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Bullismo e cyberbullismo: cosa è e come proteggersi.

Daniela Farina : 8 Giugno 2021 08:00

La cronaca porta alla ribalta un numero sempre maggiore di casi di cyberbullismo, alcuni con epilogo drammatico (vedi alla voce istigazione al suicidio). Il cyberbullismo è una nuova forma di violenza psicologica, un’invasione e “un’appropriazione indebita” della vita altrui e secondo una recente indagine condotta da Save The Children, è proprio il cyberbullismo ad essere considerato il fenomeno sociale più pericoloso per ben il 72% dei ragazzi.

Dai dati dell’ultimo rapporto Istat, emerge che si tratta di un fenomeno in fase di allarmante crescita: il 5,9% dei ragazzi ha denunciato di aver subito ripetutamente azioni vessatorie attraverso l’uso di sms, mail, chat e social network. A subire atti di cyberbullismo sono soprattutto le ragazze (7,1% delle femmine contro 4,6% dei maschi). Abbiamo bisogno di molto tempo per affrontare un così articolato e complesso argomento, dai mille aspetti: legale, psicologico, emotivo, sociale. con questo articolo proverò semplicemente ad affrontare le conseguenze psicologiche del cyberbullismo negli adolescenti.

Cosa è il cyberbullismo

Innanzitutto, cerchiamo di chiarire il concetto di cyberbullismo. Conoscere con precisione il nemico, infatti, può aiutare a combatterlo più efficacemente e, soprattutto, a prevenirlo. Per cyberbullismo si intendono abusi e vessazioni compiuti con l’invio ripetuto di messaggi offensivi tramite sms e chat social network. Il fine di questi atti è la molestia, nonché la denigrazione pubblica della vittima prescelta.

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    Secondo i dati raccolti e analizzati dal network di studi legali View Net Legal, il cyberbullismo è riconducibile a qualsiasi attività di denigrazione, pressione, molestia, ricatto o furto d’identità. In questo contesto, diventano rilevanti anche l’acquisizione e il trattamento illecito di dati personali a danno di minorenni. Lo scopo, infatti, è quello di isolare il minore attraverso l’esercizio di una terribile violenza psicologica

    La Genesi

    Il Bullismo è il frutto di una società che tollera la sopraffazione, che persegue un modello di forza e di successo, che esalta la competizione più estrema e una leadership autoritaria e dominante e che non accetta la sconfitta e nella quale i mass media, dalla televisione ai videogiochi, ci presentano modelli di violenza giovanile come espressione di potere e di vitalità. In una cultura fondata sui disvalori della sopraffazione, dell’arroganza, della furbizia e della competizione a tutti i costi.

    Diventa quasi naturale prevaricare il più debole ed alla genesi e al mantenimento dei comportamenti bullistici possono contribuire diversi fattori, come quelle delle dinamiche di gruppo che si stabiliscono tra gli studenti e che tendono a realizzare una situazione di disimpegno morale, attraverso modalità dirette o indirette, come lo sminuire le conseguenze degli atti prevaricatori, l’attribuire la responsabilità degli accadimenti alla stessa vittima, lo spostare e diffondere la responsabilità sugli altri.

    L’indifferenza inconsapevole, oppure lo stile educativo dei genitori, con la mancanza della capacità di dire quei “no” che aiutano a crescere, non prevedono per i figli regole chiare poiché spesso li ritengono capaci di autoregolamentarsi senza prevedere punizioni per le regole non rispettate. Oppure ancora un ambiente scolastico nel quale i docenti non applicano le regole o le applicano in maniera non chiara, lineare ed omogenea in ogni classe dello stesso istituto, con un mix di rigidità e di tolleranza, potrebbe portare alla genesi di questo problema.

    Conseguenze psicologiche

    Le conseguenze psicologiche del cyberbullismo sono facilmente deducibili. Si spazia, infatti, dalla vergogna e dall’imbarazzo, all’isolamento sociale della vittima, senza tralasciare varie forme depressive, attacchi di panico e atti estremi come i tentativi di suicidio. Secondo quanto riportato dagli esperti di Telefono azzurro, il cyberbullismo è ancor più psicologicamente devastante del bullismo.

    Nella dimensione virtuale, infatti, gli atti di bullismo (immagini, commenti) spesso non possono essere cancellate o, se vengono eliminate, hanno comunque già raggiunto una diffusione capillare incontrollabile. Il cyberbullismo genera, quindi, ferite inguaribili proprio perché il fenomeno si autoalimenta ed è impossibile da controllare per il singolo. Il cyberbullismo, per i ragazzi, può iniziare come una sorta di gioco e poi degenerare provocando diverse tipologie di vittime: insomma, si tratta di una vera e propria piaga sociale Gli esperti concordano sulla difficoltà iniziale del ragazzo nel rendersi conto del confine tra scherzo e violazione della privacy o vera e propria molestia.

    Per questi motivi, diventa fondamentale un’azione concertata di informazione preventiva praticata sia dalla scuola, sia dalle famiglie. La ricerca condotta da Slonje e Smith (2013) ha trovato che sia il bullismo che il cyberbullismo hanno lo stesso effetto negativo sulle vittime, ma alcune caratteristiche del cyberbullismo come l’impatto e l’anonimato possano aggravare la situazione. Ovviamente l’impatto psicologico può variare a seconda della sua gravità e del tempo in cui è durato.

    Tra bullismo e cyberbullismo

    Non si può parlare di Cyberbullismo senza parlare del Bullismo, per il semplice motivo che esso è una manifestazione di tale devianza, di cui possiede tutte le caratteristiche, tranne la fisicità, come dichiara Salvatore Romeo (psichiatra) Bullismo e Cyberbullismo sono, quindi, dei comportamenti giovanili devianti, ossia dei modi di fare che mettono a rischio il benessere fisico, psichico e sociale di una persona e che in genere nascondono un disagio interiore latente e inconsapevole che può sfociare in un disturbo psicologico ben più grave, oppure comportare conseguenze legali più o meno gravi.

    Nella maggior parte dei casi ,gli adolescenti conoscono bene i rischi a cui vanno incontro, però tendono molto spesso a sottovalutarli e soprattutto a sottovalutare le conseguenze dei loro comportamenti, a causa specialmente di una superficiale rappresentazione della loro pericolosità.

    Le caratteristiche del cyberbullo

    Il Cyberbullismo è una pratica che comprende tutte le azioni e i comportamenti caratteristici del Bullismo, tranne che la violenza fisica. Quindi, si tratta di una serie di condotte offensive, ripetute nel tempo, volontarie e fatte con l’unico scopo di arrecare offesa e sofferenza alla persona che ne è vittima. Non scherzi o giochi esagerati, ma azioni che vengono compiute con l’intenzione di fare del male senza alcun obiettivo se non quello di far soffrire qualcuno o di dimostrare la propria forza.

    Se con il semplice Bullismo, i comportamenti prevaricatori e violenti vengono attuati con più frequenza nell’ambiente scolastico o negli ambienti sportivi o di ricreazione e si limitano alla situazione in cui la vittima è presente fisicamente, con il Cyberbullismo il fenomeno diviene più continuo, persistente e penetrante, poichè i bulli possono invadere gli spazi vitali virtualmente, con messaggi e video inviati dai cellulari o col computer, divenendo così estremamente crudeli e persecutori poiché distruggono anche quel luogo in cui la vittima si sarebbe potuta sentire protetta.

    Dal punto di vista fisico

    In seguito ad un recente studio condotto dalla ricercatrice Erin Burke Quinlan, che ha analizzato questionari e scansioni cerebrali di oltre 600 giovani provenienti da diversi paesi europei, quando questi avevano 14, 16 e 19 anni, è emerso che oltre 30 partecipanti avevano subito bullismo cronico. Successivamente, i dati di questi partecipanti sono stati confrontati con quelli dei giovani che non erano stati vittime di bullismo o che non avevano subito intimidazioni frequenti e così gli scienziati hanno scoperto che il bullismo grave era correlato a cambiamenti nel volume del cervello e con depressione, ansia e iperattività, all’età di 19 anni. Essere vittime può, quindi, aumentare la probabilità di insorgenza di disturbi mentali, come l’ansia, la depressione e persino l’abuso di droghe.

    Lo studio conferma i risultati di precedenti ricerche che collegavano il bullismo con problemi di salute mentale, ma ha anche rivelato qualcosa di nuovo: il bullismo può ridurre il volume di parti dello striato dorsale, in particolare il nucleo caudato e il putamen.

    • Nucleo caudato: svolge un ruolo cruciale nel modo in cui il cervello impara, in particolare come elabora i ricordi; questa parte del cervello utilizza le informazioni delle esperienze passate per influenzare azioni e decisioni future;
    • Putamen: è una struttura che regola i movimenti e influenza l’apprendimento.

    Il nucleo caudato e il putamen non sono considerati rilevanti per l’ansia in modo diretto, ma essi contribuiscono a determinare comportamenti correlati, come la sensibilità alla ricompensa, la motivazione, il condizionamento, l’attenzione e l’elaborazione emotiva.

    Un altro studio americano dimostra che le vittime si portano dietro disturbi psichici e somatici come : flashback, crisi d’ansia, disturbi del sonno: per quel che riguarda la sfera psicologica. Palpitazioni, dolori addominali, stipsi, finanche diarrea: come somatizzazione delle situazioni conseguenti al danno psichico.

    Conseguenze del cyberbullismo

    I bambini che hanno alle spalle esperienze del genere mostrano peggiori performance mentali e fisiche. La conferma arriva da uno studio pubblicato su Pediatrics: condotto su oltre 4mila adolescenti, ha evidenziato come episodi di bullismo perpetrati nel tempo provocano maggiori e più gravi conseguenze per la salute.

    A questo dato – ottenuto dopo tre rilevazioni ottenute in momenti differenti della crescita – i ricercatori hanno aggiunto un aumento dei sintomi depressivi e una riduzione dell’autostima piuttosto diffusi in tutte le vittime.

    “Lo studio evidenzia l’importanza di un intervento precoce per fermare il bullismo”

    afferma Laura Bogart, ricercatrice del dipartimento di pediatria dell’ospedale di Boston e prima firma della pubblicazione

    “Occorre approntare una strategia di interventi costanti nel tempo: anche se gli episodi di bullismo non compaiono più da diversi anni, è necessario affrontare gli effetti persistenti”

    Se non riconosciuto e fronteggiato in tempo, può anche indurre la vittima a pensare di non avere scampo. Nasce da questa consapevolezza l’idea che non esista alternativa al suicidio, come dimostrano anche recenti fatti di cronaca

    Conclusione

    In conclusione, le nuove tecnologie, sebbene abbiano aperto uno spazio di crescita delle possibilità di interazione tra soggetti, superando tutte le barriere fisiche che causano una limitazione nelle interazioni faccia-a-faccia, richiedono necessariamente un adattamento e l’adozione di una nuova “grammatica comunicativa”. In particolar modo i bambini e gli adolescenti, in questi casi, andrebbero educati a riconoscere i comportamenti violenti.

    Soprattutto dovrebbero essere incoraggiati a parlarne con gli adulti di riferimento, siano essi genitori, insegnanti o altro. Il grande rischio è relativo al fatto che, molte volte, gli atti violenti non vengono denunciati, e le vittime continuano a subire in maniera passiva. Per tutte queste ragioni, le conseguenze psicologiche, a breve e a lungo termine, non dovrebbero essere sottovalutate.

    Per difendersi dai cyberbulli si deve innanzitutto ridimensionare la loro immagine: sono esseri umani come noi, con una vita uguale a quella degli altri, solo che agiscono da bulli perché probabilmente percepiscono la loro fragilità e tendono a coprirla attraverso condotte aggressive e prevaricatorie ed a contrastare la loro insicurezza di fondo attaccando gli altri.

    I comportamenti vessatori del cyber bullo hanno lo scopo di intimorire e di intimidire la vittima, sminuendo la sua personalità e la sua autostima, per cui la reazione migliore sarà senz’altro quella di non mostrarsi spaventati e di reagire con razionalità e senza violenza, mantenendo sempre elevati i livelli della fiducia in se stessi e della propria autostima.

    Per favorire uno spazio di dialogo, a supporto delle vittime, è stato costituito in ambito italiano il Centro nazionale anti-cyberbullismo (CNAC), che ha l’obiettivo di realizzare una collaborazione con le persone e le organizzazioni europee che ne condividono la missione e i principi. Permette alla vittima, alla famiglia, agli insegnanti oppure al cyberbullo di ottenere gratuitamente una consulenza per avere una prima valutazione legale del fatto e conoscere gli strumenti giuridici a disposizione per contrastare le violenze subite. Tra le attività del CNAC, sono previsti anche corsi di cyber coaching (formazione), dedicati a ragazzi e adulti (studenti, genitori, insegnanti o professionisti di vari settori), grazie anche alla partecipazione al progetto del MIUR “Generazioni Connesse” (https://anticyberbullismo.it/).

    Daniela Farina
    Laureata in Filosofia e Psicologia, counselor professionista, appassionata di work life balance e di mindfulness, Risk Management Specialista in FiberCop S.p.a.