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Alla scoperta del Fuzzing. Come scovare vulnerabilità sconosciute nei software

Redazione RHC : 3 Aprile 2024 07:06

Il fuzzing si presenta come uno strumento essenziale per individuare vulnerabilità e difetti nei software. Con il continuo aumento delle minacce informatiche e la crescente complessità dei sistemi software, il fuzzing si rivela un alleato prezioso aiuto per i bug hunter nella ricerca di zero-day.

In questo articolo, esploreremo in profondità il concetto del fuzzing e i suoi strumenti, offrendo una panoramica completa su come questo metodo sia utilizzato per rilevare vulnerabilità sconosciute nei software.

Alla scoperta del fuzzing

Il fuzzing, noto anche come “fuzz testing” o “fuzzing”, è una tecnica utilizzata nel campo della sicurezza informatica per individuare bug, vulnerabilità e errori nei software. Si basa sull’idea di inviare dati casuali o semi-randomici, noti come “fuzz”, a un’applicazione software al fine di esplorare il suo comportamento in condizioni anomale o impreviste. L’obiettivo del fuzzing è quello di rilevare eventuali malfunzionamenti dell’applicazione, inclusi crash, errori di memoria, violazioni della sicurezza e altre vulnerabilità potenzialmente sfruttabili dagli aggressori.

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Il fuzzing può essere applicato a una vasta gamma di software, tra cui applicazioni desktop, server web, protocolli di rete, driver di dispositivi e molto altro ancora. Questa tecnica è particolarmente efficace nella ricerca di vulnerabilità zero-day, ossia difetti di sicurezza non ancora noti o corretti dagli sviluppatori del software. Gli attaccanti possono sfruttare queste vulnerabilità per compromettere i sistemi, rubare dati sensibili o causare danni significativi.

Il concetto alla base del fuzzing risiede nella teoria del “caso peggiore”, secondo cui è probabile che le applicazioni software presentino malfunzionamenti nei casi meno prevedibili o nelle condizioni inaspettate. Il fuzzing sfrutta questa teoria inviando dati non validi, manipolati o imprevisti all’applicazione in esame, al fine di testarne la robustezza e l’affidabilità.

L’uso del fuzzing come tecnica di testing è diventato sempre più diffuso nel corso degli anni, grazie alla sua efficacia nel rilevare problemi di sicurezza e prestazionali nei software. Tuttavia, è importante notare che il fuzzing può essere un processo complesso ed intensivo in termini di risorse e capacità e può richiedere un’attenta pianificazione e configurazione per essere efficace. Inoltre, il fuzzing è solo uno degli strumenti disponibili per la ricerca di vulnerabilità e non può sostituire una valutazione completa della sicurezza del software.

Funzionamento del Fuzzing

Il funzionamento del fuzzing si basa su un approccio sistematico e automatizzato per generare input non validi o imprevisti e inviarli all’applicazione in esame al fine di testarne la robustezza e individuare eventuali vulnerabilità. Questo processo può essere suddiviso in diverse fasi chiave:

  1. Generazione dell’Input: La prima fase del processo di fuzzing coinvolge la generazione di dati casuali, semi-randomici o strutturati in modo da costituire input per l’applicazione sotto test. Questi input possono includere stringhe di caratteri, numeri, file di diversi formati, pacchetti di rete, e altro ancora.
  2. Iniezione dell’Input: Una volta generati, gli input vengono iniettati nell’applicazione in esame. Questo può essere fatto attraverso vari meccanismi, come l’interfaccia utente dell’applicazione, l’input da riga di comando, o l’invio di richieste di rete tramite protocolli appropriati.
  3. Monitoraggio del Comportamento: Durante l’esecuzione del fuzzing, viene monitorato il comportamento dell’applicazione. Questo può includere il rilevamento di crash, errori di memoria, eccezioni non gestite, rallentamenti delle prestazioni o altre anomalie.
  4. Registrazione dei Risultati: I risultati del fuzzing vengono registrati e analizzati per identificare eventuali malfunzionamenti o vulnerabilità dell’applicazione. Questo può includere la creazione di log dettagliati, la registrazione di stack trace durante i crash, o l’analisi dei dump di memoria.
  5. Ripetizione del Processo: Il processo di fuzzing può essere ripetuto più volte, con input generati in modo casuale o modificato in base ai risultati ottenuti nelle iterazioni precedenti. Questo consente di esplorare ulteriormente le condizioni limite e individuare eventuali vulnerabilità non ancora rilevate.

Il fuzzing può essere eseguito in modo manuale o automatizzato, con varie tecniche e strumenti disponibili per supportare questo processo. L’automatizzazione del fuzzing consente di eseguire test su larga scala e di esplorare una vasta gamma di scenari, migliorando l’efficienza e l’efficacia del processo di identificazione delle vulnerabilità.

Tipologie di Fuzzing

Esistono diverse tipologie di fuzzing, ognuna delle quali si adatta a contesti specifici e obiettivi di testing. Le principali tipologie includono:

  1. Fuzzing Basato su Mutazione: Questa è la forma più comune di fuzzing, in cui vengono generati input casuali o semi-randomici manipolando in modo casuale i dati di input esistenti. Questo tipo di fuzzing è efficace nel rilevare errori di parsing e manipolazione dei dati all’interno dell’applicazione.
  2. Fuzzing Basato su Generazione Grammaticale: In questo approccio, gli input vengono generati seguendo una grammatica specifica o uno schema predefinito. Questo consente di creare input più strutturati e significativi, aumentando la copertura dei test e la possibilità di individuare vulnerabilità legate a formati o protocolli specifici.
  3. Fuzzing basato su Protocollo: Questo tipo di fuzzing si concentra sull’invio di input non validi o imprevisti attraverso protocolli di comunicazione, come HTTP, FTP, SMTP e altri. L’obiettivo è individuare vulnerabilità nelle implementazioni dei protocolli e nei server di applicazioni che li gestiscono.
  4. Fuzzing basato su Applicazione: Questo approccio è specifico per un’applicazione o una libreria software particolare e si concentra sull’esplorazione delle sue funzionalità e dei suoi punti di ingresso. Questo tipo di fuzzing richiede una conoscenza dettagliata dell’applicazione e delle sue interfacce di input.
  5. Fuzzing basato su Mutazione Guidata: In questo metodo, gli input generati sono modificati in base ai risultati ottenuti dalle iterazioni precedenti del fuzzing. Questo consente di concentrare gli sforzi di testing su aree dell’applicazione più promettenti o sensibili.
  6. Fuzzing basato su Feedback: Questo approccio utilizza il feedback generato dall’esecuzione dell’applicazione durante il fuzzing per guidare la generazione di input successivi. Questo consente di adattare dinamicamente la strategia di fuzzing in base al comportamento dell’applicazione e ai risultati ottenuti.

La scelta della tipologia di fuzzing dipende dalle caratteristiche dell’applicazione, dagli obiettivi di testing e dalle risorse disponibili. Spesso, una combinazione di diverse tecniche di fuzzing può essere utilizzata per massimizzare l’efficacia del processo di identificazione delle vulnerabilità.

Strumenti Principali per il Fuzzing

Esistono numerosi strumenti dedicati al fuzzing, progettati per semplificare e automatizzare il processo di generazione e invio di input anomali alle applicazioni software. Ecco alcuni tra i principali strumenti utilizzati nel campo del fuzzing:

  1. American Fuzzy Lop (AFL): AFL è uno dei fuzzers più popolari e ampiamente utilizzati. Utilizza un approccio basato su mutazione guidata e feedback per individuare vulnerabilità nei software. AFL è noto per la sua efficacia nel trovare bug, crash e vulnerabilità di sicurezza.
  2. Peach Fuzzer: Peach Fuzzer è un framework di fuzzing estensibile e altamente personalizzabile che supporta diverse tipologie di fuzzing, tra cui fuzzing basato su mutazione, generazione grammaticale e basato su protocollo. È ampiamente utilizzato nel testing della sicurezza e nell’analisi dei protocolli di rete.
  3. Honggfuzz: Honggfuzz è un fuzzer basato su mutazione guidata che si concentra sulla massimizzazione della copertura del codice e sull’individuazione di crash e bug nei software. È noto per la sua velocità e affidabilità nel fuzzing di applicazioni complesse e di grandi dimensioni.
  4. Spike: Spike è uno strumento di fuzzing sviluppato da Immunity Inc. che si concentra sul fuzzing di protocolli di rete. È progettato per generare input basati su modelli e per esplorare le varie interazioni di protocollo al fine di individuare vulnerabilità di sicurezza.
  5. Radamsa: Radamsa è un fuzzer basato su mutazione che si concentra sulla generazione casuale di input per testare la robustezza delle applicazioni software. È ampiamente utilizzato nel fuzzing di parser e analizzatori di dati per individuare vulnerabilità di parsing.
  6. LibFuzzer: LibFuzzer è una libreria di fuzzing inclusa nel framework LLVM che consente agli sviluppatori di integrare facilmente il fuzzing nei propri progetti software. È progettato per essere leggero e facile da usare, consentendo di eseguire il fuzzing direttamente durante il processo di sviluppo del software.

Questi sono solo alcuni esempi di strumenti disponibili per il fuzzing. La scelta dello strumento più adatto dipende dalle esigenze specifiche del progetto, dalla complessità dell’applicazione e dagli obiettivi di testing.

Tecniche Avanzate di Fuzzing

Oltre alle tipologie di fuzzing tradizionali, esistono anche tecniche avanzate che consentono di aumentare l’efficacia del processo di identificazione delle vulnerabilità. Alcune di queste tecniche includono:

  1. Symbolic Execution: Questa tecnica consiste nel tracciare simbolicamente il flusso di esecuzione del programma al fine di generare input che esplorano tutti i possibili rami di esecuzione. Questo approccio può rivelare vulnerabilità complesse e difficili da individuare con il fuzzing tradizionale.
  2. Greybox Fuzzing: Il greybox fuzzing combina elementi del fuzzing basato su mutazione e del feedback con tecniche di simbolic execution. Questo consente di ottenere una copertura più completa del codice e di individuare vulnerabilità più profonde nel software.
  3. Smart Fuzzing: Questa tecnica utilizza l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico per guidare il processo di generazione di input e individuare le aree più promettenti per il fuzzing. Questo approccio può ridurre il numero di input generati e migliorare la qualità complessiva del testing.
  4. Protocol-Aware Fuzzing: Questa tecnica si concentra sul fuzzing dei protocolli di rete, utilizzando una conoscenza approfondita delle specifiche del protocollo per generare input validi e imprevisti. Questo approccio può rivelare vulnerabilità nei server di applicazioni e nei dispositivi di rete.
  5. Hybrid Fuzzing: Il fuzzing ibrido combina diverse tecniche di fuzzing, come mutazione, generazione grammaticale e simbolic execution, per massimizzare la copertura del codice e individuare una vasta gamma di vulnerabilità.

Queste sono solo alcune delle tecniche avanzate utilizzate nel campo del fuzzing. La scelta della tecnica più adatta dipende dalle caratteristiche dell’applicazione in esame, dagli obiettivi di testing e dalle risorse disponibili per condurre il fuzzing in modo efficace.

Best Practice per l’Utilizzo del Fuzzing

Per ottenere i migliori risultati dal processo di fuzzing e massimizzare l’efficacia nella individuazione delle vulnerabilità, è importante seguire alcune best practice. Ecco alcuni consigli utili per l’utilizzo ottimale del fuzzing:

  1. Identificare gli Obiettivi di Testing: Prima di iniziare il processo di fuzzing, è importante definire chiaramente gli obiettivi di testing e le aree critiche dell’applicazione da esplorare. Questo può aiutare a concentrare gli sforzi di fuzzing nelle aree più promettenti e sensibili del software.
  2. Selezione degli Input: Selezionare attentamente gli input da utilizzare nel fuzzing, tenendo conto delle caratteristiche dell’applicazione e degli scenari di utilizzo realistici. Gli input dovrebbero essere rappresentativi della gamma di dati che l’applicazione è destinata a gestire.
  3. Monitoraggio e Analisi: Durante l’esecuzione del fuzzing, è fondamentale monitorare attentamente il comportamento dell’applicazione e registrare qualsiasi anomalia o malfunzionamento rilevato. Questo può includere crash, errori di memoria, eccezioni non gestite e altre anomalie.
  4. Iterazione e Adattamento: Il processo di fuzzing dovrebbe essere iterativo, con input generati e adattati in base ai risultati ottenuti nelle iterazioni precedenti. Questo consente di esplorare ulteriormente le condizioni limite e individuare eventuali vulnerabilità non ancora rilevate.
  5. Integrazione con i Processi di Sviluppo: Integrare il fuzzing nei processi di sviluppo del software può aiutare a individuare e correggere le vulnerabilità in modo tempestivo, riducendo il rischio di exploit da parte di aggressori. Il fuzzing può essere eseguito durante la fase di sviluppo, durante i test di pre-rilascio e come parte di programmi di bug bounty.
  6. Formazione e Consapevolezza: Assicurarsi che il personale coinvolto nel processo di fuzzing sia adeguatamente formato e consapevole delle best practice e delle tecniche di fuzzing. Questo può aiutare a massimizzare l’efficacia del processo di identificazione delle vulnerabilità e a garantire una corretta gestione dei risultati ottenuti.

Seguendo queste best practice, le organizzazioni possono sfruttare appieno il potenziale del fuzzing come strumento per individuare e mitigare le vulnerabilità nei loro software, contribuendo a migliorare complessivamente la sicurezza delle applicazioni e dei sistemi informatici.

Conclusioni

In conclusione, il fuzzing si presenta come una tecnica potente e efficace per individuare vulnerabilità e difetti nei software, consentendo ai bug hunter di identificare potenziali zero-day e di migliorare complessivamente la sicurezza delle applicazioni. Attraverso l’uso di diverse tipologie e tecniche avanzate di fuzzing, è possibile esplorare in modo completo le varie aree di un’applicazione e individuare una vasta gamma di vulnerabilità, dai crash alle violazioni della sicurezza.

Tuttavia, è importante notare che il fuzzing è solo uno degli strumenti disponibili per la ricerca di vulnerabilità e non può sostituire una valutazione completa della sicurezza del software. È essenziale integrare il fuzzing con altri approcci di testing e analisi della sicurezza, nonché con processi di sviluppo del software ben strutturati e programmi di gestione delle vulnerabilità.

In definitiva, il fuzzing rimane uno strumento fondamentale nel toolkit del bug hunter moderno, consentendo alle organizzazioni di identificare e mitigare le vulnerabilità nei loro software e di proteggere i propri dati e le proprie risorse dai crescenti rischi della cybersecurity.

Redazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.