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Parla AzzaSec! RHC intervista gli Hacktivisti Italiani pro Palestina e Russia, affiliati a NoName057(16)

RHC Dark Lab : 28 Giugno 2024 11:59

Negli ultimi anni, il mondo della cybersicurezza è stato testimone di un’evoluzione significativa del ruolo degli hacktivisti, gruppi di hacker che utilizzano le loro competenze tecniche per promuovere cause politiche o sociali attraverso attacchi informatici. Uno di questi gruppi emergenti è AzzaSec, un collettivo che ha attirato l’attenzione per le sue audaci incursioni nel cyberspazio e per le sue recenti mosse strategiche.

AzzaSec è noto per i suoi attacchi mirati contro vari paesi e istituzioni, spesso motivati da questioni geopolitiche o per manifestare dissenso contro determinate politiche. Tra le loro attività più recenti, AzzaSec ha annunciato una serie di attacchi contro il Pakistan, evidenziando le vulnerabilità presenti nella cybersicurezza del paese. Questa serie di attacchi ha messo in luce le carenze delle infrastrutture digitali pakistane e la necessità urgente di migliorare le misure di protezione per prevenire future compromissioni di dati sensibili appartenenti a istituzioni governative, aziende e cittadini.

In un recente sviluppo, AzzaSec ha stretto una serie di alleanze, anche con il gruppo di hacktivisti filorussi NoName, noto per le sue incursioni cibernetiche in Italia con attività mirate a destabilizzare il paese e promuovere i loro interessi geopolitici. Questa nuova affiliazione rappresenta un potenziale aumento della portata e dell’efficacia delle azioni di AzzaSec, ampliando le loro capacità operative e strategiche.

Abbiamo voluto intervistare AzzaSec per conoscerli meglio e comprendere le motivazioni che, in quanto italiani, li spingono a supportare paesi come la Russia e la Palestina, in un contesto geopolitico complesso e prevalentemente orientato agli ideali occidentali.

Post sul canale Telegram di AzzaSec che annuncia la partner con gli hacktivisti filorussi del gruppo NoName057(16)
Post sul canale Telegram di NoName057(16) dove si annuncia la partner con AzzaSec

1 – RHC: Salve ragazzi, intanto grazie per aver preso parte a questa intervista. Potete raccontarci brevemente chi è AzzaSec, l’origine del nome e come è nato il collettivo? Qundo è stato fondato?
AzzaSec: In sostanza, avevo questo gruppo in comune con il proprietario di alixsec e gli ho chiesto se poteva unirsi. Mi ha risposto che lavorava da solo e mi ha suggerito di creare un nuovo gruppo per collaborare insieme. Il nome ‘Azzasec’ è stato un nome astratto inventato per questa occasione. Il gruppo è stato fondato a Febbraio del 2024.

2 – RHC: Quali sono le motivazioni principali che vi spingono a svolgere attività di hacktivismo?
AzzaSec: La determinazione di cercare di aiutare i nostri fratelli palestinesi.

3 – RHC: Qual è il messaggio principale che cercate di trasmettere attraverso i vostri attacchi informatici?
AzzaSec: Che il mondo deve aprire gli occhi e non guardare solamente ai soldi.

4 – RHC: Nella storia dell’hacking, ci sono gruppi di hacktivisti o APT che vi affascinano particolarmente e dai quali traete ispirazione?
AzzaSec: Mi hanno particolarmente affascinato i gruppi Lapsus$, Lizard squad e Anonymous IT.

5 – AzzaSec: Abbiamo visto che avete attaccato diversi obiettivi come il Pakistan. Potreste raccontarci alcune delle vostre operazioni più significative e i loro impatti?
AzzaSec: Le nostre azioni sono riferite solamente agli alleati di Israele. Noi attacchiamo per far capire al governo e al governo e al popolo di quel paese che è sbagliato supportare un paese (se così si può chiamare) che fa genocidi.

6 – RHC: Quali sono le vostre principali competenze tecniche e quali strumenti utilizzate per condurre i vostri attacchi? Il vostro gruppo è aperto a chiunque voglia partecipare oppure è un gruppo chiuso?
AzzaSec: Le competenze dei nostri membri spaziano ampiamente tra il pentesting e la programmazione, comprendendo crittografia avanzata, exploiting, video editing e molto altro. I programmi utilizzati includono strumenti open source come Metasploit e software privati per svolgere attacchi sofisticati mirati alla compromissione dei sistemi. Di conseguenza, il nostro team non accoglie chiunque, ma solo membri capaci di contribuire attivamente e significativamente allo sviluppo complessivo del gruppo.

7 – RHC: Quali misure adottate per garantire la sicurezza dei vostri membri durante le vostre operazioni?AzzaSec: Cerchiamo di motivare i nostri membri mostrando loro che un attacco su un sito importante attira l’attenzione del pubblico, scatenando una reazione sociale significativa.

8 – RHC: Avete tutti un background tecnico? Abbiamo visto che avete realizzato un ransomware. Volete utilizzarlo come rivendita di malware oppure avete intenzione di organizzare un RaaS?
AzzaSec: Vorremmo usarlo come Ransomware-as-a-service e venderlo.

Un post sul canale Telegram di AzzaSec che riporta la messa in vendita del ransomware da loro prodotto.

9 – RHC: In Italia la sicurezza informatica è indietro rispetto agli altri paesi europei. Cosa pensate che manchi in questa nazione per prendere seriamente l’argomento?
AzzaSec: In italia la sicurezza informatica è alla pari degli altri paesi europei. E’ l’Europa che risulta essere indietro. Bisognerebbe investire di più in soluzioni di sicurezza.

10 – RHC: In quanto gruppo italiano, quali sono le ragioni che vi hanno spinto a supportare cause e paesi come la Russia e la Palestina, in un contesto geopolitico dominato dagli ideali occidentali?
AzzaSec: Noi supportiamo la Palestina e la Russia perché non ci sembra corretto quello che sta accadendo in occidente e cerchiamo di aiutare come possiamo questi paesi.

11 – RHC: Cosa significano le alleanze che state creando nell’underground? Credete che saranno durature o condividete solo alcuni obiettivi a tempo? Quale è il massimo livello di fiducia tra i membri all’interno di queste?
AzzaSec: Il livello di fiducia è massimo. I nostri alleati ci aiutano con quello di cui abbiamo bisogno. Siamo alleati principalmente con noname057(16) e il gruppo ora inattivo che era il secondo in Afghanistan, team1916.

12 – RHC: Come vedete il ruolo della Russia nel contesto globale e come la vostra alleanza con gruppi filorussi influenza le vostre operazioni e la vostra reputazione?
AzzaSec: In realtà la Russia sta facendo tutto questo per colpa degli USA che sono sempre in mezzo. La nostra reputazione rimane quella ma noi aiutiamo chi ha ragione.

13 – RHC: Qual è la differenza tra un’alleanza di gruppi di hacktivisti come la vostra e quelle che si stanno sviluppando nel mondo? Ci sono dei parallelismi?
AzzaSec: Le nostre alleanze sono principalmente con gruppi di rilievo globalmente. Non crediamo ci siano molti parallelismi, poiché gruppi hacktivisti come il nostro agiscono per motivi politici, mentre altri gruppi potrebbero farlo per guadagnare fama.

14 – RHC: Uno dei gruppi con cui avete istituito un’alleanza è Nonome057. In che modo collaborate con il gruppo nonome057 e altri gruppi simili?
AzzaSec: Ci aiutiamo a vicenda facendo attacchi combinati e defacement insieme.

15 – RHC: siete sicuramente al corrente che questo gruppo (NoName) effettua defacement e attacchi ai website governativi italiani. Siete allineati con le loro idee e motivazioni politiche?
AzzaSec: Si, facciamo questo perché il governo italiano fa schifo. Detto in poche parole i politici dovrebbero prendersi più responsabilità al posto di scaricarle su qualcun’altro.

16 – RHC: Nonostante AzzaSec sia un gruppo dichiaratamente italiano, la maggior parte dei vostri attacchi viene effettuata al di fuori dell’Italia. C’è una ragione specifica per cui evitate target italiani?
AzzaSec: Si cerchiamo di evitare target italiani per non avere ripercussioni penali.

17 – RHC: Dal vostro punto di vista, com’è cambiato il ruolo degli hacktivisti negli ultimi anni?
AzzaSec: Il numero dei gruppi hacktivisti è cresciuto a dismisura e molti sono stati creati con l’avvento della guerra russo/ucraina, israelo/palestina. Cercano di evidenziare il fatto che i “cattivi” sono dalla parte del torto e fanno defacement dove esprimono la loro opinione.

18 – RHC: Anonymous Italia si è schierata a favore dell’Ucraina dall’inizio del conflitto: come si concilia il vostro essere Anon con l’alleanza con NoName057?
AzzaSec: noi abbiamo detto apertamente che supportavano la Russia. Nessuno ci ha dato contro perché comunque è sempre un’idea di gruppo.

19- RHC: Potete parlarci di un caso in cui le vostre azioni hanno portato a un cambiamento positivo o significativo?
AzzaSec: Avevamo fatto un attacco qualche tempo fa al messico facendo più di 20 defacement e li il Messico si è subito allarmato e hanno migliorato le protezioni.

20 – RHC: Come vedete l’evoluzione del panorama del cyber-attivismo nei prossimi anni? Che evoluzione vi aspettate o desiderate?
AzzaSec: Aspettiamo che si formino più gruppi di attivisti che combattono per quello che è giusto. Speriamo che il cyber attivismo non taccia mai.

21 – RHC: Come reagite alle accuse di criminalità informatica e quale messaggio volete trasmettere al pubblico generale?
AzzaSec: Noi non siamo criminali informatici. Noi siamo hacktivisti! Abbiamo una motivazione a quello che facciamo è aiutare i nostri fratelli Palestinesi e Russi.

22 – RHC: Quali sono i limiti e le potenzialità degli attacchi informatici in un mondo dove la guerra cinetica vince tutto? Non mettono più in pericolo i civili che gli eserciti?
AzzaSec: Gli attacchi informatici mirati possono infliggere danni significativi, spesso più gravi agli eserciti che ai civili.

23 – RHC: Vi ringraziamo per questa intervista. C’è qualcosa che vorreste aggiungere o un argomento che avreste voluto trattare e che non abbiamo toccato?
AzzaSec: Grazie a voi per averci invitato.

RHC Dark Lab
RHC Dark Lab è un gruppo di esperti della community di Red Hot Cyber dedicato alla Cyber Threat Intelligence guidato da Pietro Melillo. Partecipano al collettivo, Sandro Sana, Alessio Stefan, Raffaela Crisci e altri membri che vogliono rimanere anonimi. La loro missione è diffondere la conoscenza sulle minacce informatiche per migliorare la consapevolezza e le difese digitali del paese, coinvolgendo non solo gli specialisti del settore ma anche le persone comuni. L'obiettivo è diffondere i concetti di Cyber Threat Intelligence per anticipare le minacce.