Redazione RHC : 20 Dicembre 2022 14:46
La famigerata banda ransomware Lockbit 3.0, pochi minuti fa pubblica sul suo data leak site (DLS) un post dove rivendica un attacco all’agenzia delle entrate ed imposta un countdown per la pubblicazione dei dati.
Come siamo abituati, quando viene pubblicato un post sul DLS di LockBit, significa che l’azienda è stata violata dal ransomware e che i criminali informatici minacciano di pubblicare i dati esfiltrati dalle infrastrutture IT, aumentando la pressione per ottenere il pagamento del riscatto.
Nello specifico, nel post pubblicato da LockBit viene riportato che nella giornata del 22 Dicembre 2022 alle ore 11:10 ora UTC, verranno pubblicati dei dati sul DLS afferenti all’Agenzia delle Entrate.
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Dalle evidenze recuperate nelle underground, notiamo che i dati sono stati caricati sul DLS in data 20 Dicembre 2022 alle ore 11:00 ovvero oggi prima dell’ora di pranzo.
Ma di quali dati si tratterà di preciso?
E’ stata colpita l’Agenzia delle entrate oppure si tratta di un proseguimento della pubblicazione dei dati di una precedente violazione di una azienda avvenuta a fine luglio che aveva dei documenti dell’Agenzia delle entrate?
Ricordiamo che a fine Luglio 2022, abbiamo pubblicato la Timeline di un attacco informatico rivendicato sempre da LockBit ai danni dell’agenzia delle entrate, ma che poi si è rivelato uno scambio di azienda. Infatti l’azienda colpita era la GESIS srl.
La cosa che si nota a differenza del passato post relativo alla pubblicazione dei dati della GESIS (anche se il post faceva riferimento all’Agenzia delle Entrate, avvenuto il 1 di agosto scorso), è che il testo della descrizione era stato scritto in inglese, mentre quello del post di oggi è scritto in italiano e riporta ulteriori informazioni descrittive.
Potrebbe essere quindi una ulteriore “terza parte” violata dove la gang criminale ha trovato dei documenti afferenti all’Agenzia delle entrate.
Lo scambio di target, non è la prima volta che è avvenuto da parte di Lockbit.
Su 3 scambi di target scoperti da RHC nel 2022, i primi due erano relativi a questa cybergang criminale e sono:
Al momento non sappiamo se ci sia stata realmente una violazione, E’ anche vero dire che di solito siamo stati abituati con un alta percentuale di affidabilità, che quando viene pubblicato un post sul DLS di Lockbit, tale azienda ha subito realmente una violazione.
Nel mentre attendiamo un comunicato ufficiale dell’azienda, RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali.
Nel caso in cui l’azienda voglia fornire una dichiarazione a RHC, saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo sulle nostre pagine per dare risalto alla questione.
Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni sulla vicenda od effettuare una dichiarazione, possono accedere alla sezione contatti, oppure in forma anonima utilizzando la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
LockBit è una cyber gang criminale che adotta il modello ransomware-as-a-service (RaaS), anche se la sua struttura presenta variazioni che la differenziano da un tipico modello di affiliazione.
LockBit ransomware è un malware progettato per bloccare l’accesso degli utenti ai sistemi informatici in cambio di un pagamento di riscatto. Questo ransomware viene utilizzato per attacchi altamente mirati contro aziende e altre organizzazioni e gli “affiliati” di LockBit, hanno lasciato il segno minacciando le organizzazioni di tutto il mondo di ogni ordine e grado.
Si tratta del modello ransomware-as-a-service (RaaS) dove gli affiliati depositano del denaro per l’uso di attacchi personalizzati su commissione e traggono profitto da un quadro di affiliazione. I pagamenti del riscatto sono divisi tra il team di sviluppatori LockBit e gli affiliati attaccanti, che ricevono fino a ¾ dei fondi del riscatto.
E’ considerato da molte autorità parte della famiglia di malware “LockerGoga & MegaCortex”. Ciò significa semplicemente che condivide i comportamenti con queste forme consolidate di ransomware mirato ed ha il potere di auto-propagarsi una volta eseguito all’interno di una rete informatica.
LockBit è una cyber gang che restite da molto tempo nel mercato delle affiliazioni RaaS rinnovandosi costantemente. Ha iniziato le sue operazioni a settembre 2019 chiamandosi ABCD per poi cambiare il suo nome in Lockbit. Successivamente il marchio è stato rinominato in LockBit 2.0 apportando diverse novità e a giugno 2021, sono stati apportati dei cambiamenti introducendo la piattaforma Lockbit 3.0.
LockBit 3.0 introduce diverse novità, come una piattaforma di bug-hunting relativa alle infrastrutture utilizzate dalla gang, l’acquisto di criptovaluta, una nuova sezione per gli affiliati e ulteriori modi per monetizzare che possono essere sintetizzate in:
Ovviamente il costo per ogni tipologia di “servizio” è differente e si può pagare in Bitcoin o in Monero.
Facendo riferimento alle organizzazioni private delle quali abbiamo parlato su Red Hot Cyber troviamo:
Invece per quanto concerne le azienda pubbliche abbiamo:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.