Redazione RHC : 13 Settembre 2023 15:21
Come sempre abbiamo sostenuto, incentivare la propensione verso la sicurezza informatica nei ragazzi e nelle ragazze nasce dalle scuole medie e superiori. Una volta varcata la soglia dell’università i percorsi sono già stati definiti e occorre solo “rafforzare“, ma non far “scattare la scintilla”.
Far “scattare la scintilla” (cosa che spesso facciamo con il team di HackerHood nelle scuole medie e superiori) è qualcosa di grandioso. Far comprendere con piccoli hack che la tecnologia è una materia “duttile” e “plasmabile” per qualsiasi scopo, vedere i loro occhi incuriositi e allo stesso tempo “sbalorditi” è qualcosa di unico.
L’effetto “wowwwwwwwwww” è dietro l’angolo e quando ci riesci puoi dire soddisfatto: Missione compiuta!
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Ecco che quindi dopo essere stati chiamati dal Prof. Gabriele Costa dell’Università di Lucca come giurati al CyberTrials – dove 50 finaliste italiane si sono cimentate nelle attività proposte dal CINI – abbiamo accettato immediatamente e abbiamo inviato la nostra Stephanie Canè (che ha lavorato per diversi anni in Red Team di aziende italiane) nella giuria dell’evento che si è tenuto a Torino.
Il tutto all’attenzione del Vicedirettore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), Nunzia Ciardi; dell’Assessora al Lavoro con delega alla Cybersicurezza del Comune di Torino, Giovanna Pentenero, della Dirigente della Direzione Generale degli ordinamenti scolastici e per la valutazione del sistema nazionale di istruzione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Anna Brancaccio e degli allievi e delle allieve degli istituti superiori di II grado che hanno partecipato all’evento, il Cybersecurity National Lab del CINI (Consorzio Interuniversitario nazionale per l’Informatica) ha premiato i vincitori della terza edizione di OliCyber.IT, le Olimpiadi italiane di cybersicurezza, e di CyberTrials, programma di formazione del Lab rivolto alle studentesse degli istituti superiori.
“Noi viviamo completamente immersi in una trama digitale anche quando non ce ne accorgiamo, eppure non abbiamo professionalità sufficienti a lavorare in questo settore, che si occupino di sicurezza, di strategia”, ha affermato la dottoressa Nunzia Ciardi durante la cerimonia, “I giovani che abbracciano questo percorso professionale sono ancora pochi, ma è un percorso win-win che serve al Paese, serve al sistema, serve ai giovani, che avranno delle opportunità inimmaginabili rispetto ad altri percorsi professionali”.
In finale a Torino sono arrivate le 50 studentesse che si sono distinte per impegno e talento nel gioco proposto dal Cybersecurity National Lab, con la collaborazione del Game Science Research Center della Scuola IMT Alti Studi Lucca, durante CyberTrials. L’iniziativa, che quest’anno ha triplicato le iscrizioni rispetto alla prima edizione (quasi 1.000 le iscritte), ha permesso alle studentesse di formarsi sui temi della cybersicurezza base, dell’Open Source Intelligence e della Social Engineering.
Il podio di CyberTrials è stato invece conquistato dalle squadre: b3mitichə
Le 15 squadre finaliste si sono sfidate in diverse challenge a tema sicurezza informatica, dove hanno potuto applicare le tecniche apprese durante il percorso di formazione a loro dedicato.
A Torino erano presenti anche Sofia Bagnoli, Giulia Caruso, Laura Peppoloni, Alice Spadaro e Rebecca Todisco, che ad agosto sono volate in Estonia per rappresentare l’Italia in una competizione europea aperta alle ragazze con meno di 16 anni, guadagnandosi l’accesso alla finale di un’altra gara internazionale che si terrà a novembre.
“Dopo tre edizioni di OliCyber.IT e due di CyberTrials, possiamo dire che questi programmi di formazione e gioco altamente qualificanti si sono affermati nel panorama nazionale e internazionale rappresentando un esempio concreto di come si possa stimolare ed elevare le capacità di giovani ragazzi e ragazze in tutto il Paese, accompagnandoli in un percorso unico e in grado di aprire loro porte spesso fino a quel momento inimmaginate, sia per quanto riguarda la scelta di un futuro percorso universitario sia professionale – ha dichiarato il direttore del Cybersecurity National Lab, Paolo Prinetto: “Assistiamo a un passaparola sempre più intenso tra le scuole che, unito all’entusiasmo di professori e tutor che non si sono risparmiati nel sostenere noi e loro stessi studenti, sta segnando un nuovo modello di formazione capace di attrarre spontaneamente i giovani e di mantenere la promessa di un futuro più consapevole le cui ricadute vanno tutte a beneficio non solo dei singoli individui, ma di tutta la comunità scientifica e tecnica nazionale”.