Redazione RHC : 7 Febbraio 2023 15:23
Anche a LockBit piace il buon vino italiano!
La famigerata banda ransomware Lockbit, colpisce Cantina Tollo che si trova a combattere con il ransomware. Ma questa volta ci troviamo in una situazione completamente differente rispetto ad altri attacchi informatici che avvengono in Italia.
Ma andiamo con ordine e attenzione alle date.
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LockBit 3.0 avvia il consueto “countdown” oggi 07/02/2023, riportando che il giorno della pubblicazione dei dati esfiltrati nelle underground avverrà il 15 febbraio 2023 alle ore 19:29 orario UTC.
Ricordiamo sempre che la pubblicazione di un avviso sul loro data leak site (DLS), consente a LockBit di aumentare la pressione nei confronti dell’organizzazione e costringerli a pagare il riscatto, pena la pubblicazione delle informazioni sottratte dalle loro infrastrutture IT.
Intanto fornisce le seguenti modalità di pagamento:
Ricordiamo sempre che le richieste di riscatto sono sempre commisurate alle revenue delle aziende e alla quantità/tipologia dei dati acquisiti dalla cyber gang. Lockbit pubblica anche diversi samples di dati esfiltrati dalle infrastrutture IT dell’azienda, che mostrano informazioni finanziari e accordi con i clienti.
Ma la cosa che questa volta ci lascia senza parole è la trasparenza e la proattività dell’azienda che 4 giorni prima della pubblicazione di LockBit emette un comunicato dove informa i suoi clienti dell’attacco informatico.
Molte aziende dovrebbero prendere esempio da Cantina Tollo di come si gestisce un attacco informatico. D’altra parte la “Crisis management” non è qualcosa che si improvvisa, ma è certo che l’etica e la trasparenza ha sempre premiato verso i clienti, che poi sono il bene più prezioso di ogni azienda.
Il loro comunicato riporta quanto segue:
In data 30/01/2023 un attacco informatico al data center che ospita alcuni dei sistemi informatici della nostra Azienda ha compromesso l'utilizzo di alcuni dei nostri principali servizi.
Nelle ultime giornate stiamo provvedendo a fare tutto il necessario per porre rimedio all'accaduto per evitare ulteriori conseguenze sulla privacy e la sicurezza dei dati personali dei Nostri clienti e della Nostra Azienda.
A fronte del rilevamento dell’evento sono state messe in campo le misure necessarie a porre rimedio a possibili violazioni dei dati personali. Nel frattempo, per consentirci la migliore gestione dell'accaduto, i sistemi interessati sono stati disattivati e isolati dalla rete.
Queste misure pur comportando la sospensione di alcuni servizi, per un periodo di tempo limitato, si rendono necessarie per evitare di acuire le conseguenze dell'attacco. Per ulteriori informazioni o chiarimenti è possibile contattare [email protected]
Ci scusiamo per l'accaduto, provvederemo a comunicare eventuali aggiornamenti non appena saranno disponibili ulteriori evidenze a seguito delle analisi in corso. La presente comunicazione è resa anche ai sensi e per gli effetti di quanto disposto dall'art. 34 del reg. EU 2016/679 (GDPR).
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Nel caso in cui l’azienda voglia fornire una dichiarazione a RHC, saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.
Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware LockBit
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
LockBit è una cyber gang criminale che adotta il modello ransomware-as-a-service (RaaS), anche se la sua struttura presenta variazioni che la differenziano da un tipico modello di affiliazione.
LockBit ransomware è un malware progettato per bloccare l’accesso degli utenti ai sistemi informatici in cambio di un pagamento di riscatto. Questo ransomware viene utilizzato per attacchi altamente mirati contro aziende e altre organizzazioni e gli “affiliati” di LockBit, hanno lasciato il segno minacciando le organizzazioni di tutto il mondo di ogni ordine e grado.
Si tratta del modello ransomware-as-a-service (RaaS) dove gli affiliati depositano del denaro per l’uso di attacchi personalizzati su commissione e traggono profitto da un quadro di affiliazione. I pagamenti del riscatto sono divisi tra il team di sviluppatori LockBit e gli affiliati attaccanti, che ricevono fino a ¾ dei fondi del riscatto.
E’ considerato da molte autorità parte della famiglia di malware “LockerGoga & MegaCortex”. Ciò significa semplicemente che condivide i comportamenti con queste forme consolidate di ransomware mirato ed ha il potere di auto-propagarsi una volta eseguito all’interno di una rete informatica.
LockBit è una cyber gang che restite da molto tempo nel mercato delle affiliazioni RaaS rinnovandosi costantemente. Ha iniziato le sue operazioni a settembre 2019 chiamandosi ABCD per poi cambiare il suo nome in Lockbit. Successivamente il marchio è stato rinominato in LockBit 2.0 apportando diverse novità e a giugno 2021, sono stati apportati dei cambiamenti introducendo la piattaforma Lockbit 3.0.
LockBit 3.0 introduce diverse novità, come una piattaforma di bug-hunting relativa alle infrastrutture utilizzate dalla gang, l’acquisto di criptovaluta, una nuova sezione per gli affiliati e ulteriori modi per monetizzare che possono essere sintetizzate in:
Ovviamente il costo per ogni tipologia di “servizio” è differente e si può pagare in Bitcoin o in Monero.
Lockbit, ha già colpito numerose organizzazioni sia pubbliche che private in Italia, in tutte e tre le varianti ransomware rilevate.
Facendo riferimento alle organizzazioni private delle quali abbiamo parlato su Red Hot Cyber troviamo:
Invece per quanto concerne le azienda pubbliche abbiamo:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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