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Autenticazione a più fattori nel mirino dei criminali. Colpite le identità degli utenti nella metà degli attacchi

Redazione RHC : 14 Settembre 2024 09:04

Milano, 10 settembre 2024 – A rischio l’autenticazione a più fattori. Secondo i dati riportati dal report del primo trimestre del 2024 di Cisco Talos Incident Response (Talos IR) – la più grande organizzazione privata di intelligence al mondo dedicata alla cybersecurity – quasi la metà di tutti gli incidenti di sicurezza hanno riguardato questa problematica (MFA, Multi Factor Authentication).

Nel 25% dei casi, la causa è stata l’accettazione da parte degli utenti di notifiche push MFA fraudolente, mentre nel 21% è stata rilevata l’assenza di un’implementazione corretta dell’MFA. Nonostante negli ultimi anni ci siano stati molti progressi per quanto riguarda l’implementazione dell’autenticazione a più fattori all’interno delle aziende, i criminali informatici continuano a prendere di mira gli account protetti dall’MFA per poter accedere ai sistemi informativi aziendali.

Gli attacchi MFA

La tipologia più comune di attacchi che Cisco Talos ha dovuto gestire ha utilizzato le notifiche push MFA non autorizzate da parte degli utenti. Questa situazione si verifica quando l’aggressore tenta di autenticarsi ripetutamente a un account utente con credenziali valide al fine di sommergere le vittime di notifiche push MFA fino a quando, per esasperazione, la vittima accetta permettendo l’accesso. Cisco Duo, l’azienda di Cisco che si occupa di servizi di autenticazione multi-factor (MFA) e di accesso sicuro, ha rilevato, da giugno 2023 a maggio 2024, circa 15.000 attacchi basati su notifiche push. Cisco Duo ha inoltre constatato che il momento in cui avvengono questi attacchi è principalmente l’inizio della giornata lavorativa, quando gli utenti si autenticano per accedere ai sistemi aziendali.

Ecco i principali metodi, oltre alle notifiche push, utilizzati per eludere le difese MFA:

  1. Token di autenticazione rubati. I criminali utilizzano i token di sessione rubati ottenendo così un’identità legittima che gli permette di accedere ai sistemi aziendali.
  2. Ingegneria sociale del reparto IT. In genere, un aggressore si spaccia per qualcuno che la vittima conosce e cerca di trasmettere un senso di urgenza e importanza alle sue comunicazioni per incoraggiarlo a cliccare sul suo messaggio. Una volta ottenute le credenziali, il criminale le utilizza per entrare nei sistemi informativi e per aggiungere nuovi dispositivi abilitati all’autenticazione a più fattori.
  3. Compromissione di un fornitore dell’azienda presa di mira. Gli aggressori prendono di mira un fornitore per accedere all’MFA utilizzando il dispositivo compromesso.
  4. Compromissione di un singolo endpoint. Il fine è quello di aumentare i privilegi a livello di amministratore e quindi disattivare la protezione MFA.
  5. Attacchi As a Service. I criminali utilizzano applicazioni software erogate attraverso il dark web e, una volta ottenuto l’accesso ai sistemi informatici, utilizzano script per disabilitare gli strumenti di sicurezza.

Come difendersi

Ecco alcune raccomandazioni di Cisco Talos per implementare correttamente l’MFA:

  • Abilitare il number matching nelle applicazioni MFA per fornire un ulteriore livello di sicurezza e impedire agli utenti di accettare notifiche push MFA dannose.
  • Implementare l’autenticazione a più fattori su tutti i servizi critici, inclusi tutti i servizi di accesso remoto e di gestione dell’accesso all’identità (IAM).
  • Configurare un alert per l’autenticazione al fine di identificare rapidamente anomalie e modifiche nei criteri di autenticazione a più fattori.
  • Investire nella formazione degli utenti per aggiornarli sul panorama delle minacce informatiche e aiutarli a essere vigili, segnalando tempestivamente situazioni sospette.

Redazione
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