agenzie di intelligence. L’obiettivo è chiaro: sottolineare che anche un singolo accesso illecito rappresenta un reato.

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    Inoltre, sarà enfatizzata la responsabilità dei supervisori, che potranno essere perseguiti per omessa vigilanza qualora non vigilino adeguatamente sugli accessi effettuati.

    Le misure di urgenza da implementare sulle Banche Dati

    Tra le iniziative principali emergono:

    1. Sistema di Alert Potenziato: Un meccanismo di allarme più efficace verrà implementato per monitorare i pattern di accesso, in modo da evitare che un gran numero di accessi da parte di un singolo operatore possa passare inosservato. Questo rappresenta una novità nella gestione delle informazioni, poiché si punta ad un controllo più stringente e costante.
    2. Autenticazione Sicura con OTP: Al fine di limitare lo scambio di username e password, le linee guida introdurranno un sistema di autenticazione simile al codice OTP (One-Time Password) utilizzato in ambito bancario, ovvero una password usa e getta per ogni sessione di accesso. Questa misura mira a ridurre al minimo i rischi di accesso non autorizzato o di condivisione delle credenziali tra operatori.
    3. Blocco dell’Accesso Remoto: Verranno adottate misure per impedire l’accesso remoto ai sistemi sensibili, limitando ulteriormente la possibilità di abusi o utilizzi impropri delle banche dati da postazioni non autorizzate. In un’epoca in cui il lavoro da remoto è una pratica diffusa, questa misura si presenta come una tutela contro l’accesso illecito da reti non sicure.
    4. Formazione e Cultura della Sicurezza: L’adeguamento dei sistemi sarà accompagnato da un’operazione culturale: tutti i titolari di banche dati saranno formati per comprendere l’importanza della protezione dei dati e delle implicazioni legali di ogni accesso. Questo cambiamento punta a coinvolgere in prima persona i singoli utenti, trasformandoli in custodi della sicurezza.

    Un Investimento Necessario per la Tutela dei Dati Sensibili

    L’implementazione di queste nuove linee guida richiederà un investimento significativo, stimato in decine di milioni di euro.

    Tali risorse saranno destinate all’aggiornamento delle infrastrutture informatiche e alla formazione continua del personale, con l’obiettivo di garantire la tutela dei dati sensibili e prevenire future vulnerabilità.

    Concludendo

    Per affrontare situazioni di criticità nella cybersecurity, è fondamentale adottare misure tecniche di contenimento che solo un’operatività di basso livello può garantire. In scenari complessi e ad alto rischio, è l’azione diretta, sul campo, a fare la differenza, evitando l’inutile dispersione di energie in iniziative di alto livello poco incisive. Solo operazioni puntuali e immediate riescono infatti a ridurre le vulnerabilità, limitando l’impatto degli incidenti e preservando la sicurezza dei dati e delle infrastrutture sensibili.

    Chi suggerisce di affrontare questi problemi con ulteriori sovrastrutture burocratiche o nuove misure di sicurezza sta percorrendo una strada sbagliata. Prima di sovraccaricare aziende e istituzioni con requisiti aggiuntivi, è fondamentale interrogarsi sulla reale capacità di tali requisiti di ridurre sostanzialmente il rischio. Oggi ci si trova a gestire centinaia di requisiti di sicurezza provenienti da infinite normative, che spesso vengono ridotti a una semplice riga in un file Excel.

    Quando una riga Excel è uguale ad un’altra, si rischia di non focalizzare l’attenzione sulle cose importanti.

    Sarebbe necessario quindi attribuire un peso a ciascun requisito, assicurando che le cose più rilevanti vengano implementati senza indugi. Solo così potremo garantire una protezione efficace e mirata, evitando la dispersione di risorse (soldi) su misure poco efficaci.

    In sintesi, la cybersecurity in Europa e in Italia è complicata e spesso non viene compresa.

    Per progredire realmente in questo ambito, è necessario ripensare il modello attuale, puntando su una semplificazione che consenta un approccio più mirato ai requisiti di sicurezza fondamentali. Solo attraverso questa ristrutturazione potremo affrontare in modo efficace le sfide emergenti e garantire una protezione adeguata delle informazioni sensibili.

    Redazione
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