Fabio Di Costanzo : 20 Luglio 2024 09:46
Autori: Fabio Di Costanzo e Roland Kapidani
Sono ormai settimane che gli studenti bengalesi protestano contro un sistema di assegnazione degli impieghi nel settore pubblico che reputano discriminatorio e che vorrebbero sostituire con uno basato sul merito. Infatti in Bangladesh i posti di lavoro pubblici sono molto ambiti non solo per una maggiore stabilità e sicurezza economica, ma soprattutto a causa delle precarie condizioni di lavoro nel settore privato.
La gestione dei posti pubblici è regolata da un sistema di quote introdotto nel 1972. Questo sistema riserva il 56% dei posti a categorie protette: il 30% ai figli dei reduci di guerra, il 10% alle donne, il 10% a persone provenienti da determinati distretti, il 5% alle minoranze etniche e l’1% alle persone con disabilità. Gli studenti, tra i più colpiti dalla disoccupazione, chiedono una riforma del sistema, proponendo di mantenere solo il 6% delle quote per minoranze e persone con disabilità in modo da evitare che ogni anno 400mila laureati competono per soli 3mila posti di lavoro.
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Nel 2018 Il governo di Hasina aveva già sospeso questo sistema di quote dopo alcune proteste di massa degli studenti. Ma il mese scorso, dopo una petizione firmata dai parenti dei veterani, l’Alta Corte del Bangladesh ha annullato la decisione dichiarando illegale tale sospensione e ripristinato le quote iniziali.
Le manifestazioni sono in corso da settimane in tutto il paese, ma da lunedì 15 Luglio 2024 ci sono state violente proteste all’Università di Dacca: da allora sono morte almeno 30 persone e centinaia sono state ferite, secondo quanto riportano i media locali, e gli scontri sembrano non essersi fermati lì ma anche in altre città.
“Internet mobile è stato temporaneamente sospeso a causa di varie voci e della situazione instabile creatasi … sui social media”, così il ministro dell’Information Technology del paese, Zunaid Ahmed Palak, ha riferito ai giornalisti. – I servizi saranno ripristinati una volta che la situazione sarà tornata alla normalità – ha aggiunto, mentre le autorità hanno disposto la chiusura delle università.
Un clima sempre più difficile per gli studenti che dovranno aspettare la decisione della Corte Suprema che ha sospeso la sentenza dell’Alta Corte e dovrebbe pronunciarsi il 7 agosto. Secondo l’ufficio del procuratore generale, il governo ha presentato ricorso contro la decisione dell’Alta Corte, in seguito alle proteste.
Gli studenti stanno chiedendo aiuto alle forze internazionali sui pochi canali che hanno a disposizione per comunicare con l’esterno del paese ed in giro si leggono diversi hashtag come #savestudents e #savebangladeshistudents per fermare le violenze che stanno subendo, c’è chi dichiara sia una caccia all’uomo casa dopo casa per scovare i manifestanti e torturarli o portarli via.
Diversi gruppi di Hacktivisti hanno risposto alle richieste di degli studenti del Bangladesh e si sono schierati digitalmente con loro, con annunci come quello che segue:
Tra i gruppi più attivi su questo fronte ci sono:
E lo slogan che si ripete di più recita:
Ad oggi questi gruppi hanno condotto con successo attacchi DDOS ad almeno 7 siti governativi del Bangladesh:
Hanno inoltre pubblicato un data leak riguardante il ministero “dell’edilizia abitativa e dei lavori pubblici” del Bangladesh:
Al momento, non è possibile confermare con precisione la veridicità dei dati in quanto il governo del Bangladesh non ha rilasciato dichiarazioni in tal senso. Sulla veridicità dei DDOS invece ci sono diversi report online che dimostrano l’indisponibilità dei siti menzionati durante gli attacchi.
Tuttavia data la mancanza di dichiarazioni ufficiali queste informazioni devono essere considerate come una fonte di intelligence non verificata
La situazione in Bangladesh evidenzia come le proteste studentesche e le attività degli hacktivisti possano avere un impatto significativo sulla stabilità di uno stato e sull’accesso alle tecnologie di comunicazione.
Ma noi di RHC vogliamo evidenziare che ancora una volta le dichiarazioni degli Hacktivisti come questa:
Mettono in luce un problema cruciale: la necessità di aggiornare e rafforzare i sistemi di sicurezza informatica. La vulnerabilità ad attacchi come l’iniezione SQL, XSS e HTML evidenzia la mancanza di protezioni adeguate e di manutenzione dei siti web governativi. Ignorare queste debolezze non solo espone il governo a ulteriori attacchi, ma compromette anche la sicurezza dei dati dei cittadini.
Monitoreremo come sempre la situazione e vi aggiorneremo su eventuali sviluppi significativi come per esempio l’anticipazione in calce, che deve essere ancora verificata:
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